Sergio Romero è una pista caldissima per il ruolo di portiere in casa Sampdoria, senza però trascurare il presunto interessamento del Chievo in caso di cessione di Stefano Sorrentino. Romero è il portiere titolare della Nazionale Argentina, Argentina significa Sudamerica, Sudamerica è sinonimo di Stefano Borghi. Per i propri lettori Sampdorianews.net cerca di offrire sempre il meglio e pure in questo caso non ha voluto fare un’eccezione. Per conoscere meglio il n°1 della Seleccion, fare il punto sul panorama calcistico sudamericano e non solo, Sampdorianews.net ha avuto l’onore di contattare in esclusiva Stefano Borghi, volto noto e assai apprezzato di Sportitalia, uno dei massimi esperti del calcio sudamericano:
Stefano, quali sono le caratteristiche principali di Sergio Romero? Spesso i portieri sudamericani si contraddistinguono per un elevato livello di spericolatezza, bella a vedersi purchè venga assicurata l’affidabilità. “Sergio Chiqui Romero rientra in questa categoria, è un portiere spericolato, un giocatore di grande temperamento, aggressività positiva, tende molto ad uscire con i piedi dalla propria area di rigore, la sua caratteristica principale è il grande fisico con un’altezza sopra il 1 metro e 90, ha la capacità di coprire efficacemente gli spazi. Forse gli manca qualche fondamentale, ma stiamo sempre parlando del titolare della Nazionale Argentina, si è distinto tra i pochi della Seleccion a disputare una Coppa America di livello accettabile, si tratterebbe di un arrivo sicuramente importante”.
In Europa Romero ha conosciuto soltanto il campionato olandese, giudicato da qualche addetto ai lavori come una vetrina non di primissimo piano, concordi con loro? “Arrivò molto giovane nell’Az Alkmaar dal settore giovanile del Racing Avellaneda, in Olanda si trasferì dopo aver vinto l’Under 20 nel 2007. A quei tempi l’AZ era una squadra importante che vinse lo scudetto, non mi sento d’accordo con chi giudica il campionato olandese un torneo minore, non a caso la Roma ha trovato il proprio n°1 con Stekelenburg, a mio giudizio tra i 5 migliori estremi difensori in circolazione, a testimonianza della competitività del campionato nazionale olandese”.
Lo ritieni un portiere adatto al calcio italiano? “A livello di portieri non si può trovare una risposta, ma sicuramente è un estremo difensore di grande prospettiva, vedere in B il portiere dell’Argentina sarebbe un qualcosa di davvero notevole, senza dubbio sarebbe il n°1 più importante del torneo cadetto”.
Alcuni media danno anche il Chievo sulle tracce di Sergio Romero nel caso di cessione di Stefano Sorrentino con destinazione Palermo. Fossi al suo posto, tra Chievo e Sampdoria su chi cadrebbe la tua scelta? “Difficile capirlo a priori, tanto dipenderebbe dall’aspetto economico della trattativa. Il Chievo darebbe la garanzia di giocare in serie A e anche in modo piuttosto stabile vedendo il rendimento dei gialloblu negli ultimi anni. La Samp offre però una cornice di un certo tipo. Dalla scelta del giocatore si capirà se punta di più sulla sicurezza economica, o sul gusto della sfida”.
Da grandissimo esperto di calcio sudamericano, hai qualche nome da consigliare in prospettiva alla Sampdoria, soprattutto per il ruolo di fantasista, dato che fin dalle prime amichevoli è emersa la mancanza del classico giocatore dell’ultimo passaggio? “Potrei citarti un centinaio di nomi. Ormai il Sudamerica non è più soltanto Brasile e Argentina, vanno monitorati con attenzione i movimenti calcistici di Uruguay, Cile, Perù, Venezuela, nel quale ad esempio abbiamo ammirato, anche in Coppa America, giovani molto interessanti, ma già pronti e con un buon bagaglio d’esperienza per affrontare campionati europei. In B gli extracomunitari non possono però essere tesserati, quindi sarebbe un discorso eventualmente per il prossimo anno, anche se si tratta di una regola che giudico poco comprensibile”.
Come giudichi il mercato finora svolto dalla Sampdoria, obbligatoriamente chiamata a ritornare in quella serie A, sfuggita in maniera clamorosa lo scorso maggio? “La Sampdoria sicuramente non ha fatto un mercato attendista: ha comprato Piovaccari e Bertani che in B hanno fatto molto bene, è rimasto Palombo che è un Nazionale, ha subito preso Atzori, un tecnico rampante, ho avuto la fortuna di conoscerlo, posso garantire che si tratta di un tecnico di alto livello. Per la Sampdoria esistono le premesse per vincere il campionato, ma attenzione all’aspetto psicologico, una retrocessione, peraltro inaspettata come quella blucerchiata, è molto difficile da digerire. Atzori dovrà essere bravo a resettare la testa dell’intero gruppo. La società ha finora realizzato un buon mercato, ma sarà fondamentale che la squadra cambi mentalità, la B è una trappola continua, arrivano squadre molto organizzate dalla C1, si ha inoltre a che fare con compagini poco pubblicizzate ma assai ostiche da affrontare”.
Parliamo per un momento di un altro giocatore sudamericano: Bruno Fornaroli. Quando fu acquistato si parlava di un grande colpo, i suoi goal in Uruguay giravano senza sosta su Youtube, ma in Italia non è riuscito a lasciare il segno. Ti aspettavi così tante difficoltà? “L’esperienza alla Samp è andata male e lo sta segnando ancora, del resto non si è ritrovato poi né in Argentina, né al Nacional Montevideo. A mio parere avrebbe meritato più chance soprattutto nella prima stagione, era il primo anno in Europa, andò subito in goal sia in Coppa Uefa che in Coppa Italia evidenziando un’impressionante media goal rapportata alle presenze. Ha forse evidenziato qualche debolezza caratteriale e aveva le possibilità per sfruttare meglio le occasioni avute, ma non è facile per un ragazzo arrivare in Italia dall’altra parte del mondo, ambientarsi subito nel nostro calcio e disputare al massimo 20’ finali di gara, fu il segnale che non si volle puntare fino in fondo su di lui. Lo ritengo un giocatore di buon livello”.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]