Pro – Un punto, sei squadre alle spalle con due lunghezze di vantaggio e terza miglior difesa del campionato. Se qualcosa di positivo va rilevato nello scialbo posticipo di Catania e Fiorentina è il fatto che si è riusciti a portare a termine l’obiettivo con cui si è data l’impressione d’esser entrati in campo: riuscire a non prendere gol.
Un’analisi che sarà magari cruda ma si sa, gli occhi del tifoso vorrebbero quantomeno raccontare sempre di partite volitive (ricordiamo le gare con Napoli, Bologna, Milan e Cesena) perse o vinte che siano, ma giocate almeno col piglio mette in campo qualcosa per vincerle.
Ci fermiamo quindi ad analizzare l’ottima partita sotto l’aspetto difensivo della squadra rossazzura che, dopo tre partite (escludiamo la coppa Italia), è riuscita ad evitare quella distrazione che a Lecce, Genoa e col Napoli è sempre stata fatale per il conseguimento dell’obiettivo di cui sopra.
Contro – Dicevamo terza miglior difesa ma aggiungiamo terzo peggior attacco. Due gol nelle ultime cinque partite, numeri che rispecchiano l’andamento in campo del Catania. Una sola punta, e nessuna differenza passa se questo sia Lopez o Antenucci, costretta a prendersi la palla a 30 metri dalla porta aspettando l’appoggio di qualcuno. Tutto facile per le difese avversarie che esse portino i colori della Fiorentina o del Lecce poco importa, il gioco è semplice, prevedibile, ed il pericolo decisamente minimo.
Gli uomini sono praticamente gli stessi dello scorso anno fatta eccezione di Martinez, una saggia scelta fatta per dare continuità ad una squadra esplosa una volta trovato il suo terminale offensivo, Lopez. Con Atzori si creava ma mancava il finalizzatore, con Mihajlovic si correva il doppio e c’era un’estrema fiducia nei propri mezzi, oggi vediamo mollezza e carenza d’idee e soluzioni in fase offensiva. Non basta, evidentemente, mettere in campo 4 uomini offensivi, come in occasione del match contro i gigliati, servirebbe metterli in condizione di offendere. Non ci resta che aspettare l’applicazione del tanto discusso 4-4-2 con cui Giampaolo si è imposto a grandi livelli.
Fa ancor più male sentire i fischi al termine del primo tempo quando il pubblico anziché alzare la voce, motivando i suoi, inizia a buttarli giù a suon di fischi. Ancora una volta le curve si sentono a tratti, poi spariscono, ma pretendono…
Su – Mirko Antenucci da solo fa quel che si può. Corre, va a prendersi il pallone, cerca lo scambio, insomma mette in campo quantomeno la voglia di fare. Bravo quando spalle alla porta riesce a girarsi e concludere.
Puoi essere anche Van Basten ma se il destino degli attaccanti rossazzurri sarà quello di esser abbandonati a se stessi, le doppie cifre difficilmente saranno confermate.
Giu – Adrian Ricciuti Schierato come fantasista dovrebbe aiutare ed illuminare la punta, non brilla. Si inserisce poco senza palla e mai punta l’uomo, in virtù dei cambi obbligati si trova per la prima volta a giocare i novanta minuti per intero facendosi vedere ad intermittenza.
[Seby Maina – Fonte: www.mondocatania.com]