Le parole dell’ex capitano della Nazionale nel corso di un’intervista rilasciata ieri sera ai microfoni di Sky Sport.
MILANO – Fabio Cannavaro è intervenuto ai microfoni di Sky Sport, nella serata di ieri, toccando vari argomenti. Queste le sue parole: “I più forti che ho affrontato? “Direi Ronaldo il fenomeno, Messi e Cristiano Ronaldo, ma faccio fatica perché li ho incrociati tutti, in Serie A era un disastro ogni domenica. Ibrahimovic? Lo portai in giro in vespa per le strade di Napoli, gli feci vedere i vicoli, il golfo e lo stadio e si è innamorato della città, si divertì molto. È un tipo simpatico, si vede che da giovane ha sofferto. Quando arrivò alla Juve aveva molto rispetto di Capello, gli serviva un allenatore così. Contro di me non prendeva mai la palla, aveva paura di andare da Thuram, ma non gli andava bene nemmeno con me. Gli dissi che se si voleva divertire, doveva aspettare di tirare in porta da solo dopo la partitella”.
Sulla Nazionale: “Mi dà fastidio quando sento che vincemmo a causa di Calciopoli. In Germania non ne parlammo proprio, eravamo fortissimi e con un allenatore incredibile. Solo la Francia forse era più forte di noi. Prima di partire, il segretario federale mi diede una lettera con le parole di Papa Wojtyla: ‘Non abbiate paura di avere coraggio’. Quella fu la chiave del nostro successo. Mancini oggi sta facendo un lavoro straordinario e i risultati sono visibili: c’è di nuovo credibilità, voglia di vincere e divertirsi”.
Sulla carriera da allenatore: “Mi rivedo un po’ in tutti quelli che ho avuto, da Capello a Lippi, passando per Sacchi, Ancelotti, Malesani, Scala. Ho preso un po’ da tutti, sperando di avere un mio sistema. Il Guangzhou è una delle prime venti società al mondo, sta crescendo molto, anche se non siamo ancora al livello europeo. Mi manca la mia famiglia, la mozzarella e il mare naturalmente”.