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Bologna: l’ultimo sforzo

Cinque sconfitte consecutive. Una difesa rocciosa con quattro difensori centrali perforata dopo dieci minuti. Un terzino sinistro sulla trequarti. Un attaccante che non segna mai e un centrocampista di quarant’anni sempre titolari. Due giovani di talento in panchina per cinquanta minuti. Mettiamoci pure anche un arbitro visibilmente condizionato dal potere della squadra di casa. Un allenatore soddisfatto. Trovate l’intruso. Malesani sostiene di aver ritrovato il vero Bologna ma personalmente, a parte un secondo tempo dignitoso, non credo ci sia molto per cui gioire.

La crisi di risultati prosegue e la salvezza matematica, nonostante i risultati negativi delle inseguitrici, ancora non c’è. Arrivati a questo punto non si sa davvero più cosa pensare e cosa dire di una squadra che fino a due mesi fa era quasi in orbita settimo posto e che ora, per mille motivi, è riuscita a complicarsi maledettamente la vita. Mancano tre partite, servono punti. Pochi, ma servono. Le possibilità, da qui in avanti, saranno due: giocarsela a viso aperto con tutti o tentare di intenerire gli amici che si incontreranno lungo la strada. La prima ipotesi, viste le ultime prestazioni, è assai rischiosa.

Certo, tutti vorrebbero battere il Parma domenica e festeggiare la salvezza, ma al momento questa pare una missione al dì là della possibilità del Bologna attuale (se si pensa anche che, grazie ai cartellini del sig. De Marco di Chiavari, nel prossimo turno mancheranno Mudingayi, Della Rocca e Mutarelli, oltre all’infortunato Perez). E la stessa cosa vale per la sfida con la Fiorentina, attualmente una delle squadre più in salute. Ci sarebbe infine il salvagente-Bari ma sarebbe davvero pazzesco doversi giocare una salvezza virtualmente raggiunta a marzo proprio all’ultima giornata. C’è quindi la seconda ipotesi: tendere la mano verso gli ex Colomba e Mihajlović e sperare che i due decidano di stringerla con affetto. Questo non significa arrangiare delle partite, ci mancherebbe, ma semplicemente dirigersi a braccetto verso un lieto fine. Lieto fine che i rossoblù meritano perché, nonostante l’ultimo orribile periodo, sono stati autori di un’impresa a dir poco miracolosa (e non va dimenticato che sul campo i punti conquistati sono 43). Non è poi un mistero che in estate assisteremo a una sorta di rivoluzione.

Carmine Longo (buon gestore, discreto direttore sportivo, inguaribile chiacchierone) se n’è già andato, e anche mister Malesani sembra destinato all’addio. Si fanno già i nomi dei possibili sostituti e sinceramente nessuno di questi mi riempie di entusiasmo. Però lo sappiamo, Guaraldi, Setti e gli altri soci non sono dei petrolieri arabi, i problemi economici restano e i soldi sono quelli che sono (qualche big della rosa dovrà purtroppo essere sacrificato, iniziamo a farcene una ragione). Ora però appare prematuro parlare di tutto questo. Pensiamo all’oggi, auguriamoci che questo gruppo sappia ricompattarsi come ha sempre fatto nei momenti più bui e che i ragazzi riescano a regalarci questa grande (e vitale, è il caso di dirlo) soddisfazione. Noi, come sempre, saremo al loro fianco pronti a sostenerli. Forza vecchio cuore rossoblù, è l’ultimo sforzo!

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]

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