Catania: … Alla Fine Arrivano le Lodi

259 0

CATANIA Tra i rossazzurri sorprende più l’esclusione del centrocampista Lodi dall’undici titolare che la forzata estromissione di Bergessio, per il quale la “soap transfer” si protrae ormai da circa 15 giorni. Simeone conferma piena fiducia in Ledesma e rilancia dal primo minuto Sciacca e Llama. Nessuna nuova per De Canio invece, che secondo previsioni schiera un 4-2-3-1 speculare a quello etneo, con l’ex Jeda punta davanti a Grossmuller, preferito a Mesbah nel terzetto di rifinitori.

Il segnale dei tifosi ai propri beniamini è chiaro fin da prima dell’inizio della gara. “Obbligati a Vincere” è lo striscione che campeggia alla base della curva Nord. Ancor più esplicito l’invito ad inizio gara: “Niente Fischi, Solo Cori, Uscite fuori i c…” recita lo striscione esposto dagli ultras. E parte subito forte il Catania, al 2’ Gomez s’invola sulla destra mettendo a centro area un pallone che Lopez non riesce ad indirizzare in porta. L’occasione più ghiotta cade all’11’ con Lopez in veste di assist man, pallone ad uscire messo dentro da fondo campo, Ricchiuti manca, Capuano arriva in scivolata ma Rosati copre il proprio palo ed in due tempi salva il Lecce.

Il Lecce esce dal guscio solo al 17’, con Oliveira, rapido a tirare verso Andujar su errato disimpegno della difesa etnea; brivido ma nessun pericolo per i rossazzurri che sugli sviluppi dell’azione perdono però Capuano, che Simeone è costretto a sostituire con Terlizzi, improvvisando ancor più di quanto già non fosse, la retroguardia a quattro, col centrale romano adattato ad esterno sinistro. Cambio che segna la fase calante dei padroni di casa, che proprio su eccesso di confidenza di Terlizzi rischiano di consegnare a Grossmuller la palla del vantaggio; è il 24’ quando l’esterno di De Canio riceve (Olivera) palla indisturbato ed all’altezza del vertice dell’area piccola prova la conclusione rasoterra sul palo lungo, coperto da Andujar con l’ultimo tacchetto dello scarpino.

Il pubblico si scalda ed i locali si ridestano, sbagliando però un’occasione ancor più ghiotta. Al 34’ Schelotto è solo davanti a Rosati, grazie ad una carambola fortunosa che lo libera in area piccola, ma cincischia e spara sulla verticale del portiere, che devia in angolo. Ma il Lecce è tutt’altro che alle corde, ed al 38’, Jeda, imbeccato lungo la fascia da rimessa laterale, prova la conclusione a sorprendere sul primo palo alla sinistra di Andujar, trovando però solo l’esterno della rete. Ai punti, è il Catania a farsi preferire per predominio territoriale e numero, proporzionato, di occasioni pericolose. Testimonianza i ben 6 corner guadagnati nella sola prima frazione. Ma è proprio quando il vantaggio è meno nell’aria, in pieno recupero del primo tempo, che il Catania passa. 41’+1’, punizione centrale calciata morbida da Llama, Silvestre dal dischetto spizzica di testa quel tanto da impedire a Rosati qualsivoglia reazione mentre vede il pallone insaccarsi all’angolo alla sua destra. Palla al centro, squadre negli spogliatoi.

Il vantaggio allo scadere è buon viatico per l’inizio ripresa, in cui difatti il Catania va per ben due volte vicinissimo al raddoppio, sempre con Lopez, sempre a tu per tu con Rosati, al 48° ed al 51°. Il Lecce, prima stordito, giova della clemenza degli etnei per recuperare forze senza perdere ulteriormente terreno, e così, la mancata uscita di Andujar su cross di Grossmuller, è viatico per la rete di testa che sigla l’ex di turno, Jeda. Al 55’ Lecce più che mai in partita, ed a sbandare è il Catania. Nemmeno un abbozzo di reazione che, nuovamente il Lecce, al 60° si presenta davanti ad Andujar con Oliveira, palla sul palo, Munari raccoglie la ribattuta in posizione dubbia e deposita a rete, inutile le proteste dei rossazzurri per presunto fuorigioco.

Palla al centro, ma per vedere una reazione del Catania bisogna aspettare fino al 71’ quando Schelotto fa tutto da solo, semina due avversari e mette al centro, palla in angolo. al termine dei 90’ saranno ben 10 i tiri dalla bandierina per il Catania. Girandola di sostituzioni, De Canio mette forze fresche e conferma il modulo, Simeone pigia sull’acceleratore innestando la marcia Morimoto come ultima chance residua. In verità la sostituzione più importante, il tecnico argentino, l’aveva effettuata già ad inizio ripresa, inserendo Lodi per Llama.

Effetti palesi al 74’, dopo la grande paura di prender l’1-3, quando su richiesta di rigore per mani in area, il Lecce centra il palo con Vives. E’ difatti sul secondo rigore reclamato dal Catania, fallo su Gomez a pochi centimetri dalla linea d’area, che Lodi piazza il pallone, prende la mira e conclude aggirando la barriera sul palo difeso da Rosati. Il Catania si riporta sotto, il Massimino, passa dall’oltretomba al settimo cielo, spingendo in avanti i propri beniamini. Ai rossazzurri servono poco più dei 5’ necessari alla rimonta dei giallorossi per siglare la propria. E’ l’84’, Lopez atterrato dentro la lunetta dell’area, Lodi ancora una volta, sotto la traversa. Catania in vantaggio.

L’uno due stende psicologicamente gli uomini di De Canio, la gara termina solo 4’ oltre il 90 ma il KO tecnico impedisce ai giallorossi qualsivoglia pericolosa controffensiva. Al termine saltano i nervi ad Olivera, espulso, mentre il Massimino gioisce per la speranza, d’un tratto insperabile, che diviene realtà, all’improvviso.

Tre goal su palla inattiva. Gran cuore. Poca lucidità. Il Catania fa sua la partita che più d’ogni altra ha rischiato di perdere e, nella quale, meno avrebbe potuto recriminare. Prima vittoria per il Catania di Simeone. Brescia distante quattro punti, alle porte c’è il Napoli.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]