CATANIA – Stadio Angelo Massimino, tre giorni dopo e sembra di non esser mai andati via. É la sensazione all’ingresso, è l’impressione che muta contorno col tramontare del sole, con l’accendersi dei riflettori. Non è più giorno, non è più Napoli, non è più affinità ma rivalità, è Bergamo, è Atalanta, è una gara da vincere, per entrambe, ma per il Catania, per Maran, ancor di più. Doppio turno intero, il palo di De Sanctis trema ancora, urla vendetta. É ancora un po’ Catania – Napoli ma stavolta è l’Atalanta a difendersi e ripartire, col Catania costretto a far gioco.
Nulla di sorprendente nelle scelte di Maran. Lo squalificato Alvarez cede il posto a Bellusci, l’opaco Biagianti fa spazio al rientrante Izco. Lo chiamano turnover, non è proprio così. Come anche per Colantuono, costretto a rinunciare alla metà destra della sua imperforabile difesa, fuori Lucchini e Bellini per Stendardo e Ferri.
Subito propositivi gli etnei. Azione travolgente di Izco, punizione dal limite laterale, batte Lodi a giro. E’ il 6° e Consigli è già chiamato alla prima prodezza per spostare in angolo il pallone diretto a fil di palo. Passati i primi minuti, prese le misure, l’Atalanta concede sempre meno difendendo con sempre più uomini, almeno nove dietro il pallone. Lo spettacolo non ne guadagna. Al 18° infortunio per Stendardo, il sostituto lascia il posto al sostituito, Lucchini. Gli spazi sono pochi, gli errori del Catania tanti, specie in fase di costruzione. Solo Gomez ed Izco, sulle fasce, riescono a trovare profondità e metter a dura prova la difesa atalantina. Episodi sporadici, calci da fermo, errori, le occasioni nascono tutte così.
Al 26° Gomez conclude da posizione ravvicinata addosso a Consigli, sono gli sviluppi di un calcio di punizione affidato a Lodi. Al 28° palla rubata a Lodi, Denis a tu per tu con Andujar trova le gambe del portiere lungo la traiettoria rasoterra cercata. Al 31° un mezzo cross di Raimondi non va in goal solo per la sofficissima deviazione di Andujar, che lo spedisce sulla traversa. Al 40°, su schema da calcio piazzato, Consigli ripara ancora una volta chiudendo sul palo sinistro la conclusione rasoterra a giro piazzata da Gomez. Scandito dalle corse dello staff medico atalantino, oltremodo chiamato in causa, dopo 2′ di recupero si esaurisce il primo tempo.
Applausi d’incoraggiamento dal pubblico di casa al ritorno in campo. Benevolenza frustrata dal marchiano errore di Andujar che, in disimpegno, anziché sventagliare il pallone cerca Izco e trova Moralez, dribbling e vantaggio atalantino. Incredibile ma vero. E’ il 49°, la scelta del pubblico è chiara, ancora applausi. E’ la scelta giusta, forse scombussola le sicurezze atalantine più dell’illusione che il vantaggio sia per sempre, sia perché dopo 3′, su corner, arriva il pareggio di Spolli, che riporta alti i cori della curva ed il morale degli etnei. La fase di gioco che ne segue non è esaltante, come nessuna in questa partita, ma vede un progressivo innalzamento del baricentro etneo. Più uomini in avanti, più complesso marcarli.
E’ così che da un coraggioso inserimento di Bellusci, a destra, si creano le condizioni per lo sfondamento, a sinistra, con Bergessio a servire Barrientos, sulla corsa. E’ il 64° ed il fino ad allora invisibile numero 28 completa, eludendo l’uscita di Consigli con un lob, la rimonta rossazzurra. Colantuono non aspetta, al 66° fuori Troisi per passare con De Luca al più offensivo 4-4-2, in fase di spinta. Maran risponde rilevando Almiron, stanco, ammonito e vicino al doppio giallo, per rimetter Biagianti in mediana. Dopo tanto penare, per avanzare di pochi passi, il Catania arretra. E non è così che dovrebbe andare, non è così che vuole Maran, che al 78° inserisce forze fresche in avanti, fuori Gomez, dentro Castro. Il finale è giocato sulle azioni di rimessa, in occasione di una di queste Manfredini, che blocca di mano una chiara occasione da goal, viene graziato col solo giallo.
Portare al lieto fine la gara non è facile. Bergessio e Castro mettono paura a Consigli ma ormai, da perdere, l’Atalanta ha ben poco. Molto più propositivi, i bergamaschi attaccano ma confusamente, e proprio in mezzo alla confusione, un rimpallo, va a finire sull’esterno della rete difesa da Andujar, che regala il brivido glaciale del pareggio, sciolto da un lunghissimo sospiro di sollievo coinciso col triplice fischio di Irrati.
Il Catania chiude con tre punti meritati se calati nel contesto d’una sfida povera di contenuti tecnici e spettacolari, basata principalmente su errori propri ed altrui, episodi, qualità più caratteriali che tecniche. Non era facile proporre gioco, non è mai stato facile in queste prima cinque partite. La fiducia nel tecnico, nelle sue idee, sono i giocatori i primi ad averla. E questo è un bene, anche se non l’unica cosa che conta. Quando il Catania diventerà anche bello e spettacolare? Col tempo, e con la fiducia nel tecnico di giocatori e tifosi, gli stessi che hanno applaudito convintamente o meno nel momento di maggior difficoltà.
Quando il Catania diventerà anche bello e spettacolare allora, davvero, potrebbe anche diventare tremendamente noioso vincere.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]
Calciomagazine ® 2005 - 2024 - Notizie Calcio supplemento al Giornale Online L'Opinionista
p.iva 01873660680 Testata giornalistica Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009
Calciomagazine sui social - Redazione - Privacy Policy - Cookie Policy