Vincitore della Copa America 2011, con la maglia celeste. Punto di riferimento per Bologna e per lo spogliatoio: Diego Perez, 32 anni quest’anno, è una delle garanzie certe di questa squadra. Dominatore del centrocampo assieme al compagno di squadra Mudingayi, l’uruguaiano gode della stima dei compagni e dell’allenatore: “Quest’anno con i ragazzi ci conosciamo da più tempo e siamo davvero una squadra. Io lavoro sempre e dò il massimo, in questo momento mi sento molto bene. Sono al top della forma, è il periodo migliore che abbia attraversato: d’altronde, quando cominciano ad arrivare i risultati, torna la fiducia, cambia la mentalità, puoi affrontare tutte le squadre. Ora mancano 15 partite e dobbiamo ancora fare punti, Pioli sta dando chiarezza, concentrazione ed esperienza a tutto il gruppo”.
Nella sua carriera, prima in Uruguay, poi in Francia ed infine in Italia, ha sempre ricoperto il ruolo del centrale di metacampo. Ruolo che, come dice lui stesso, sembra essergli cucito addosso: “Il calcio di adesso è plurifunzionale, devi sapere fare tante cose ma quello è il ruolo dove mi sento più comodo: qualsiasi cosa chieda il mister io sono disposta a farla, ma il cambio di modulo ha portato bene”. Come ricordava Mudingayi una settimana fa sempre in conferenza stampa, da quando giocano insieme in un centrocampo a 4 il Bologna non ha più preso gol su azione. El Ruso, soprannome datogli dalla mamma per il colore bianco della pelle simile a quella di un russo, conferma la simbiosi con il belga: “Lavoriamo bene insieme, ma in Italia ci sono tante coppie di giocatori bravi. Noi abbiamo caratteri e caratteristiche similari, conosciamo i nostri movimenti, più passa il tempo e più ci intendiamo”.
Altri due giocatori ai quali Perez è legato sono sicuramente i suoi connazionali Ramirez e Gimenez. Dopo lo splendido gol di tacco di Gastoncito contro la Fiorentina, tutti non fanno altro che parlare del suo talento: a Bologna, come in possibili squadre interessate all’acquisto a giugno. Ma che consiglio dà, un esempio serio di professionismo come Perez, a un ragazzo giovane come lui?: “Deve pensare a giocare a calcio, migliorare ogni giorno perché è giovane. L’importante è che ragioni con la sua testa e che lavori per poi arrivare in una grande squadra”. Per il centrocampista, l’uruguagio più forte del momento è Cavani del Napoli: nel frattempo, aspetta realmente Gonzalo Bueno: “La mia famiglia l’ha visto giocare ed è molto bravo” e afferma una cosa importante su Gimenez: “E’ vero che ha avuto offerte a gennaio ma ha vissuto un momento particolare qui, proprio in quel periodo è nato suo figlio e voleva dare un minimo di stabilità alla sua famiglia. Se non troverà il giusto spazio, sarà lui a decidere cosa fare a giugno”. Il contratto di Perez scade tra un anno ed in passato è stato associato a diversi clubs: “A me non è arrivata nessuna offerta, ho tre anni di contratto e oggi come oggi sono del Bologna. Qua sto bene, in questo momento penso solo a raggiungere l’obiettivo della salvezza”.
L’uruguagio che terminata la carriera dichiara che continuerà a fare qualcosa legato a questo ambiente, non si riposa mai: d’estate ha avuto prima i Mondiali, poi la Copa America, quest’anno le Olimpiadi: “La vita del calcio è bellissima, sarà dura dopo. Non vado mai in vacanza ma sono contento così, quando smetterò farò ferie per tanti anni. L’Uruguay sono sessant’anni che non va ai Giochi Olimpici: sono un sogno per qualsiasi giocatore, se arriverà la convocazione la prenderò con gioia”. La stessa gioia con cui è tornato da Milano, vittoria considerata da lui la più bella da quando è a Bologna. L’anno scorso, racconta, è andato a San Luca a piedi dopo la salvezza dei rossoblu. Un gesto bellissimo, più da tifoso che da calciatore, da uno che ci tiene davvero. Ora, oltre la salvezza, ha un altro desiderio: “Mio figlio mi chiede di fare un gol al Dall’Ara, e io spero davvero di riuscirci” e ne ha un altro ancora più emozionante da qui alla fine della sua carriera: “Spero di vedere il Bologna più in alto possibile in classifica”. El Ruso, un cuore grande in un aspetto da duro.
[Greta De Cupertinis – Fonte: www.zerocinquantuno.it]