Niente da fare, non si riesce più a vincere. Con l’Udinese finisce 1-1, arriva un misero punticino figlio di una prestazione mediocre, proprio come questo Bologna. Primo tempo brutto ai limiti dell’irritante, e in questa bruttezza si mette in luce il peggior giocatore in campo, il solito Pazienza, che anche oggi Pioli è costretto a schierare titolare perché da qualche tempo i muscoli del guerriero Perez somigliano più a quelli di una mozzarella che a quelli di Chuck Norris: sospetta contrattura durante il riscaldamento e arrivederci a chissà quando. Il resto della squadra, comunque, non fa poi tanto meglio, contro l’Udinese più debole degli ultimi quattro anni. Per fortuna a inizio ripresa entra Krhin, che se non altro sa fare tre cose mostruosamente complicate per altri suoi compagni di reparto: stoppare il pallone, alzare la testa, passare correttamente il pallone. Tanta roba.
Pronti via, incredibile, è subito gol: Gabbiadini mette al centro dalla sinistra per l’accorrente Diamanti che di prima intenzione anticipa Brkic e gonfia la rete. Tutti sotto la curva a festeggiare come non accadeva da secoli. A qual punto i rossoblù, galvanizzati, cominciano lentamente a guadagnare metri di campo, con l’Udinese che non si scomoda più di tanto per impensierire il nostro portiere. Diamanti arriva ripetutamente al limite dell’area e riesce nell’impresa di fare sempre la cosa sbagliata, passa quando deve tirare e tira quando deve passare. Alino corre per cinque, lotta, prende calci a destra e a manca, ma sul più bello pecca sempre di frenesia, forse per l’eccessiva generosità e la troppa voglia di trascinare la squadra sulle sue spalle. Fatto sta che si rimane 1-0 e l’Udinese resta lì, sorniona, aggrappata alla partita. È il 74’ quando un cross di Armero dalla sinistra, sporcato da Ranegie, finisce sui piedi dell’attaccante notoriamente meno pericoloso della Serie A, tale Antonio Di Natale da Napoli.
Perché marcarlo, tanto è scarso… Il piccolo Totò, tutto solo all’altezza del dischetto del rigore, prende la mira e al volo di destro fa secco Agliardi, finalmente incolpevole: pareggio e clima da funerale, si rischia sul Serio la B come ai ‘bei tempi’ di Menarini. Peccato, perché fino a quel momento, pur nella sua pochezza, la difesa del Bologna si era comportata decorosamente, guidata da quel Sorensen che, una volta messosi alle spalle una fastidiosa lebbra, si era giustamente guadagnato per la seconda volta consecutiva una maglia da titolare. I ragazzi di Pioli, stanchi e col morale sotto i tacchetti, non hanno più la forza per imbastire una reazione degna di questo nome. Qualche pallone buttato in avanti a caso, nulla più, con i friulani che invece in almeno due occasioni rischiano di concretizzare il sorpasso. Sarebbe stato oggettivamente troppo.
Non è bastato l’appoggio dei seicento fedelissimi ieri a Casteldebole, non è bastata la spinta dei 24 mila del Dall’Ara (questa piazza ha un cuore grande, grandissimo, immenso), non è bastato mettere la testa avanti contro un avversario insidioso ma tutt’altro che insuperabile. Questi giocatori abbiamo e questi avremo almeno fino e gennaio, quando il clown con la barba bianca e il suo tuttofare pelato dovranno come minimo rinforzare la rosa con quattro-cinque innesti di qualità. Se poi l’esimio presidente volesse e riuscisse a mettere la società in mani migliori delle sue, tanto meglio. Ma io sto sognando, sono un povero pazzo. Resta il fatto che, per numero di punti fatti sul campo, il Bologna è la peggior squadra della Serie A, e che la classifica è a dir poco orribile. Sinceramente non vedo come questa situazione possa migliorare, considerando che sono tra quelli che non auspica assolutamente un cambio di allenatore. Per la fantomatica legge dei grandi numeri prima o poi il destino dovrà ricordarsi di noi, e qualche bottino da tre punti lo porteremo a casa, ma le previsioni rimangono grigie come il cielo di novembre.
Domenica si va a Torino, sponda granata, con la consapevolezza che una prestazione come quella odierna, pur volonterosa, non basterebbe per cominciare a tirare fuori almeno una gamba dalle sabbie mobili in cui siamo sprofondati. Tanti auguri e buon divertimento.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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