CATANIA – Una persona, un professionista che ha sempre inteso e mostrato il saluto come forma di rispetto fondamentale per iniziare e completare con profitto qualsiasi dialogo, non avrebbe potuto completare in altra maniera la sua esperienza a Catania. Riprova della ferma coerenza che lo ha portato a ricoprire la carica di direttore generale, farsi apprezzare come tale evidenziandone la credibilità, e congedarsi quando tale figura gli è stato comunicato sarebbe venuta a mancare nell’organigramma legittimamente ridefinito dalla proprietà secondo il nuovo progetto di sviluppo.
Sergio Gasparin, arriva puntuale come sempre, come la volta, la prima, in cui si presentò ai giornalisti. Esattamente un anno addietro. Stavolta è il giorno dell’addio. L’ultimo giorno, come il primo. Coerenza fonte di credibilità. Fino all’ultimo come sempre. Cambia solo la sede. Non Torre del Grifo ma l’Aga Hotel, sul lungomare di Catania.
“Buongiorno a tutti. Grazie della vostra presenza. Lo scopo ed il senso dell’incontro di oggi è salutarci. Abbiamo trascorso un anno importante insieme. La presentazione era avvenuta il 22 di Maggio, un anno esatto da oggi. Prima di parlare del discorso Catania, partirei da quel che ci siamo detti un anno fa. Dissi che il mio sarebbe stato un rapporto leale. Basato su rispetto e lealtà. Dopo un anno trascorso assieme vi devo dire grazie. Da parte vostra c’è sempre stata lealtà e correttezza. Il mio grazie è un grazie sincero per la vostra professionalità.
Dopo qualche settimana, presentammo la campagna abbonamenti. Dopo il record di punti di serie A e la gestione Lo Monaco, scrivere sulla cartellina stampa “scriviamo la storia” è stata la presentazione di chi ha sempre creduto al lavoro come via per ottenere il risultato. Mediaticamente è stata forse un azzardo, ma i risultati ottenuti in campionato danno ragione alla bontà del lavoro svolto. Abbiamo chiuso ottavi in campionato, allievi e giovanissimi vanno alle fasi finali, chiudiamo il bilancio in utile nonostante l’aver deciso di trattenere i pezzi pregiati tanto in estate che in gennaio, in cui abbiamo chiuso a qualsiasi tipo di offerte. La Primavera è entrata nelle fasi finali. Quando abbiamo conseguito il risultato storico, in classifica, nel dato numerico, mi è stato chiesto coma avrei identificato questa stagione. Risposi dicendo, con coerenza e credibilità. Mantenendo tutte le promesse.
Avevamo promesso prima a noi stessi, poi alla nostra gente, che avremmo provato a conseguire il massimo risultato ottenibile. Nel girone di ritorno abbiamo ottenuto più punti del girone d’andata. Ecco la coerenza e la credibilità predette. Non abbiamo mai alzato il piede dell’acceleratore.
Quando sono arrivato ero sicuro avrei lavorato al fianco di grandi professionisti. Ognuno nel proprio ambito ha dato il meglio di sé, nel proprio ambito. Sono abituato a lavorare con le risorse che la società mi mette a disposizione. Come a Catania. Nel corso della stagione, in quella struttura, abbiamo compiuto un percorso. A quel gruppo di sono inserite sei unità, tutti ragazzi siciliani, compreso Argurio. Hanno creato una squadra, insieme a chi c’era già, che è riuscita a centrare questo obiettivo. Parlo di loro perché raramente a questi viene porto un microfono per parlare. E mi fermo qui. Quello che volevo dirvi era il mio grazie per la vostra correttezza e lealtà.
Ringrazio il presidente per avermi dato l’opportunità d vivere questa esperienza in questa città in questo gruppo. Le strade si separano ma quando mi sento dire che rispetto a quel che è stato il lavoro, la professionalità, il modo di essere, sappiate che tra l’aggettivo un uomo di valore, che ho letto sui giornali come definizione, ed un grande esperto calcistico io preferisco molto di più la prima definizione.
Al termine di questa stagione sportiva, il presidente ha deciso legittimamente perché è l’imprenditore ed il responsabile ultimo, che la struttura societaria andasse modificata. Ci siamo confrontati ed altrettanto legittimamente io non ho accettato. Ritengo che in base alla mia esperienza professionale nel calcio, e come consulente di impresa, fosse questa la struttura più adeguata al calcio Catania. Per questo, mantenendo immutata la nostra relazione e la stima reciproca, abbiamo deciso di separarci. Auguro di tutto cuore che il Catania l’anno prossimo riesca a fare un nuovo record. Mi riempirebbe di soddisfazione, sincera”.
Scouting & inizitive
Abbiamo cercato di informatizzare il metodo di scouting. In modo da aver uno strumento capace di raccogliere tutte le informazioni e metterle a disposizione di chi gestisce l’area tecnica. La società può adesso mantenere al proprio interno tutte le relazioni prodotte in questo anno. E non dimentichiamo il progetto scuole. Abbiamo cercato tutti insieme di crescere giorno dopo giorno sotto tutti gli aspetti. Il percorso fatto è stato importante. Ho trovato e lascio un gruppo importante. Mi auguro di esser riuscito a trasferire loro dei valori professionali e dei valori umani”.
Marchese
“Su Marchese il presidente ha ragione a dire che su Marchese è stato commesso un errore. Come Marchese anche Barrientos era stato lasciato a scadenza dopo un anno, non questo ma il precedente, in cui aveva fatto bene. Nel caso di Barrientos abbiamo avuto l’opportunità e l’occasione di avere l’agente che ha lavorato per trovare una soluzione col Catania, nell’altra occasione abbiamo avuto un agente che ha lavorato per trovare una situazione diversa. Le offerte economiche arrivate al giocatore rendevano complicata la possibilità in termini di equilibrio nello spogliatoio di accontentarlo. Marchese ha dimostrato grande professionalità ed il Catania grande correttezza. Il giocatore ha apprezzato ed ha disputato un campionato altrettanto positivo”.
Cosentino
Nella nostra separazione non c’entra nulla Cosentino. Sono sicuro potrà dare un apporto positivo al calcio Catania. Lo conosco, è un serio professionista affermatosi da anni e che conosco bene tanto da esser stato ospite a casa sua in Uruguay. La mia è stata una scelta libera. E di questo sono appagato. D’altro canto mi manca la dimensione di quello che sarebbe stato qualora questa avventura fosse continua. Ho anche grande apprezzamento e stima per Bonanno. Il presidente ha mantenuto una riservatezza indispensabile nel nostro ambiente. Su quel tipo di riservatezza mi affianco e fa parte del mio modo di essere”.
Futuro? Mi sento ancora rossazzurro
Il mio futuro? Mi sento ancora la maglia ed i colori addosso di questa città. Sento ancora il rapporto con la gente, anche quelle più umili con le quali vado a pranzo. Il trasporto emotivo disinteressato della gente comune desta in me grande emozione. Dopo aver vissuto la realtà di Genova, può cambiare casacca un giocatore, un allenatore, non un dirigente. Non potrei mai diventare un dirigente del Genoa a prescindere dall’interessamento e del rispetto che nutro verso la tifoseria genoana. Quindi non andrei mai al Palermo. Catania guadagna un tifoso rossazzurro al nord in più.
Ricorderò
Ho preso e ricorderò sempre di Catania la stima della gente. Più che prendere un giocatore bravo, nella vita, sia importante ricevere la considerazione per come uomo. Abbiamo sostituito il pronome io col pronome noi. Vado fiero anzitutto di ciò. Aver fatto bene in tutto, significa aver fatto tutti bene, sotto ogni aspetto.
La decisione
Raggiunta assieme la decisione, l’atteggiamento non è cambiato. Ho continuato a lavorare fino all’ultimo secondo, dando il massimo della responsabilità. Ho gioito fino all’ultimo goal segnato. Sono estremamente autocritico ma se fossi stato diverso, nelle mie scelte, non mi sarei piaciuto. Quando le strategie sono diverse è giusto separarsi, la strada è obbligata. Rimpianti? Sono portato a guardare in avanti. Le decisione prese col pronome noi sono state giuste, altre sbagliate. L’esperienza è il frutto degli errori commessi. Siamo uomini, non macchine. Importante è avere autocritica ed umiltà per capire l’errore e metterlo nel proprio bagaglio di esperienza. Se non fossi stato lungimirante non avrei scritto “scriviamo la storia” sulla cartellina degli abbonamenti. Anche quando si inciampa e si cade, risollevarsi e ripartire fa parte del cammino di un uomo.
Abbonatevi!
Ai tifosi vorrei dire che l’anno prossimo devono abbonarsi in numero maggiore. Lo merita questa, società, questo presidente, questo ambiente. Serve un apporto maggiore, Catania lo merita. E’ un comprensorio che merita di più.
Mi mancherà..
Mi mancherà il calore di questa terra e quello della gente. Del Catania mi mancherà Torre del Grifo, anche se non l’ho portato avanti io. Del Catania mi mancherà il progetto che lascio. Catania oggi si può avvalere di un tecnico, una società, una squadra, una struttura di valore. Catania ha grandi potenzialità, dal più umile al presidente tutti hanno dato il loro contributo. Mi mancherà non poter portare avanti un progetto come questo.
Catania e Udinese
Confronto con l’Udinese? La strada tracciata è la stessa. L’Udinese ha iniziato prima. La progettualità ha tappe successive. L’Udinese in anni ha consolidato una metodologia di lavoro nello scouting che permette di acquisire talenti con tre anni di anticipo le risorse tecniche per il futuro. E’ molto attenta all’intero mercato globale. La strada è la medesima. Il Catania deve solo proseguire, migliorando la struttura e l’impegno.
I miei ricordi
Dal punto di vista sportivo, la partita alla quale sono più legato è la vittoria sulla Fiorentina. Abbiamo raccolto di più di quel che meritavamo. Siamo arrivati con una squadra falcidiata da assenze, in cui abbiamo sofferto, ci siamo stretti l’uno con l’altro per cercare un risultato. Poi quel volo di Castro a colpire il pallone della vittoria è stato l’apoteosi del sacrificio, del collettivo che prevale sul singolo. Dal punto di vista umano ricorderò la cena di Natale in cui tutta la famiglia era presente, dai magazzinieri al presidente, di tutti i dipendenti di Torre del Grifo. Per la prima volta si è riunita tutta la famiglia rossazzurra. Credo che i ragazzini delle giovanili la ricorderanno a lungo. Ci siamo resi conto di quanto numerosa ed intensa sia la famiglia.
Cosa ho lasciato? Non devo esser io a dirlo. Chiedetelo alle persone più umili. Adesso chiudiamo con un forza Catania. E visto che Catania mi ha trasmesso tanto dico anche “ammugghiamu i pupa”.
[Redazione Mondo Catania –
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