Cagliari: evitare di danneggiare il patrimonio tecnico

In altri periodi una partita come Catania-Cagliari sarebbe stata vissuta e archiviata come noiosa recita di fine stagione. Adesso che ogni prova rossoblù può equivalere a una risposta al momento del tutto particolare, è bene analizzare più nel dettaglio l’ennesima prestazione di spessore. Lente di ingrandimento che rivela quanto di buono è stato partorito ad Assemini, forgiando un gruppo che dopo le feste natalizie ha cominciato a fare la voce grossa con chiunque.

La domanda che probabilmente bisogna porsi è relativa a quanto il patrimonio tecnico verrà daneggiato dalle esigenze e dalle contingenze che giocoforza influenzeranno la gestione. L’estate di passione in chiave calciomercato rafforzerà i dubbi sulla permanenza dei giocatori migliori, e non possono bastare le rassicurazioni di facciata per far stare tranquilli. In società si parla di “situazione economica disastrata”, viste le spese dichiarate (circa 9 milioni di euro) per la costruzione di Is Arenas, mentre le vicende giudiziarie tengono formalmente da parte il deus ex machina Massimo Cellino.

Sarebbe davvero un peccato vedere dilapidata una rosa che con un paio di ritocchi non avrebbe nulla da invidiare alle altre squadre facenti parti del ceto medio, sempre più largo, della Serie A. Il Cagliari di oggi appare squadra completa, ricca di alternative in tutti ruoli – persino laddove (vedi il ruolo di regista) in passato ci si è dovuti inventare l’impossibile per far quadrare il cerchio – e giovani in rampa di lancio.

Completezza dal punto di vista tecnico che potrebbe essere minata da cessioni e, magari, stanchezza di qualche elemento circa la situazione di incertezza su dove si giocherà. Non è un mistero, infatti, che molti giocatori siano rimasti nell’isola su invito di Cellino, che promise la fine di trasferte supplementari, a Trieste come altrove (nel 2012 in molti si lamentarono per la lontananza dalle famiglie per diversi giorni consecutivi).

La situazione d’emergenza alla quale ormai molti si sono abituati ha anche cementato il gruppo. Raramente, nella storia del Cagliari, si era visto un blocco granitico capace di esultare dopo le imprese (il 4-3 al Torino e il colpaccio di Roma su tutti) e sostenersi nei momenti in cui il baratro sembrava a un passo. Persino nelle memorabili squadre di Ballardini e Allegri si notarono elementi in disparte e poco coinvolti (come non ricordare le lacrime di Matri dopo una sostituzione imposta dal tecnico ravennate).

Ma quanto durerà l’idillio? A sentire i diretti interessati c’è solo tanta rabbia da buttare in campo, in attesa di tempi migliori. I mesi a venire diranno da dove si potrà ripartire. Sperando di farlo con serenità e senza passi indietro.

[Fabio Frongia – Fonte: www.tuttocagliari.net]

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