Cassano-Pazzini: cosa cambia con lo scambio?

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Quando tutti si aspettavano il colpo di fine estate, diventato ormai la specialità della casa da parte di Adriano Galliani, ecco che il Milan ha dovuto fronteggiare l’ennesima cessione della propria campagna acquisti: sebbene non preventivata infatti, Antonio Cassano ha chiesto di essere ceduto, e la dirigenza rossonera ha deciso di imbastire uno scambio tra Cassano e Pazzini per cercare di accontentare tutte le parti coinvolte.

Analizzando tatticamente l’affare, lo scambio appare abbastanza ragionevole per i rossoneri: da diversi mesi diciamo che il reparto d’attacco del Milan era male assortito, con tre seconde punte di ruolo [Cassano, Robinho ed El Sharaawy] e la necessità di non togliere spazio alla crescita tecnica del classe ’92 italo-egiziano. Pazzini è una prima punta e rappresenta una buona alternativa a Pato; è compatibile anche in coppia con il Brasiliano in quanto potrebbe rappresentare un punto di riferimento in area che ai rossoneri è mancato in tante occasioni negli ultimi anni. Per caratteristiche tecniche quindi, l’attacco rossonero appare ora più equilibrato, con due seconde punte e due prime punte: bisogna però dire che il Milan ha perso così l’unico vero suggeritore presente in organico: in questo modo Robinho ed El Sharaawy saranno decisamente più responsabilizzati in fase di costruzione della manovra offensiva, ma appare ancora più chiara l’esigenza di acquisire un giocatore che sappia far girare il pallone, e i giorni alla chiusura del mercato iniziano ad essere pochi.

Economicamente invece, l’affare è del tutto incomprensibile: il Milan paga Pazzini 7 milioni più Cassano. E’ vero che i due giocatori hanno stipendi differenti [l’operazione permetterà dunque al Milan di operare un ulteriore abbattimento sul monte ingaggi] ma non riusciamo a comprendere perchè Pazzini debba essere valutato più di Antonio Cassano: i due giocatori sono separati infatti da solo 2 anni [28 Pazzini, 30 Cassano] e l’esperienza internazionale, per non considerare l’aspetto carismatico, sono incomparabili. Oltretutto, tutto il mondo rossonero si è affrettato a chiarire che in questo nuovo ciclo il giocatore attorno al quale ricostruire dovrà essere Pato: ciò ci porta a dedurre che Pazzini, almeno in partenza, sarà la riserva del brasiliano; considerazione che ancor di più ci fa propendere per l’assurdità, dal punto di vista economico, di una siffatta operazione.

In conclusione, gli affari alla Galliani tipici di fine Agosto non sono ancora arrivati, e sinceramente a questo punto dubitiamo che possano arrivare: le operazioni sin qui condotte, che hanno portato il Milan a privarsi della coppia di difensori centrali dello scorso campionato [non degnamente sostituita ndr], alla cessione del gruppo storico e del principale punto di riferimento in avanti, senza contare il fatto che non sia arrivato l’unico rinforzo richiesto da Allegri [ossia un regista a centrocampo], ci fanno più propendere per un anno di transizione del Diavolo, che lascerà andare questa stagione per meditare sui piani futuri e sulla ricostruzione di un ciclo che probabilmente a questo punto inizierà dall’anno prossimo: forse anche con un altro condottiero in panchina.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]