Non sarebbe il primo a sovvertire l’iniziale diffidenza. Lulic era un oggetto misterioso, anche Gonzalez e perfino di Klose qualcuno era riuscito a parlar male, perfino di un campione assoluto. Hanno dimostrato che anche sulle loro spalle si reggono le sorti di questa squadra. Cana deve conquistare tutti. Aspettarlo si può e si deve. Ma non all’infinito. Quando il giocatore albanese mise per la prima volta piede a Fiumicino, fu subito sommerso dall’amore del popolo laziale che gli avvolse la sciarpa biancoceleste attorno al collo per battezzare l’arrivo del “Guerriero”. Era arrivato finalmente, il giocatore di personalità in grado di trasportare il suo carisma sul terreno di gioco.
Un giocatore di quelli che non mollano mai, per rivivere i fasti dell’epoca dei Simeone e degli Almeyda. Trascinatori, leader, uomini di carattere. Queste erano le aspettative e i sogni del tifoso della Lazio e anche della dirigenza, in primis del direttore sportivo Igli Tare che ha lavorato tantissimo per riuscire a portare il suo connazionale a Roma. Il centrocampista ideale da schierare accanto a Ledesma, uno di quelli in grado di rompere il gioco e far ripartire l’azione. Non è stato però dello stesso avviso l’allenatore della Lazio, Edy Reja, più regista che mezzala, più simile a Ledesma che a Brocchi, ed effettivamente sul campo Lorik Cana non ha fatto moltissimo per smentire le teorie del goriziano. Problemi di ambientamento in un campionato nuovo e ai ritmi di gioco diversi dicono gli esperti, ma è difficile pensare che un giocatore con grande esperienza nazionale come il capitano della selezione albanese, con trascorsi in campionati come quello francese, quello inglese o quello turco (tutti da titolare indiscusso) possa trovare questo genere di problemi. La Lazio su di lui ha puntato molto e vuole recuperarlo a tutti i costi.
Proprio per questo, secondo alcune indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione pare che pur di non perdere il calciatore, oltre che un grande investimento, si stia studiando la possibilità di utilizzarlo nel ruolo di difensore centrale, ruolo che peraltro ricopre anche con ottimi profitti con la Nazionale. Cana si sente un centrocampista a tutti gli effetti, lo ha confermato proprio al termine dell’ultima partita di Europa League “Io sono un centrocampista non ci sono dubbi… In Nazionale gioco in difesa perché non c’è nessun altro”. Parole chiare e decise, ma che potrebbero essere messe da parte per cercare in un certo senso di ricominciare da capo la sua storia con la Lazio. Nella versione da centrocampista Cana non ha convinto, e l’esplosione di Lulic nel ruolo di mezzala gli ha chiuso ulteriormente gli spazi. In difesa, complice anche l’infortunio di Biava e la non sicura affidabilità di Diakité e Stankevicius, uno con la sua esperienza potrebbe fare al caso di Reja. Giocare accanto a Diàs poi, aiuterebbe molto e Cana potrebbe così cercare di conquistarsi un posto da titolare. La stagione chiama, entra nel vivo, comincia a dare i suoi primi verdetti.
La bellezza del tifoso sta nel fatto che ogni nuovo giorno puoi scardinarne il cuore, conquistarne gli occhi, la voce, l’urlo dal profondo. Non sempre è il tunnel, o il tiro al volo, o il gol decisivo a fare di un mare piatto di diffidenza una marea di nuova gloria, di nuova ammirazione, di stima e affetto. Se non puoi la vita che desideri, cerca di non farne una stucchevole estranea, raccomandava un poeta greco. Se non puoi la classe che desideri, cerca di non diventare per la Curva un estraneo, Lorik Cana. Dove non arriva la classe, deve arrivare l’orgoglio dell’Aquila che ogni tifoso ha tatuata sul cuore, e Lorik Cana ha l’onore di mostrare sulla pelle.
[Capriotti e Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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