Buffon si racconta a JTV: “Ritorno alla Juventus? Scelta che rifarei”

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Le parole di Gianluigi Buffon nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni di JTV e pubblicata oggi.

TORINO – Gianluigi Buffon ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di JTV. Queste le sue parole a cominciare dal ritorno alla Juventus: “All’inizio non ero molto convinto. Avevo opportunità di fare la Champions in buone squadre, poi ho pensato ai 41 anni, ai possibili problemi fisici, e mi sono detto di entrare nell’ordine di idee di agevolare la situazione familiare e tornare alla Juve. C’era anche l’opportunità di tornare con i ragazzi, chiudere un cerchio e poi probabilmente smettere di giocare. Mi faceva piacere anche giocare con CR7, e di mettermi alla prova e sparigliare le carte. Ho pensato che potesse essere una bella esperienza personale, vedere fin dove potevo arrivare come altruismo ed ottimismo. Questa esperienza mi ha insegnato tanto, il rispetto e la stima dei compagni e per i compagni, lo rifarei, ho un bel rapporto con Szczesny e Pinsoglio”.

Sulla stagione appena conclusa: “Una cosa che mi ha disturbato è stata il fatto che l’entusiasmo intorno alla squadra è venuto un po’ meno con le prime difficoltà. I veri tifosi non devono affossare la Juve ai primi problemi. Se tifo Juve, i miei giocatori sono i più forti fino a maggio, non fino a febbraio. Mi hanno disturbato anche i commenti sul mio impiego contro il Barcellona: ‘Gioca Buffon perché è amico di Pirlo’. Regali non ne voglio, sentire che qualcuno dubitava mi ha spinto a lasciare la Juve. È comunque normale, perché la gente ha anche bisogno di vedere giocatori nuovi e situazioni nuove”.

Sul suo futuro: “Cosa farò adesso? Ho bisogno di staccare. Ho bisogno di riposare e mettere nel mio serbatoio energie nuove. Non voglio pentirmi di qualunque scelta farò. Se sono felice oggi? Si molto, sono felicissimo, non chiedo di meglio. posso anche smettere, penso di aver fatto abbastanza nella mia carriera. So che devo migliorare ancora alcune cose come persona, ma sono contento di come sono venuto fuori come uomo. Se non fossi stato soddisfatto di me come persona, non sarei stato felice. Sono sulla strada giusta”.

Sulle esperienze in Champions League con la Juventus: “Cardiff. Non per la sconfitta, ma perché ci siamo disgregati nel secondo tempo. Abbiamo dato l’impressione di non essere competitivi al massimo livello. Mi ha fatto male, anche per orgoglio. Altra cosa che mi ha fatto male è stata l’eliminazione a Madrid. Dentro di me, durante quella partita, ero orgoglioso di essere il capitano di quella squadra. Se ho rivisto le immagini di quella gara? No. Se ho mai pianto per la Juve? Difficilmente piango per un risultato, ma posso essere triste o arrabbiato per come arriva un risultato. Nella partita di Madrid la gente deve essersi sentita orgogliosa degli uomini. Se guardavo la Juve quando ero a Parigi? No, era troppo fresca come cosa. Di Parigi comunque posso dire che è stata un’esperienza bellissima. Mi ha dato tanto dal punto di vista umano, mi ha fatto crescere, mi sentivo un cittadino del mondo. Dal punto di vista sportivo credo di aver giocato in una squadra stratosferica, con gente come Neymar, Mbappè. Ero sicuro di arrivare in finale di Champions quell’anno”.