BOLOGNA – Valentina Cristiani, bolognese, è giornalista pubblicista da oltre 15 anni. Ha maturato esperienze scrivendo su settimanali nazionali, quotidiani e collaborando per emittenti televisive come conduttrice e opinionista. Attualmente collabora per la Gazzetta di Parma, la Nuova Ferrara, l’inserto del Corriere dello Sport-Stadio “Più Stadio” e per la trasmissione “442” in onda tutti i lunedì sera sul circuito 7Gold. Si è occupata anche di ufficio stampa e relazioni esterne presso l’Ufficio Comunicazione della Uisp Provinciale e la Federnuoto. Noi di Calciomagazine l’abbiamo incontrata per fare due chiacchiere, anche sul libro che Valentina ha scritto. Ecco cosa ci ha detto.
Come nasce la tua passione per il calcio e per il giornalismo (e oggi anche la scrittura)?
“Scrivere è la cosa più emozionante e rilassante in assoluto. In generale la passione per la comunicazione credo sia nata quando ero piccina, ma prima ancora c’è stata quella per la lettura e per l’ascolto delle storie. In realtà, da piccola già dicevo che desideravo fare la giornalista, solo a pensarci mi si illuminavano gli occhi. Pian piano ho sentito subito che scrivere, chiedere, essere curiosa mi veniva abbastanza naturale. Anche se, devo ammetterlo, dai coetanei venivo vista come un extraterrestre quando la domenica, a 19/20 anni, andavo sui campetti da calcio a vedere le partite anziché in discoteca, o alla sera preferivo ore di lettura o scrittura alle serate al pub. Una ragazzina d’altri tempi, un po’ fuori dal comune. Terminate le superiori ho iniziato le mie prime collaborazioni giornalistiche e, dopo i primi pezzi, è scattato il desiderio di continuare a scrivere articoli e andare in giro per raccontare storie, approfondire fatti, notizie e realtà. Da allora è passato un po’ di tempo e la passione per la comunicazione e la scrittura sono diventate una certezza. Ora lo faccio in tv, per le pagine della Gazzetta di Parma, della Nuova Ferrara e dell’inserto del Corriere dello Sport Stadio ‘Più Stadio’ “. Tra le mie varie attività professionali ho avuto modo di occuparmi anche di relazioni esterne e con la stampa, prima lavorando per l’Ufficio Comunicazione della Uisp Provinciale, poi per quello della Federnuoto, esperienze che hanno arricchito e allargato molto la mia conoscenza del mondo della comunicazione”.
Sei tifosa dichiarata del Bologna. Cosa pensi della stagione del Bologna fino alla sospensione dei campionati?
“É un Bologna che non si è piegato mai davanti a nulla. I mesi di lontananza di Sinisa per la malattia hanno unito ancora di più la squadra. Un’empatia mai vista. Una squadra combattiva come il suo mister che, sotto di una rete al San Paolo, è riuscita a ribaltare la partita e portare a casa i tre punti. O come la rimonta pazzesca di inizio stagione con il Brescia, sotto 3-1, i rossoblù hanno vinto per 4-3. Anche questa in trasferta. Questi risultati penso parlino da soli..inoltre se non avesse perso alcuni punti in qua e in là la classifica sarebbe ancora più bella di quanto già lo è…”.
Ripresa del’attività sportiva o annullamento dei tornei?
“Comprendendo tutte le ragioni per far ripartire il calcio, se fossi un calciatore avrei seriamente paura a ricominciare. Anche se il tutto verrà fatto in massima sicurezza, finchè non ci sarà un vaccino, ripartire è un rischio, in primis per i contatti che ci possono essere sul campo. Test a tappeto su calciatori, staff e collaboratori, test sierologici, ritiri, protocolli rigidissimi (ripresa scaglionata, ritiro di tre settimane alla ripartenza, luoghi sanificati, porte chiuse,ecc..), a mio avviso non possono garantire la tutela assoluta della salute del calciatore e, a ricaduta, dei loro famigliari.”.
Se ripresa chi vincerà lo scudetto?
“Lo vincerà chi si farà trovare pronto soprattutto sotto l’aspetto mentale perché questo periodo di emergenza sanitaria ha colpito tutti dentro. La paura, l’incertezza e l’inquietudine regnano sovrane. Quindi, per ricominciare, oltre alla forza fisica, ne occorre anche tanta mentale. Devono essere bravi gli allenatori ad occuparsi degli aspetti mentali, comportandosi come padri di famiglia, ascoltando ancora di più i dubbi e le incertezze dei giocatori o affidandosi a qualche professionista del mestiere (mental coach) in questo delicato momento”.
Cosa vuol dire essere donna nel mondo del calcio, fino a ieri prevalentemente maschile?
“Il calcio è lo specchio di una società e di una cultura che fatica a cambiare. Quando pensi si sia fatto un passo in avanti arriva il Collovati di turno con la sua perla: “Quando sento una donna parlare di tattica lo stomaco mi si rivolta”, tra l’altro difeso da sua moglie giornalista. Resterà un pregiudizio duro a morire. Ma, rispetto a quando ho iniziato io una ventina di anni fa, il gentil sesso sta dicendo la sua in ambito sportivo. Tra i vari ricordi, al corso allenatori a cui partecipai, ero l’unica donna, ora ve ne sono diverse, così come nel giornalismo, allenatrici, e in tv. Però vorrei anche lanciare una provocazione. La Nazionale femminile lo scorso anno si è qualificata ed ha partecipato al Mondiale grazie all’allenatrice Milena Bartolini. Antonio Cabrini, campione di Spagna come Collovati, le aveva allenate per anni senza riuscire nell’intento…”.
Cosa ti affascina di più del mondo del calcio?
“Sono banale se rispondo tutto?! Più di ogni cosa il dietro alle quinte, il pre partita, il post partita e tutto quello che ruota attorno a questo affascinante mondo. Raccontare le emozioni che uno spettatore non può vivere, cercare oltre la notizia…”.
Parliamo del libro. Da dove nasce l’idea di “Calciatori? No, grazie!”
“Non vi è stato un unico momento “magico”, ma tanti piccoli momenti. Era forte, da sempre, il desiderio di mettere nero su bianco un’idea che mi era balenata nella mente. Idee nate anche alla luce delle interviste fatte prima sui settimanali, poi sui quotidiani, alle mogli dei calciatori e ai giocatori stessi. Storie ricche di spunti…”.
Raccontaci brevemente la trama
“Ormai il calciatore è diventato un’icona nel nostro paese ed ho potuto constatare che l’argomento è di tendenza e di interesse. Il libro “Calciatori? No, grazie!” è un romanzo d’amore intrecciato al calcio. Scritto dal punto di vista femminile, quello della compagna del calciatore, il romanzo ha l’intento di far riflettere sugli aspetti meno positivi della vita di coppia tra calciatore e wags, quelli che solitamente non vengono trattati: solitudini, mancanze affettive (dovute alla lontananza dai famigliari e dagli amici di una vita), gelosie, tradimenti, rivalità tra wags, impossibilità a portare avanti una propria carriera lavorativa per seguire gli spostamenti del marito (anche due trasferimenti in una stessa stagione, talvolta anche all’estero), ecc.. Un libro che può aiutare a riflettere e far chiarezza, in primis sulla bassa considerazione delle donne attaccate al vile denaro, constatazione che va circoscritta e non generalizzata”.
Dove lo si può trovare?
“Il libro verrà spedito con dedica e autografato contattandomi via mail (vcristiani@libero.it), scrivendo sulla pagina facebook “Calciatori? No,grazie” dedicata al libro (dove sono presenti tutte le mie partecipazioni televisive, radiofoniche e le interviste in cui l’ho presentato), o sui portali Amazon libri, Mondadori store, Ibs e lafeltrinelli.it”.
A chi lo consiglieresti in particolare?
“É una delle prime domande che mi sono posta quando l’ho iniziato. Assieme a “Perché una persona dovrebbe acquistarlo?”. Lo consiglierei perché, oltre a regalare emozioni e spunti di riflessione, può essere di aiuto alle coppie mettendo in luce aspetti inediti, poco (o per nulla) trattati fino ad oggi. C’è un mondo dietro ad una “coppia calcistica”, tutto da scoprire. Molto spesso la realtà non è come ci appare. Questo ne è un esempio eclatante”.
Avrà un seguito?
“Certamente si. Non poteva che esserci un seguito, dati i dibattiti che ha scaturito negli studi televisivi, dalla Vita in Diretta, alla Domenica Sportiva in Rai, passando per TG3 Regionale, Sportitalia, 7Gold e TV Parma, per citarne alcuni. Questa volta però il punto di vista sarà diverso… provate ad immaginare quale?!”.
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