Torino, Cairo: “Lega unita ma c’è qualcuno che vuole fare il furbo”

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Le parole del presidente del Torino Urbano Cairo nel corso di un’intervista concessa al quotidiano La Stampa.

TorinoTORINO – Giorni frenetici per la Lega Serie A che sta discutendo ininterrottamente su vari argomento: dal taglio degli stipendi ai calciatori nel mese di marzo alla ripresa degli allenamenti passando per il campionato, ovviamente. Nell’edizione odierna de La Stampa le parole di Urbano Cairo, presidente del Torino, a cominciare dalla situazione: “Se penso che nell’assemblea di Lega del 10 marzo c’era ancora chi parlava di allenarsi e di tornare a giocare, è logico che si sia perso tempo. Quei discorsi, a risentirli ora, sembrano lunari. Io lo dissi subito, se non prendiamo decisioni drastiche, anche spostare i tifosi contribuirà ad aumentare esponenzialmente i contagiati”.

Sull’unità della Lega Serie A ha aggiunto: “Questa emergenza ci ha compattato, c’è più unità di prima. Molti falchi sono diventate colombe anche se è rimasto qualcuno che vuole fare il fenomeno, che rompe il fronte per avere vantaggi. Furbizie, atteggiamenti di piccolo cabotaggio. Non è il momento. Se mi riferisco a Lotito e De Laurentiis? Chiedetelo a loro. Solo, mi sembra una follia sostenere una tesi sulla base dei dati del contagio. Dire “la mia regione non ha problemi” con una situazione così in evoluzione è una frase infelice. Poi esplode il virus a Fondi e allora… le altre società non la pensano così. Perché lo fanno? Immagino per interessi sportivi, forse per avvantaggiarsi nella preparazione”.

Sulla ripresa del campionato impossibile fare previsioni: “Inutile avventurarsi in previsioni, davanti a una pandemia noi non possiamo che navigare a vista. Fissare un inizio o una fine ora è senza senso, ma nel caso riprendessimo l’ipotesi porte chiuse è la più probabile. Tagli degli stipendi? Sarà inevitabile. Siamo di fronte a un problema di sistema che rischia di implodere senza degli accorgimenti importanti. Credo che i calciatori siano i primi a non volerlo, sono ragazzi che hanno testa. Qui bisogna limitare i danni, poi si penserà alla ricostruzione economica. Del calcio come di tutti gli altri settori”.