Ossigeno puro è quello che risulta dopo la vittoria sul Lecce. Ma se non aveva senso disperarsi e gridare ai catastrofismi per l’ultimo posto in classifica della settimana scorsa, allo stesso modo esaltare oggi la 12° piazza dei rossoblù lascia il tempo che trova. La serie A di quest’anno dimostra un netto livellamento, all’interno del quale un paio di risultati positivi o negativi ti possono al momento catapultare in zona Europa come in fascia caldissima.
Ecco allora che a Malesani e ai suoi ragazzi non resta che lavorare di settimana in settimana con l’unico obiettivo della crescita graduale di un organico che, ancora, riesce ad esprimere bene il suo valore solo a tratti. Il Bologna disinvolto, padrone del campo e ordinato visto all’opera per un’ora contro il Lecce ha però avuto bisogno del tasso tecnico di Ramirez e Gimenez per portare a casa il bottino pieno. Perchè va bene il compitino, l’ordine tattico, la disciplina difensiva, ma per vincere servono i suggerimenti in verticale e i tiri in porta, e così è stato.
Non c’è però il tempo di sorridere troppo perchè il turno infrasettimanale ci riporta in quella Genova che resta la sede della nostra ultima vittoria esterna, nel lontano febbraio scorso, un match che è entrato di diritto nella storia recente del Bologna con tutte le emozioni che si portò con sé. Non è facile interpretare alla vigilia la condizione di un Genoa che ha appena cambiato allenatore: Ballardini è tecnico preparato, concreto, e raccoglie l’eredità amara (i nostri stessi 11 punti in classifica) lasciata da Gasperini, che ha concluso mestamente una vera epoca alla guida del Grifone, riportato da lui ad alti livelli calcistici. Visti i liguri a Palermo domenica sera, hanno dato l’impressione di una squadra poco lucida, imprecisa, e non più avvolgente come un tempo nelle sue manovre offensive: in compenso, il Genoa come sempre concede tanti spazi e Pinilla è stato bravo ad infilarsi fra le maglie larghe della disposizione difensiva rossoblù.
Sembra un ritorno al passato: un anno fa criticammo, in sede di vigilia, le scelte di Colomba che preferì i lenti ed impacciati Adailton e Zalayeta invece del rapido Gimenez, che ci pareva più adatto ad andare a stanare il Grifone a casa propria. Il campo ci smentì categoricamente, e i due sudamericani non più giovanissimi sfoderarono qualcosa di irripetibile. Ora la situazione è simile, perchè c’è una Bologna intera che reclama Ramirez, Gimenez stesso, anche il bravo Siligardi: Malesani invece sembra voler premiare la continuità dell’undici che sabato è tornato al prezioso successo, magari solo con qualche aggiustamento di sorta ma non di fatto.
Fra i convocati anche Portanova e Radovanovic, seppur acciaccati: la sensazione è che ci sia ancora fiducia per Meggiorini (generosissimo, ma deve tirare di più in porta) e Buscè, difficile capire se a metà campo rientrerà Ekdal, sicuramente Mudingayi. A casa Della Rocca, acciaccato, il migliore in campo per eleganza, efficacia e personalità nell’ultimo turno: il ragazzo ci servirà ancora, e si è guadagnato tutti i complimenti che gli sono arrivati in questi giorni. Ballardini ha avuto solo due allenamenti per preparare il suo Genoa: non stravolgerà l’assetto di squadra, ritroverà Veloso e Milanetto a metà campo e ha un dubbio sull’esterno d’attacco (Mesto o Destro). Dietro non si tratta di corazzata impenetrabile, molto dipenderà dall’atteggiamento del Bologna, che vorremmo vedere anche in trasferta convinto come al Dall’Ara. Sulla strada giusta ora ci siamo: speriamo di non deviare di nuovo, per non dover ripartire sempre da capo quando pare che il bandolo della matassa sia in via di soluzione.
[Federico Frassinella – Fonte: www.zerocinquantuno.it]