L’Entella, appena promossa dalla Lega Pro, ha nel suo organico due giocatori nettamente più forti e pericolosi di tutti gli altri, il primo si chiama Andrea Mazzarani e il secondo Marco Sansovini. Ecco, il Bologna fin dalle prime battute pensa bene di lasciar agire liberi e sereni sia il fantasista che il bomber biancazzurro: al 2’ Mazzarani avanza indisturbato sulla destra, crossa in mezzo, Paez va a vuoto di testa e Sansovini, altrettanto indisturbato, fa secco Coppola con un preciso diagonale mancino. La partita non è nemmeno iniziata e già le tenebre avvolgono il ‘Dall’Ara’.
Gli ospiti, incredibilmente in vantaggio, si rintanano immediatamente nella propria metà campo e chiudono tutti i varchi ai rossoblù, che regalano ai propri tifosi ad una prima frazione di pura agonia. Tanti passaggi in orizzontale, di cui almeno la metà superflui e irritanti, alcuni palloni buttati nel mezzo senza convinzione, con Cacia spettatore non pagante, e svariati brividi in difesa. Come al 12’, quando ancora Paez si incarta con il pallone tra i piedi e libera al tiro Sansovini che alza troppo la mira, al 18’, con Mazzarani che si insinua in area di rigore, calcia di potenza e chiama Coppola ad un complicato intervento in due tempi, e al 23’, con Morleo che da due passi non inquadra lo specchio della porta di testa. La sofferenza stringe la mano alla tristezza.
La risposta rossoblù è tutta nel sinistro violento ma troppo pretenzioso di Buchel da distanza siderale al 32’, respinto lontano con i pugni da Pelizzoli, e nella botta tanto rabbiosa quanto imprecisa di Cacia al 38’, troppo alta. La curva dapprima chiede ai calciatori di tirare fuori gli attributi, poi, spazientita, inizia giustamente a fischiare. Nell’intervallo Lopez, che sente la sua panchina scottare sempre di più, sostituisce Casarini con Pasi, spostando Laribi sulla linea dei centrocampisti.
La ripresa sembra iniziare allo stesso modo, con l’Entella pericolosa e il Bologna praticamente inerme, salvato al 3’ ancora da Nando Coppola, che esibisce in un grande intervento per deviare in corner una staffilata di Costa Ferreira. Al 9’ però i rossoblù riescono incredibilmente a fare una cosa semplice ed efficace: tocco in verticale di Laribi per Troianiello sulla fascia, traversone al centro e colpo di testa in rete di Cacia. Ah, ma quindi giocare a pallone non è così complicato? 1-1 e tanti sospironi di sollievo.
Al 12’ Morleo, con un bel sinistro ben parato da Pelizzoli, illude lo stadio che l’inerzia del match sia cambiata, ma non è così, perché la difesa è ancora in balia della velocità del tandem Mazzarani-Sansovini. Al 13’ nuovamente Paez, disastroso, perde palla in area e per rimediare stende, apparentemente, l’ex trequartista del Modena. Il direttore di gara Merchiori però non è di questo avviso e lascia correre, scatenando le rabbiose proteste dei ragazzi di mister Prina. Mazzarani comunque non si scompone più di tanto e al 19’ è già pronto per impegnare severamente Coppola con una bella rasoiata mancina. Sudori freddi.
La gara prosegue in maniera piuttosto equilibrata, tra un colpo di testa insidioso di Moreo al 34’, fuori di poco, e un velenoso tiro-cross di Laribi al 37’, trattenuto in due tempi da Pelizzoli. Nel finale entrano anche Abero, schierato nel tridente d’attacco, e il redivivo Acquafresca, ma non succede più nulla, e per la modestia della prestazione offerta da capitan Morleo e compagni quest’oggi c’è da ringraziare che al triplice fischio di Merchiori il punteggio sia ancora fermo sull’1-1.
Tra una cordata e l’altra ancora non sappiamo quale sarà il futuro del Bologna, possiamo solo soffermarci sul presente. Un presente che parla di una squadra con poche idee e molto confuse, con una difesa che traballa e un attacco che dipende esclusivamente dalla vena realizzativa di Daniele Cacia, lasciato troppo spesso solo al suo destino. Di un allenatore giovane e inesperto catapultato in una situazione molto più grande di lui, con alle spalle una società per cui non esistono più aggettivi. E, appunto, di una dirigenza che, se ancora ci fosse qualche dubbio, non può che essere catalogata come la peggiore della storia del club. “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”.
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[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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