Bologna, W. Fuochi: “Ora iniziano gli esami veri”

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Contro la Juventus è arrivato un punto preziosissmo per il Bologna, eppure la partita passerà alla storia come quella del tuffo di Krasic. Contro i bianconeri mai una partita senza polemiche…
Però stavolta non sono polemiche ascrivibili al Bologna, che nel caso semmai è stata vittima. E quindi, affari della Juve: per una volta le rogne se le gratterà lei.

Tutto sommato bene la difesa, che non ha preso gol contro l’attacco più prolifico della serie A, mentre là davanti ancora si stenta, soprattutto negli ultimi 16 metri. Posto che quella con la Juve non era certo la prova più facile da superare per le punte…
Credo non si possa avete tutto. Se la scelta strategica su questa partita è stata quella di coprirsi, a differenza che a Palermo per esempio, è ammissibile che poi in attacco ci fosse meno spinta. Credo che bisogna guardare il risultato finale: un punto con la Juventus era un risultato che tutti avrebbero firmato, quindi una volta che è arrivato bisogna far fede alla propria firma.

Si può quindi già etichettare Palermo solo come un incidente di percorso o è ancora troppo presto?

Palermo bisogna etichettarlo come un allarme, sia pure già passato. Se la squadra viene schierata per fare gioco e per colpire, non può manifestare le fragilità che si sono viste dietro, come è successo a Palermo. C’è un bilanciamento che è ancora da trovare, perché non è che tute le partite si potranno giocare chiusi come quella con la Juventus. I cosiddetti scontri diretti con le squadre di fascia analoga andranno affrontati per trovare i tre punti. Una squadra che si esprime su tutto il campo, cioè difenda bene e attacchi bene, ancora l’abbiamo vista molto di rado.

Già da domenica a Cagliari bisognerà quindi giocare per i tre punti. Iniziano adesso gli esami veri, quindi, per il Bologna?
Sì, perché il Bologna ha avuto in calendario micidiale: ha incontrato tutte le squadre che attualmente stanno in alto in classifica e raccolto un bottino tutto sommato non disprezzabile. Adesso che arriva segmento di campionato più aggredibile, bisogna effettivamente aggredirlo.

In mezzo ci sarà anche la partita di Coppa Italia e si vedranno quei volti che sinora hanno giocato meno o non hanno giocato: Moras, tanto per fare un nome.
Si vedranno quelli più insoddisfatti o quelli da ‘collaudare’. Però la Coppa Italia sta perdendo sempre più interesse, almeno in questi turni preliminari. E quindi vedremo una squadra largamente sperimentale, non so quanto credendo a questi stessi esperimenti.

Viviano continua ad essere al centro del mercato, anche se domenica il presidente Porcedda ha detto che resterà a Bologna. Le ultime lo danno all’Inter dal prossimo giugno. Nel caso se ne andasse, sarà più per la necessità di fare cassa o perché ad un certo punto è naturale che un giocatore, che peraltro ha appena conquistato la Nazionale, desideri alzare l’asticella?
Credo si sposino le due cose. Viviano legittimamente aspira a giocare in una squadra più importante, probabilmente a fare le Coppe o a giocare per lo scudetto. Nella fascia che gli compete: è il portiere della Nazionale, in questo momento, e quindi non si sente, verosimilmente, in un club che lo valorizzi appieno. Da quel che si capisce il Bologna ha bisogno di soldi liquidi, e quindi andare incontro al giocatore e nel contempo mettere via anche un gruzzolo per affrontare emergenze presenti e future è un ragionamento senz’altro legittimo. Dopo bisognerà vedere se l’Inter intende prenderlo subito, lasciarlo in prestito, tenerlo per sé o girarlo, magari all’estero e magari per arrivare a un giocatore appetibile che oggi manca alla sua rosa. Le ipotesi sono tante, ma credo che riguarderanno molto presto più Viviano che il Bologna.

Nei giorni scorsi è emersa anche la vicenda di Casteldebole e si è ipotizzato che a far venir fuori certe situazioni siano alcuni imprenditori bolognesi. Imprenditori non tanto che non si erano fatti avanti quando ne avevano l’occasione, ma che anzi si erano fatti avanti e avevano ricevuto dei no dai Menarini…
Io alla storia dei trombettieri cattivi che raccontano le cose ai giornalisti buoni faccio qualche tara. Un giornalista ascolta molte persone, poi decide che cosa stampare, a che cosa credere, verifica e guarda: non siamo qui a fare la buchetta delle lettere, bisogna essere un po’ meno ingenui nella valutazione di queste cose. Quello che è incontestabile è che molte delle cose venute a galla sulla deficitaria situazione societaria del Bologna, arrivate da varie fonti, si sono rivelate ahimè vere e anche preoccupanti. Questo è il nocciolo della vicenda: bisogna risolvere delle questioni che esistono, al di là di chi abbia interesse o meno a farle risaltare. Il fatto incontestabile è che esistono.

[Redazione Zero Cinquantuno – Fonte: www.zerocinquantuno.it]