Carlo Nervo, undici anni con la maglia rossoblu, non dimentica Bologna. Sindaco del suo paese d’origine (Solagna – Vi), segue la squadra da lontano e con la stessa passione con cui scendeva in campo ogni domenica al Dall’Ara.
Nervo, Lei è una dei simboli della storia del Bologna. Cosa pensa della squadra di quest’anno? Vedo un organico buono e dico che serve solo un po’ di pazienza: soprattutto non servono le pressioni da parte degli organi di stampa. Bisogna lasciare lavorare Pioli, grande professionista e persona per bene, dopodiché manca solo un po’ di fortuna e il raggiungimento di un risultato positivo.
Considerando il periodo buio che i rossoblu stanno attraversando, esiste una nota positiva? Io penso che un attacco come quello del Bologna non sia un attacco da penultimi in classifica. E’ un gruppo che può salvarsi tranquillamente: ripeto che bisogna lasciare lavorare il Bologna in pace, dargli la possibilità di dimostrare il proprio valore perché se ci sono troppe pressioni diventa tutto più difficile.
Forse mancano i suoi cross. No, io ero scarso a crossare ma correvo tanto. Erano bravi gli altri che nonostante mettessi delle palle così così in mezzo, facevano gol.
Lei è stato Capitano del Bologna ed è molto modesto. Oggi Marco Di Vaio, un altro immenso idolo dei tifosi, affronterà la sua ex squadra con i Montreal Impact in amichevole. Condivide la sua scelta di concludere la carriera dall’altra parte del mondo? E’ stato un grandissimo anche perché oltre al calcio ha scelto di fare un’esperienza di vita. Ha avuto la possibilità di andare in un altro continente e la sua scelta è per me molto condivisibile. Poteva fare un altro anno qui tranquillamente ma a volte ci sono delle esperienza che valgono di più. Io apprezzo moltissimo quello che ha fatto per il Bologna e per il calcio italiano ma lo apprezzo anche per il suo trasferimento in Canada che è sicuramente importante anche per una sua crescita personale.
In questo avvio di stagione, qual è il giocatore che l’ha colpito maggiormente? Diamanti è stata sicuramente una grande rivelazione, al di là del fatto tecnico che è indiscutibile penso che come leader sia un giocatore fondamentale per questa squadra. E’ un ragazzo che da quello che mi dicono – mi tengo sempre un po’ informato nell’ambiente – è un vero e proprio trascinatore. Questo mi ha stupito in positivo.
Domenica i rossoblu affronteranno il Torino, diretta concorrente per la salvezza. Che partita si aspetta? Mi aspetto una partita difficile, come lo saranno le prossime quattro. Sono convinto che verrà fuori il carattere della squadra: l’hanno dimostrato anche l’anno scorso che più o meno avevano gli stessi punti. L’importante è davvero lasciare lavorare tranquillo Pioli che è il dodicesimo uomo in campo.
A suo avviso, chi si giocherà la salvezza quest’anno e chi vincerà lo scudetto? E’ vero che negli ultimi anni ha vinto di più l’Inter ma penso che alla fine sarà la Juventus a vincere lo scudetto, sono più pronti a vincere e a sacrificarsi. Per quanto riguarda la lotta alla retrocessione io non metterei il Bologna, metterei tutte le altre. Il Bologna ha una marcia in più a livello di organico e anche di allenatore.
Le chiedo un’ultima cosa. Qual è il ricordo più bello che lo lega a Bologna? Dovrei stare qui tutta la giornata perché di ricordi belli ne ho davvero tanti. Se devo sceglierne uno, il ricordo che ho più impresso è stato il primo gol che ho fatto in Coppa Uefa a Lisbona, un campo difficilissimo. Dalla serie C siamo tornati in Coppa Uefa e a Lisbona erano 29 anni che non vinceva una squadra italiana: abbiamo vinto noi.
Bei tempi, bellissimi tempi. Sì e tanti brividi. Per questo, in bocca al lupo al Bologna.
[Greta De Cupertinis – Fonte: www.zerocinquantuno.it]