Siamo in pieno Carnevale ma oggi al Dall’Ara, contro il Siena, il Bologna era obbligato a gettare la maschera e a rivelare la sua identità. Squadra da salvezza tranquilla o costretta a soffrire fino all’ultimo? Gruppo in grado di levarsi qualche soddisfazione o destinato ad un finale di campionato anonimo? Per cercare risposte positive a queste domande Pioli decide di confermare l’undici di partenza che la scorsa domenica ha sconfitto il Pescara: Curci tra i pali, difesa a tre guidata da Antonsson, Kone e Diamanti alle spalle di Gilardino e Gabbiadini in panchina pronto a subentrare. Sul versante opposto i bianconeri di Iachini, nel pieno della loro ‘missione impossibile’ e carichi a mille dopo il successo contro l’Inter, replicano in maniera speculare, con Rosina e Sestu pronti a innescare il giovane Emeghara in avanti.
Il Bologna anche stavolta non sbaglia l’approccio alla gara e parte fortissimo: dopo pochi secondi Diamanti lancia Kone sulla fascia, il greco crossa subito al centro e trova Gilardino che però gira troppo debolmente col destro verso la porta di Pegolo. Il Siena però si compatta e i primi venti minuti, nonostante un leggero predominio territoriale dei rossoblù, sono sostanzialmente equilibrati.
I ragazzi di Pioli si scatenano nella seconda parte della frazione: al 21’ Gilardino scatta in posizione regolare, Perez lo pesca con un lancio perfetto ma il numero 10 spara troppo centralmente contro il portiere avversario, al 26’ poi il Gila insacca ma il suo gol viene giustamente annullato per un netto fuorigioco di Cherubin, infine al 30’ Diamanti chiama Pegolo al miracolo direttamente da calcio d’angolo, sulla respinta ci prova ancora Gilardino di testa ma Terlizzi salva sulla linea. Ma il calcio beffardo, lo sappiamo, ecco quindi che al 33’ arriva la beffa: cross di Vergassola dalla sinistra, Cherubin tarda nella marcatura su Emeghara, Curci rimane nella terra di nessuno e l’attaccante nigeriano incorna in rete per il vantaggio ospite.
Nonostante la doccia gelata il Bologna non si abbatte e, come accaduto sette giorni fa, rimette in equilibrio l’incontro praticamente subito: al 41’ Diamanti su punizione dipinge una traiettoria perfetta sulla quale si avventa Kone che al volo di piatto trafigge Pegolo. Il finale è ancora di marca felsinea, con l’ennesimo splendido suggerimento di Diamanti per Gilardino che non ci arriva per un soffio. Si va al riposo con un pareggio che sta molto stretto ai padroni di casa.
Nell’intervallo Pioli inserisce Gabbiadini al posto di Motta e sposta Kone sulla fascia destra, dimostrando di voler vincere a tutti i costi. In avvio di ripresa è però il Siena, aggressivo a centrocampo e frizzante in avanti, a farsi preferire. Rosina in particolare sembra incredibilmente ispirato, tocca un’infinità di palloni e quasi sempre salta il suo diretto avversario mettendo in difficoltà la retroguardia bolognese. Diamanti prova allora a caricarsi sulle spalle ai compagni e al 21’ regala al pubblico una giocata meritevole di maggior fortuna: palla controllata al limite dell’area, tunnel secco su Della Rocca e sinistro al fulmicotone che si perde di poco sul fondo. Al 26’ ci prova poi Gabbiadini dopo un batti e ribatti in area, ma il suo tiro finisce alto sopra la traversa, forse deviato. È il momento chiave del match, entrambe le squadre sembrano poter sferrare il colpo decisivo da un momento all’altro. Alla mezz’ora Diamanti libera Kone in area ma il buon Panagiotis, anziché crossare, si produce in una conclusione sbilenca che lambisce l’esterno della rete. Gli ultimi tentativi sono ancora di Diamanti, l’ennesimo, e di Diego Perez, ma entrambi terminano molto lontani dal bersaglio grosso. Finisce 1-1 e, nonostante di fronte ci fosse un Siena compatto e organizzato, non si può certo essere soddisfatti.
Potremmo quindi definire la partita odierna un giro di parole che non risponde completamente alle domande che ci eravamo posti in principio. Il Bologna di questo periodo è certamente più squadra di quello visto per gran parte del girone d’andata, la difesa a tre fornisce maggiori garanzie rispetto a quella a quattro e l’attacco è certamente uno dei migliori della Serie A per qualità e continuità. Di contro però le occasioni sprecate per levarsi definitivamente dalla zona calda continuano ad accumularsi, il reparto arretrato mostra ancora diverse lacune che devono essere eliminate o quantomeno ridotte al più presto, mentre davanti in certe giornate si tende a dipendere ancora troppo dalla prestazione di Diamanti (volenteroso nel pressing, sublime nella rifinitura ma oggi troppo impreciso al tiro). E poi c’è sempre il problema portiere: Curci, in occasione del gol dei toscani, è sembrato tutt’altro che perfetto, troppo simile al suo predecessore Agliardi. Sinceramente non me la sento di gettargli già la croce addosso, è troppo presto e sarebbe controproducente, ma le sensazioni non sono troppo positive. Chi mi sento di colpevolizzare è invece la società, che nel recente mercato di riparazione era chiamata ad acquistare un estremo difensore ma non l’ha fatto.
Quindi, cosa dobbiamo aspettarci all’orizzonte? A mio avviso una salvezza tutto sommato tranquilla ma ben lontana dai sorrisi e dagli exploit dello scorso anno. E guardando ancora oltre? Nubi nere, le solite, quelle costituite da incompetenza, approssimazione, confusione e instabilità, quelle in grado di far piovere solo delusione, rabbia e amarezza. Chissà quando arriverà un vento fresco che le spazzerà via, chissà quando potremo tornare a respirare aria buona… Con tutto il rispetto, non ne possiamo più di sfide al piccolo Siena vissute come finali di Champions League, non ne possiamo più di far parte delle ‘piccole’ del calcio italiano, non ne possiamo più di quest’aura di rassegnazione che sembra pervaderci ormai da anni! Noi siamo il Bologna, meritiamo un futuro degno del nostro glorioso passato, un futuro completamente diverso da questo mediocre presente.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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