E sono quattro. Le pedine titolari del Bologna in grado di fare 51 punti che se ne sono andate, aumentano giorno dopo giorno, e il giochino si sta rompendo. Subito via Raggi per il Monaco, poi Di Vaio che ha preferito l’avventura all’estero in Canada. Stessa sorte per Mudingayi, per il quale c’è un accordo con l’Inter, si attende solo di avere la certezza sulle decisioni di Palazzi e il belga lascerà il capoluogo emiliano, ma non per Faraoni che nel frattempo è passato all’Udinese nell’operazione che ha portato Handanovic in nerazzurro. Per finire la ciliegina sulla torta, Gillet, quello che “gli darei la fascia di capitano per quello che rappresenta” e poi ceduto in fretta e furia al Torino (mica il Real Madrid, con tutto il rispetto verso i granata) per pochi soldi, che, evidentemente servono. Alla base della cessione del belga, afferma Guaraldi, le continue richieste del ragazzo di riabbracciare Ventura e firmare il contratto della vita.
Contratto che aveva anche a Bologna, tre lunghi anni, contratto che Gillet avrebbe onorato al meglio, e soldi che non saranno reinvestiti. Probabilmente arriverà Curci, terzo portiere della Roma ormai in parabola discendente, un’ottima stagione nel Siena di Zanzi poi il declino. Non va dimenticato neanche Belfodil, “lo abbiamo lasciato andare noi”, sentenzia Guaraldi, ma poco importa, un prospetto se ne è andato. Non c’è soldo che si muova in uscita, solo tanti prestiti (Pasquato, poi forse Gabbiadini e Motta, più Heinze a parametro zero anche se non ci stupiremmo rifiutasse ancora una volta la maglia felsinea), pare che gli investimenti della società siano terminati con il riscatto delle comproprietà di Taider, Acquafresca e Diamanti.
Fino allora la società andava difesa, ora non più. Poco importa se Zanetti si era detto pronto a rientrare con un aumento di capitale di venti milioni di euro, rifiutato da Guaraldi perchè “non ce n’è bisogno”, poco importa se “Ramirez non è necessario cederlo, però poi potremo fare un altro tipo di mercato”.. i soldi di Zanetti servono eccome, altrimenti se si va avanti con le proprie gambe si è in dovere di non cedere nessuno dei pezzi forti e anzi, acquistarne altri. C’è una difesa da reinventare (da tenere sott’occhio la vicenda Portanova, Morleo e Cherubin, più le citate partenze di Gillet e Raggi), un centrocampo che necessita di un sostituto di Mudingayi, che non deve però essere Guarente, reduce da un infortunio serio e del quale non si conoscono le condizioni fisiche (ricorda molto la storia Mutarelli) e un attacco che manca ancora di una punta che possa andare in doppia cifra. Non va bene, pensare al centro tecnico può essere una cosa positiva, ma serve anche la squadra. È in atto uno smantellamento, ora c’è di che preoccuparsi.
[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]