Zero alla voce “reti segnate” è per un attaccante qualcosa di psicodrammatico, soprattutto a questo punto del campionato. Una questione che sta influenzando non poco il rendimento di Lorenzo Insigne, colto da ansia da prestazione manco fosse un ragazzino nella notte prima degli esami. Il gol arriverà e pensarci, al punto da farne un’ossessione, non aiuterà a risolvere il problema.
Uno alla valutazione di Christian Maggio in occasione della rete cagliaritana. Attenuante del rimbalzo irregolare concessa, restano però grandi dubbi sulla lucidità mentale e fisica di un calciatore che, fa male dirlo, sembra aver imboccato da diversi mesi un viale da dove non si ritorna. Quello del tramonto.
Due centrimetri, o forse manco quelli, per gettare nell’oblio un capolavoro. Roba da terroristi, roba da teppisti che entrano di notte al Louvre con delle forbici ed iniziano a sfregiare tele a caso. Povero Callejon. Ma che gol aveva fatto?
Tre punti in più rispetto allo scorso campionato. Un dato oggettivo, che va analizzato in ogni sua parte: da un lato la partecipazione alla Champions League conferisce maggiore valore alla statistica, dall’altra una attenta analisi delle squadre del campionato nostrano evidenzia l’indebolimento di molte medio-piccole. La verità, come sempre, sta nel mezzo.
Quattro vittorie nelle prime quattro giornate. Era iniziato così il campionato degli azzurri, incapaci di ripetere nel corso del torneo una striscia positiva di questo tipo, probabilmente per il moltiplicarsi degli impegni. E’ forse vero che è solo un problema di energie?
Cinque all’immobilismo di Rafa Benitez. Inspiegabile la scelta di tenere il Mertens di questo periodo in panchina, irritante il ritardo con cui il tecnico sceglie di lanciare il belga in campo nella ripresa. Non si discute il valore dello spagnolo, ma non si può pensare che sia esente da colpe a prescindere. I miracoli, d’altronde, sono competenza solo di due personaggi nella storia: uno festeggerà l’anniversario della nascita tra qualche giorno, l’altro festeggia il 30 ottobre.
Sei a Federico Fernandez. Perchè se lo merita. Perchè è stato tartassato quando ha sbagliato. Perchè adesso si sta prendendo qualche piccola rivincita. Non è, e non lo sarà mai, un fenomeno. Ma nemmeno la più grande pippa della storia del calcio.
Sette all’astuzia di Goran Pandev in occasione del penalty concesso al Napoli. Astori abbocca all’amo del macedone manco fosse una trota affamata a dieta da tre settimane.
Otto alla partita di Radja Nainggolan. Uno spot lungo circa 90′ quello del centrocampista del Cagliari, messosi in vetrina davanti al Napoli che da tempo cerca un calciatore con quelle caratteristiche. Non sarebbe mica male…
Nove reti in campionato ed il tassametro corre. Higuain è sempre più leader di questa squadra, anche sotto l’aspetto mentale. Accelera e la difesa del Cagliari ha una sola opzione: pregare il Santo di riferimento per l’eventuale miracolo. Che classe.
Dieci giornate, le ultime, con 17 punti realizzati a dispetto dei 19 conquistati nelle prime sette giornate di campionato. Anche questo è un dato oggetivo, anche questo racconta qualcosa. E’ non è una bella storia da ascoltare per i tifosi azzurri.
[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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