Serve un portiere? Serve un centrocampista? Serve tanto al Bologna che le perde tutte, ma prima che inizi il mercato di gennaio, prima e ultima ancora di salvezza per una squadra che sta affondando, serve un uomo di mercato. Il Bologna ha bisogno come l’ossigeno di qualcuno che conosca bene i giocatori e che li sappia valutare in funzione delle necessità di Pioli.
Roberto Zanzi ha varato una strategia che, si fa per dire, poggia sui grandi numeri. Te ne lascio in dote 33 e vedrai che undici da serie A in questo enorme mazzo ci sono. Invece pare proprio che non ci siano, dopo che Pioli le ha provate veramente tutte. Una girandola di uomini e di moduli che ha fatto girare la testa ai giocatori, che non ha dato loro certezze, ma che ha messo a nudo una necessità primaria: prendere pedine sapendo dove collocarle e come usarle. Fuori Morleo, per il Bologna è stato un dramma. Pioli ha tentato di sostituirlo con Pulzetti e con Motta, ovvero ne ha piazzati due fuori ruolo pur di non mettere di nuovo in campo Abero, l’uomo che, a detta di Zanzi, avrebbe avuto la parte che l’allenatore voleva affidare a Jokic.
Non sono uomini di calcio coloro che, di fronte alla sconfitta, non hanno nulla da dire. Il Bologna, l’allenatore e i giocatori, hanno bisogno di un referente, di una persona con cui confrontarsi, di qualcuno a cui affidare il doppio compito di gettare le basi per la cessione di chi non serve e per mettersi in casa i giocatori necessari a raddrizzare una stagione che, lasciata andare, vedrebbe il Bologna retrocesso con largo anticipo sulle ultime giornate di campionato.
Anche Menarini ebbe lo stesso problema, quando vide in pista un Bologna senza logica e senza identità. E tentò di rimediare affidandosi a Moggi, cioè all’uomo sbagliato, l’unico <impresentabile> su piazza. Ma l’idea di fondo non era sbagliata. Guaraldi ha combinato la scorsa estate un pateracchio molto simile, forse peggiore, a quello di Menarini e deve cercare un uomo capace di trovare in fretta il bandolo della matassa. Il presidente del Bologna chiese ai soci di raddoppiare lo stipendio a Zanzi e pochi mesi dopo averlo fatto dovrebbe dire loro che Zanzi andava bene a far di conto, non a costruire una squadra efficace, snella e di prospettiva. Il che non solleva Guaraldi dalle responsabilità: a scegliere di dare pieni poteri a Zanzi è stato lui e lui oggi dovrebbe avere la forza di dire che ha sbagliato. Zanzi non ha superato la sua prova : ha aumentato il monte ingaggi a fronte di una squadra nettamente indebolita. Ha scelto giocatori non adatti alle esigenze della squadra, il caos portieri è forse la colpa maggiore.
La responsabilità della cessione di Gillet è del presidente, ma la scelta del sostituto, a 600 mila euro di ingaggio netto, è sicuramente di Zanzi. E dovrebbere essere la stessa persona a metterci una pezza a gennaio? Cioè il Bologna dovrebbe affidare a chi ha già dimostrato di non essere all’altezza, il compito di sistemare le cose? Ora il margine di errore è davvero ridotissimo. Serve un vero direttore sportivo che sappia come muoversi, che sappia dove mettere le mani. Spendere con criterio, perchè è vero che il direttore generale è stato un ministro senza portafoglio o col portafoglio semivuoto, ma doveva comunque fare meglio. Un esempio? Zanzi sapeva da gennaio che Mudingayi sarebbe partito e lo ha sostituito con Pazienza, a cui ha fatto un triennale sontuoso. Muovendosi con largo anticipo un ds forse avrebbe trovato una soluzione più in linea con le esigenze tecniche ed economiche del club. Per trovare i tasselli giusti da inserire dopo la sosta, bisognerebbe aver già cominiciato a lavorare. Chi lo farà? Solo Pioli ha i 7 giorni?
[Sabrina Orlandi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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