CATANIA – La gara contro il Siena ha già dato il suo risultato: pareggio. Dai dati emersi però, possono esser colti spunti importanti da riversare nella prossima sfida che attende i rossazzurri, impegnati ancora una volta in casa, ancora una volta contro una bianconera: il Cesena.
Pro Catania
Non esiste migliore Pro del fatto che questa era solo la prima di campionato. Nonostante una partita da sbadigli (causa noia si è visto un Montella più attento a sistemarsi la cravatta tra i bottoni della camicia che a dare indicazioni ai suoi giocatori) le speranze di una scossa ci sono tutte. Innanzitutto la qualità (potenziale) del centrocampo: Almiron ha fatto vedere un buon calcio, Biagianti è un capitano meritevole, Ricchiuti può dar tanto e Sciacca può essere la sorpresa del campionato. Se ad essi si aggiungono tutti gli altri, allora il Catania può dormire sonni tranquilli. L’attacco, poi, ha un potenziale infinito. Basta esprimerlo (e non reprimerlo come domenica). L’ottimismo è il profumo della vita. Mai frase fu più azzeccata.
Contro-Catania, ovvero cosa non va
Troppo facile sembrava la sfida contro il Siena. Molti dei giocatori rossoazzurri hanno giocato gran parte della partita come se, da un momento all’altro, il Catania la dovesse sbloccare a proprio favore. Qui, più che di consapevolezza dei propri mezzi, si è trattato di sottovalutazione di un Siena che, invece, è sceso in Sicilia per disputare una gara attenta e metodica. Invece ne è nata una gara noiosa: si narra, tra verità e realtà, che almeno 8000 dei 13000 spettatori presenti siano usciti con la stampa del cuscino “disegnata in faccia”. Qualcun altro era già sfollato prima del fischio finale. Questa “consapevolezza sopravvalutata” non servirà domenica contro il Cesena: i romagnoli hanno speso troppo in sede di mercato affinché si accontentino di un misero punticino. Nonostante Giampaolo.
“U megghiu”
La verve agonistica di Fabio Sciacca ha fatto sorgere un mezzo sorriso nelle facce sonnecchianti del Massimino. Fabio non avrebbe dovuto neanche continuare la sua avventura a Catania, ed invece il suo ingresso in campo rivitalizza la compagine etnea. Corre e si danna come solo un vero catanese attaccato alla maglia può fare. Le motivazioni non gli mancano: la concorrenza nel suo ruolo è davvero spietata, le sue carte deve giocarle tutte.
“U tintu”
Male almeno due giocatori: Lanzafame e Maxi Lopez. Dovevano essere le spine nel fianco per fronteggiare la modesta formazione di Sannino, ed invece si sono rivelati due sonniferi tremendi per il pubblico del Massimino. Il primo ha saputo fare solo falli, il secondo è stato praticamente uno spettatore non pagante. A loro discolpa (soprattutto per Maxi) va sostenuta la tesi che non sono stati serviti bene. La tecnica del “lancio e…a cu a pigghia a pigghia” non è mai stata gradevole per Maxi Lopez, figuratevi per Lanzafame, giocatore sicuramente con tecnica inferiore all’argentino. Urge un cambio di rotta.
All’orizzonte…
All’orizzonte c’è un’altra partita casalinga per il nostro Catania. Ci sarà da affrontare il Cesena degli ex Martinho e Martinez, nonché dell’ “amato-odiato” mister Giampaolo. Proprio le sue scellerate scelte tattiche hanno permesso al Napoli di disputare una agevole partita sabato scorso e vincere con due gol di scarto. Tra le file dei romagnoli ci saranno quattro assenze sicure, una per ruolo: Antonioli, Benalouane, Livaja e Rennella. In dubbio il recupero di Martinho. In porta dovrebbe essere data di nuovo fiducia all’ex portiere della Spal Ravaglia, ma non è escluso che Giampaolo si affidi al ben più esperto Calderoni (bestia nera del Catania quando difendeva i pali dell’Atalanta). In attacco ci sarà un’abbondanza mai vista: Mutu, Ghezzal, Eder, Martinez e Bogdani sono tutti pronti a fare paura a Spolli e Co. Occhio a Parolo e Guana, i due migliori della partita casalinga contro il Napoli di sabato scorso.
[Diego Vitale – Fonte: www.mondocatania.com]
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