Bologna: Vi prego, qualcuno accenda la luce

Finalmente una delle settimane più nere nella storia del Bologna è finita. È stata una di quelle, come dire, con la M maiuscola. Ci siamo capiti. Nel giro di sette giorni siamo passati dall’euforia per la vittoria col Brescia e per le illusorie frasi di quello che non voglio nemmeno chiamare presidente riguardanti gli stipendi (“Tranquilli, è tutto a posto”) alle tenebre più oscure, addirittura al rischio di fallimento. I soldi per gestire il Bologna il signor Porcedda non li ha mai avuti, non è stato pagato nulla di nulla.

Lo ammetto, se non fossi tifoso del Bologna (ormai qui siamo abituati a qualsiasi cosa, pare che questa città attiri buffoni e cialtroni come una grande calamita) avrei sicuramente chiesto di mostrarmi le telecamere di “Scherzi a parte”. È tutto così pazzesco ed incredibile da sembrare un sogno, peccato solo che i tifosi si siano svegliati ed abbiano aperto gli occhi non dopo un banale pizzicotto ma dopo un vero e proprio pugno in faccia. Anche io devo fare mea culpa: dopo qualche diffidenza iniziale avevo iniziato a credere nel lavoro e nel progetto dell’imprenditore sardo, a crederci e a non ascoltare gli avvertimenti di molti giornalisti bolognesi.

Lo scenario disegnato da questi ultimi era talmente negativo che ho preferito non considerarlo. Ho sbagliato, e di grosso. Così come hanno sbagliato Renzo e Francesca Menarini, che quest’estate in preda al panico hanno ceduto la società a una persona totalmente inaffidabile ed insolvibile. Anche qui regna sovrana l’assurdità: ma come è possibile acquistare una bene di qualsiasi tipo senza pagarlo e fornendo garanzie inattendibili?

Forse non lo sapremo mai. Ora però conta solo salvare il Bologna: non una semplice società, non una semplice squadra, bensì un grande amore, una ragione di vita, una fede. Una fede che negli ultimi anni è stata calpestata, brutalizzata e ridicolizzata troppe volte. È ora di finirla, una volta per tutte. È ora che qualcuno accenda la luce perché sinceramente di brancolare nel buio pesto ci siamo rotti le scatole! Pare che quattro cordate di imprenditori siano pronte a rilevare tutto: la prima capitanata dal patron della Virtus Pallacanestro Claudio Sabatini, la seconda dall’ex presidente rossoblù Alfredo Cazzola (che a suo tempo, è bene ricordarlo, non esitò a passare la “patata bollente” nella mani di Renzo Menarini, e fu l’inizio della fine), la terza dallo stesso Renzo Menarini e la quarta dall’attuale consulente di mercato Carmine Longo (che comunque, in quanto legato da un rapporto di amicizia a Porcedda, un po’ di credibilità l’ha persa).

Il quadro economico, va detto, è disastroso. Inoltre, sia Porcedda che i Menarini rivendicano la proprietà e questo potrebbe allungare i tempi e far deteriorare ulteriormente la situazione. Invece bisognerebbe fare in fretta perché i giocatori oggi sono professionisti attaccati alla maglia che mai vorrebbero far fallire il Bologna, domani chissà. In fondo sono esseri umani e lavoratori, e come tali potrebbero mettere in mora il club da un momento all’altro. Stando alle ultime pare che staranno buoni fino a fine dicembre, ma il tempo comunque stringe. So che è difficile ma in mezzo a tutto questo casino bisogna anche pensare al campo, perché la salvezza non ci verrà certo regalata (e fra non molto arriveranno anche i tre punti di penalizzazione che ci ricacceranno in piena zona retrocessione). Ieri sera al San Paolo la squadra, orfana di Mudingayi e Perez (solo quando non ci sono ci si rende realmente conto di quanto siano importanti) ha fatto quello che poteva contro un buon Napoli. La difesa è apparsa troppo distratta e almeno due dei quattro gol subiti potevano essere evitati.

L’impegno comunque non è mancato e nel secondo tempo i ragazzi hanno prodotto una sostanziosa mole di gioco offensivo (anche meglio di quanto fatto vedere contro il Brescia), grazie soprattutto alla freschezza di Siligardi e Meggiorini, subentrati a Gimenez (ancora troppo discontinuo) e a Garics (da quattro partite il peggiore in campo). Una cosa è certa, tre gol di scarto non ci stavano proprio. Settimana prossima al Dall’Ara c’è il Chievo che ieri ha castigato l’Inter, non proprio un avversario ideale da affrontare in un periodo così difficile. Ma nonostante la stanchezza, la delusione, l’amarezza, la preoccupazione e la nausea (lo ripeto, qui si rischia concretamente di sparire dal mondo del calcio, capito la gravità della situazione?), tutti noi tifosi del glorioso BFC continueremo a gridare a squarciagola “Forza Bologna”. Se vogliono portarcelo via dovranno strappare il nostro cuore. Perché il Bologna siamo noi e solo noi, non dimentichiamocelo mai!

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]

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