BOLOGNA – Una promozione da giocatore e una da tifoso, la stagione calcistica 2014-2015 verrà per sempre ricordata con il sorriso da Daniele Portanova, 36 anni, che nelle ultime settimane ha festeggiato sia il ritorno tra i professionisti del suo Siena che la promozione in Serie A del Bologna, una squadra e una città a cui è rimasto estremamente legato. Oggi lo abbiamo intervistato per farci raccontare le sue emozioni e per parlare del suo ex compagno di squadra Luca Rossettini, acquistato pochi giorni fa dal direttore Pantaleo Corvino, che nel prossimo campionato farà coppia al centro della difesa con Daniele Gastaldello, un altro che insieme a Portanova ha condiviso momenti importanti con la maglia della Robur. Senza dimenticare Marco Di Vaio, romano doc come lui, che sul campo ha salvato ripetutamente i rossoblù e che ora sta contribuendo da dirigente alla rinascita sportiva del club.
Daniele, cominciamo con le tue sensazioni per la promozione in Serie A del Bologna: sei felice? «Non sono felice, di più. Il Bologna è tornato nella categoria che gli compete, è stata una promozione sofferta ma bellissima, durante le partite dei playoff mi batteva forte il cuore, soprattutto in finale. L’importante però era risalire e per fortuna la squadra ci è riuscita al primo tentativo».
Gioia doppia per te, che hai festeggiato anche il ritorno tra i professionisti del tuo Siena, al termine di un campionato dominato in lungo e in largo. «Proprio così, noi siamo tornati in Lega Pro vincendo sia il nostro girone che lo scudetto di Serie D, e spero che la risalita continui, perché Siena così come Bologna è una piazza che merita grandi soddisfazioni».
In rossoblù, a causa delle pessime gestioni societarie, hai vissuto stagioni sofferte, ora invece grazie a Joey Saputo si può tornare a pensare in grande… «Io a Bologna ho trascorso cinque anni splendidi, peccato solo non aver avuto alle spalle una proprietà come quella attuale, che è l’elemento fondamentale per poter costruire qualcosa di grande. Ora a Casteldebole ci sono persone che sanno fare calcio e che sicuramente agiranno nel modo giusto per riportare in alto il club».
A tal proposito, credi che l’obiettivo per il prossimo campionato sarà davvero la semplice salvezza, o pensi che quelle dei dirigenti siano solo dichiarazioni di facciata? «In questo momento può sembrare una frase fatta, ma io spero che già quest’anno il Bologna possa aspirare a qualcosa in più di una salvezza tranquilla, i presupposti ci sono tutti: l’amore dei tifosi, il loro ritrovato entusiasmo, una proprietà solida che un tassello per volta può costruire una squadra competitiva, e anche un ottimo allenatore».
Delio Rossi, che da avversario hai incontrato parecchie volte… «Sì esatto, e le sue squadre giocavano sempre molto bene. Stiamo parlando di un allenatore di un certo calibro, a mio avviso uno dei migliori in circolazione».
E Di Vaio, in giacca e cravatta, come lo vedi? Lo spirito sembra ancora quello del bomber, in panchina non sta fermo un momento… «Sono contento per lui, gli auguro una carriera da dirigente altrettanto piena di vittorie. So quanto Marco tiene a Bologna e al Bologna, lo ha sempre dimostrato da calciatore e continua a dimostrarlo adesso, solo che prima poteva sfogare l’adrenalina sul campo, ora deve contenersi un po’ di più, anche se di fronte a certe emozioni non è facile».
Tu conosci molto bene sia Daniele Gastaldello che Luca Rossettini, con cui hai giocato a Siena dal 2007 al 2009: cosa puoi dirci di loro? «Prima di valutare il calciatore, con le sue qualità tecniche, mi piace valutare l’uomo, e da questo punto di vista sia Gastaldello che Rossettini sono promossi a pieni voti, sono due ragazzi eccezionali, oltre che due professionisti esemplari. Nel corso della loro carriera, poi, sono cresciuti in maniera costante, sia tecnicamente che tatticamente, e per quanto mi riguarda sono tra i migliori difensori della Serie A. Meritano entrambi di vestire una maglia importante e sono felice che sia proprio quella del Bologna, se la meritano tutta».
Nonostante abbiano caratteristiche simili, pensi che possano giocare insieme, una volta che Gastaldello avrà recuperato dall’infortunio? «Possono giocare insieme, assolutamente. Acquistando Rossettini credo che la società abbia investito nel modo giusto, tutto il reparto arretrato può trarre beneficio dal suo arrivo. Lui e Gastaldello sono difensori completi, forti fisicamente ma anche eleganti e soprattutto grintosi, due che fino alla fine non mollano mai, di loro conservo davvero un ottimo ricordo».
Negli ultimi giorni si è vociferato di un interesse del Lanciano nei tuoi confronti: il tuo futuro è ancora alla Robur? «Penso proprio di sì, a meno che non succeda qualcosa di clamoroso, come una chiamata dalla Serie A, ma la vedo difficile (ride, ndr)».
A giudicare da certi difensori che si vedono all’opera, tu in Serie A potresti ancora starci… «Scherzi a parte, va benissimo così, continuo a giocare e mi diverto, poi il giorno che la testa manderà affan…. le gambe o viceversa capirò che è arrivato il momento di levarmi gli scarpini e mettermi la cravatta. Anche se sinceramente non so se ci riuscirò, io sono più un tipo da camicia sbottonata (ride, ndr)».
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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