BOLOGNA – È un Diego Lopez sorridente, rilassato e in vena di battute quello che si è presentato nella tarda mattinata di oggi in sala stampa a Casteldebole. Il tecnico del Bologna, al termine del consueto allenamento a porte chiuse del venerdì, ha analizzato la situazione della sua squadra in vista della delicata sfida di domani pomeriggio al Dall’Ara contro il Livorno di Christian Panucci. Queste, suddivise per argomenti principali, le sue dichiarazioni.
Bollettino medico – «Ceccarelli e Maietta sono convocati, anche se ancora non so se li farò giocare dal primo minuto, abbiamo due partite ravvicinate e devo fare alcune valutazioni. In mezzo c’è comunque Oikonomou che sta facendo bene, e a destra in settimana ho provato Casarini, che era con me anche a Cagliari e so che può ricoprire quel ruolo. Krsticic sta meglio ma lavora ancora a bassa intensità, è ancora un po’ indietro di condizione, non è ancora pronto per il rientro».
Rispondere sul campo – «I giocatori sono adulti, devono farsi scivolare addosso la pressione e pensare solo a fare il loro lavoro, andare in campo concentrati e dare il massimo. Il campionato si fa sempre più difficile, sappiamo benissimo che negli scontri diretti i punti valgono doppio, ma dobbiamo pensare positivo ed essere consapevoli che possiamo fare bene sia con il Livorno che con Il Carpi. In questi giorni ci siamo allenati alla grande e sono sicuro che domani i ragazzi risponderanno alla grande per tornare alla vittoria in casa».
Nuovo allenatore, solito Livorno? – «Il Livorno gioca sempre col 5-3-2 ma ha già cambiato tre allenatori, e ognuno ha portato nello spogliatoio una mentalità diversa. Vedremo ora come i giocatori reagiranno alle idee e agli schemi di Panucci, con qui peraltro ho fatto il Master a Coverciano. Di certo rimangono una squadra che gioca e fa giocare, non credo verranno qui per chiudersi, anche perché hanno bisogno di punti. La gara di andata è giusto tenerla a mente per non ripetere più gli stessi errori».
Equilibrio ed attenzione – «Dobbiamo metterci più determinazione in entrambe le fasi, sia quando difendiamo che quando andiamo ad attaccare, e trovare quell’equilibrio che adesso ci sta un po’ mancando. E poi bisogna migliorare in tante piccole cose, come ad esempio le marcature preventive, per non consentire agli avversari di ripartire e farci male in contropiede. Sono anche e soprattutto i piccoli dettagli che alla fine fanno la differenza».
Basta con i regali – «Il discorso sul calo fisico per me non regge. A Trapani abbiamo faticato nella ripresa, ma a Varese ad esempio abbiamo giocato un grande secondo tempo e abbiamo rimontato. Per me è più una questione di concentrazione, è questo che pretendo dai miei ragazzi, non possiamo più regalare occasioni da gol come sabato scorso, con palloni persi in modo banale o anticipi sbagliati, bisogna assolutamente crescere sotto questo punto di vista».
Attaccanti in difficoltà – «Cacia e gli altri si stanno allenando duramente, sono dispiaciuti per questo periodo di appannamento ma non li vedo abbattuti, anzi, hanno una gran voglia di sbloccarsi e dimostrare quanto valgono».
La classifica – «Potevamo essere in una situazione più tranquilla di quella attuale, è vero, ma il campionato è davvero difficile, nessuno regala niente e sarà così fino alla fine. Anche in Serie A la Juventus, che è nettamente la squadra più forte e comunque ha un grosso margine di vantaggio sulla seconda, non mi pare vinca tutte le partite in scioltezza 3-0 o 4-0. Ecco, se la A è complicata, la B lo è ancora di più».
Playoff? No, grazie – «Noi puntiamo alla promozione diretta, è l’unica cosa che al momento ci interessa. Ai playoff ci penseremo solo se saremo costretti ad affrontarli».
Supporto di un mental coach – «Per me una figura del genere, esterna alla squadra, non serve a nulla. Lo spogliatoio è un ambiente particolare e solo chi lo vive quotidianamente può conoscerne i lati positivi e le problematiche. A mio avviso è molto più utile un uomo come ad esempio Di Vaio, che ha del vissuto nel mondo del calcio e può dispensare consigli preziosi ai ragazzi».
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]