Dopo aver in passato sofferto con le piccole, il Bologna è reduce dalla vittoria con il Siena e dalle prestazioni positive contro Juventus in Coppa Italia e con il Milan in campionato. Si può finalmente dire che questa squadra ha superato i primi esami di maturità? Ci saranno altri esami, la classifica è sempre sull’orlo della zona pericolosa, ma questo trittico di partite almeno ha restituito autostima ai giocatori e fiducia all’ambiente. A dicembre non c’è mai nulla di definitivo, ma un passo avanti è stato fatto, soprattutto nel censimento delle forze in campo. C’è qualche nome nuovo su cui poter contare e c’è Di Vaio che ancora non s’è dimesso da cannoniere. Carta canta, e questa rubrica pure, ero tra quelli che erano disposti ad aspettarlo ad oltranza. Il capitano non ha neppure abusato troppo della nostra pazienza.
Tre gol in altrettante partite permettono di dire che capitan Di Vaio si è sbloccato, in concomitanza con il nuovo schieramento che lo vede unica punta? Era quindi solo un problema di modulo? Non è mai solo, nel calcio, un problema di modulo. Contano anche la forma fisica e la convinzione intima del giocatore, che poi spesso discende dal suo sentirsi bene o meno. Poi, la storia diceva che Di Vaio da solo in prima linea rende di più che Di Vaio con un partner. A “Repubblica” abbiamo fatto un pezzo con l’elenco delle sue vittime eccellenti in questi anni: ci sarebbe da scriverne una Spoon River, da Marazzina a Osvaldo, da Zalayeta a Meggiorini, e ora ad Acquafresca. Ma la storia raramente inganna e così pare vada anche stavolta. Detto ciò, Di Vaio che dolcemente fa fuori i suoi concorrenti non ruba nulla a nessuno: si piglia il posto e ripaga segnando. E va bene a tutti.
Quali sono le tue prime impressioni sulla coesistenza in campo tra Diamanti e Ramirez? Vorrei qualche prova in più, prima di emettere giudizi. Col Milan, ad esempio, lo splendore assoluto di Diamanti ha un po’ offuscato la prestazione di Ramirez. Che però non è stata banale. E aveva fruttato, per dire, un rigore probabilmente decisivo, non si fosse avvitata la partita in quella contabilità di compensazioni sulla quale Rocchi ha palesemente perso l’ombrello.
Domenica prossima si va in casa del Genoa dell’ex Malesani. Ti aspetti un Bologna che, contro l’ex tecnico, vorrà dimostrare qualcosa di più? Mi aspetto un Bologna che vada a cercar punti, come si deve fare ovunque e contro chiunque (Milan incluso, s’è visto). Il Genoa se la passa male davanti, levargli Palacio è un colpo letale, perchè è l’unico che fa gol con continuità. Si riuscisse a infilare l’1 a 0… Ma forse siamo ancora suggestionati dal fresco match con l’Inter, che sarebbe il copione perfetto anche per i rossoblù.
Giuseppe Magalini sembra in pole position per il ruolo di direttore sportivo. Può essere l’uomo giusto in vista del mercato di gennaio? Dico come Guaraldi e confesso di non aver avuto idea di chi fosse Magalini prima di leggerne il nome sul sito di Righi (altrochè Internet, andiamo). Dopodichè, Guaraldi ha colmato la lacuna incontrandolo a Casteldebole, noi non saremo così fortunati e ce ne faremo un’impressione vedendolo lavorare. E se davvero saprà vendere e sfoltire, capitolo duro per tutti, a gennaio, diremo che ci sa fare.
[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]