L’ex portiere blucerchiato Massimo Cacciatori ricorda ai taccuini de Il Corriere Mercantile, un Palermo–Sampdoria datato 1972, culminato con il risultato di 0-0. Inoltre l’ex estremo difensore parla anche del nostro numero 85 Gianluca Curci:
“Giocare alla Favorita era diverso, trentott’anni fa. Era un altro Palermo, certo, ma anche un’altra Sampdoria. Quindi è cambiato poco. Quella partita fu per me l’inizio di una bella avventura alla Sampdoria e di una carriera importante.
Al sabato Herrera mi aveva detto che avrei giocato io e la cosa più preoccupante di quella trasferta, alla fin fine, sarebbe stato l’atterraggio a Punta Raisi. La partita fu tranquilla, ottenemmo un pari senza faticare troppo.
Neppure avevo raggiunto la porta, che dalla curva vennero lanciati una decina di gatti neri, alcuni dei quali sarebberio rimasti dalle mie parti anche a partita in corso. Ma quell’atto iettatorio non mi spevantò, avevo troppa voglia di ocminciare a giocare.
Avevo molte richieste in A ma il Dottore (Fulvio Bernardini ndr) mi chiese di restare. Abbiamo bisogno di ricostruire mi disse, e per riuscirci ci servi innanzitutto tu, s’intende se te la senti, ti chiedo un anno di sacrificio. Ma non riuscimmo a centrare la promozione e a fine stagione andai alla Lazio.
A Genova, lasciavo tanti amici, tifosi, gente comune, e i componenti di un gruppo davvero eccezionale: Arnuzzo, Rossinelli, Lippi, Salvi, De Giorgis, Bedin, Suarez. Eravamo uniti in campo e fuori, infatti abbiamo lasciato un segno nella storia doriana più profondo di quello che ci avrebbero permesso i risultati, nulla più che salvezze, alcune più avventurose.
Curci? A Genova sta trovando una sua dimensione, dopo che alla Roma non era riuscito a confermare le aspettative dei tempi giovanili. Credo che sia un portiere dai grandi mezzi tecnici, l’esperienza di Siena lo ha migliorato, la Sampdoria è in buone…mani.
La partita? In questo momento giocare a Palermo non è facile per nessuno, anche se ho la netta sensazione che la squadra di Rossi abbia più problemi in casa che in trasferta, concedendo sempre qualcosa agli avversari per via dell’atteggiamento molto offensivo. Impegno difficile, quindi, ma non proibitivo.”.
[Andrea Piras – Fonte: www.sampdorianews.net]