Claudio Bonomi, uno dei principali protagonisti del miracolo Castel di Sangro nel corso degli anni ’90 e ottimo conoscitore di mister Cavasin ai tempi di Lecce e Firenze, ha vissuto una breve parentesi nella Sampdoria.
Arrivato in blucerchiato nell’estate 2000, non è riuscito ad incidere come avrebbe voluto e iniziò ad essere trasferito in prestito altrove, prima a Pescara, poi a Catania.
Ha comunque un ottimo ricordo dell’esperienza in blucerchiato e, in qualità di doppio ex avendo indossato anche la casacca del Lecce per un ottimo biennio nella massima serie, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Sampdorianews.net per fare un viaggio tra passato, presente e futuro in chiave Sampdoria e Lecce:
Claudio, dall’esterno che idea ti sei fatto del periodo di crisi che sta attraversando la Sampdoria, vittima dell’astinenza da goal? “Il non riuscire a fare goal ha motivazioni più che altro psicologiche, la squadra ha dei valori ben superiori all’attuale classifica, conosco bene Cavasin che in settimana saprà caricare di grinta la squadra”.
Maccarone, Biabiany, Pozzi, Macheda. Da chi possiamo attenderci i pesanti goal salvezza? “Ritengo Maccarone un grande attaccante, Macheda l’avevo visto più volte in tv quando giocava in Inghilterra e mi aveva impressionato, a mio parere possono essere loro due l’arma offensiva in più di questa squadra. È vero, a gennaio la squadra è stata indebolita, ma persistono dei valori che prima o poi consentiranno alla Samp di uscire da questo periodo buio”.
Come si può uscire da periodi simili, dove anche le cose più facili diventano ostacoli insormontabili? “Ci si esce con la grinta, ad esempio del capitano, Palombo, che presumo abbia già preso in mano lo spogliatoio, fare gruppo è sempre la soluzione migliore, non vedo la Samp tra le squadre che fino alla fine del campionato rischieranno davvero la retrocessione, anche se la classifica al momento fa paura. I giocatori devono liberarsi di testa, se viene una vittoria, si può fare un filotto positivo, il calcio è strano, si possono dire tante cose e poi in campo si verifica l’esatto contrario. Mi dispiacerebbe se Sampdoria e Lecce retrocedessero avendo giocato in entrambe, ma credo che i blucerchiati alla fine abbiano ancora qualcosa in più rispetto alle concorrenti”.
La tua esperienza in blucerchiato è stata piuttosto breve, ma ti ha lasciato dei buoni ricordi? “Del periodo vissuto a Genova ho dei bellissimi ricordi, ho conosciuto una tifoseria calda che ti trasmette grande calore e ti consente di superare i periodi negativi”.
Nel corso della tua carriera hai conosciuto più volte mister Cavasin: può essere l’uomo giusto per salvare la Sampdoria? “Mi ha allenato sia a Lecce che a Firenze. È sicuramente bravo a caricare la squadra, nei momenti difficili riesce a tirare fuori il carattere dai propri giocatori, sono convinto che ci riuscirà anche stavolta, è arrivato da poco, è normale che abbia avuto bisogno di un tempo minimo per conoscere la squadra”.
Cosa ha rappresentato Lecce nella tua crescita professionale? “A Lecce ho vissuto due anni fantastici con altrettante salvezze in serie A. Era una squadra costruita con risorse limitate, il budget non era molto elevato, ma i risultati arrivarono e mister Cavasin riuscì a tirare fuori il nostro carattere”.
Che impressione ti ha fatto il Lecce attuale? “Non conosco personalmente De Canio, ma è un mister che assicura sempre un bel gioco alle proprie squadre, domenica il Lecce è riuscito a sconfiggere l’Udinese, la compagine migliore a livello fisico e mentale degli ultimi tempi. La Samp deve fare una gara attenta, Cavasin lavorerà sulla sfera mentale del gruppo, è necessario vincere. Un eventuale pareggio potrebbe fare comodo al Lecce, mentre alla Samp è richiesto fare la partita e vincerla. Chi si presenterà con il miglior stato mentale conquisterà i 3 punti”.
La gioia indescrivibile e il rimpianto più pesante nel corso della tua intera carriera. “La gioia più grande sicuramente il goal realizzato contro il Pescara che valse la salvezza in serie B per il Castel di Sangro. Non ho rimpianti particolari, ad un certo punto della carriera, soprattutto dopo Lecce, qualche allenatore non mi ha capito, anch’io ho avuto le mie colpe, anche se qualche chance in più me la sarei meritata, sono comunque contento di quanto ho fatto in tutti gli anni vissuti da calciatore. A Torino mi sono trovato benissimo, ad Empoli ho conosciuto Spalletti che stravedeva per me, a Lecce ho vissuto due anni magnifici”.
La squadra che ti è rimasta più nel cuore. “Castel di Sangro, dove ho inoltre messo le radici, vivo con la famiglia e i miei tre figli. Per l’attuale Castello mi auguro in una crescita che consenta di arrivare ad una categoria superiore all’Eccellenza. Noi a quei tempi abbiamo vissuto un miracolo, il miracolo Castel di Sangro, poi nella vita non si può mai sapere, è normale che, ora come ora, lo vorrei vedere più in alto. Non conosco alcune persone che lavorano in società, spero si possano gettare le basi per fare meglio in futuro rispetto a quanto sia stato fatto finora”.
Un saluto ai tifosi blucerchiati e ai sempre più numerosi lettori di Sampdorianews.net. “Mando ai tifosi doriani un grande saluto e un caloroso abbraccio. A loro mando un messaggio: non preoccupatevi, con la vostra forza la squadra ce la farà ad uscire da questo periodo”.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]