Catania: i ricordi del 2011 …

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CATANIA – Sta per terminare il 2011, e con esso anche un’annata straordinaria per il Catania. Ripercorrendola a ritroso, abbiamo isolato i momenti migliori e peggiori, i protagonisti che nel bene come nel male hanno caratterizzato il 2011 rossazzurro. Il giocatore più sorprendente, quello più deludente, la partita più emozionante, quella più deludente e non solo. Iniziamo da:

La sorpresa è.. Gennaro Delvecchio (centrocampista): Tutti, e non solo i presenti a Catania – “Olympiacos” Milazzo ricorderanno i fischi che alla presentazione della squadra, accompagnarono il suo ingresso in campo. Fischi che non gli andarono giù, fischi al buio o meglio, figli dei pregiudizi alimentati da due stagioni pesantemente al di sotto delle aspettative nutrite per quello che, al suo ritorno a Catania, tutti i tifosi vedevano come uomo squadra, trascinatore.. ma verso l’altro, non verso il basso. Ma Delvecchio, inventore della “danza di chi ha sangue”, non ha mollato mai, forse per questo ha accettato di scender in campo anche in condizioni precarie, quando chiamato a dar una mano alla squadra: irriconoscibile, punzecchiato, fischiato, infine erto a capro espiatorio delle gestioni fallimentari di Atzori e Giampaolo, tutt’uno con i brutti ricordi legati ai due tecnici, esonerati. Termina il 2010/2011 con l’Atalanta, che decide di non riscattarne il prestito neanche per l’irrisoria cifra di 1.000 euro fissata dal Catania, a cui ritorna. Ma ad attenderlo, più delle voci di mercato, c’è un nuovo tecnico, Vincenzo Montella, ex compagno di squadra alla Sampdoria, Delvecchio ha la possibilità di ripartire da zero, si allena duramente a Torre del Grifo e, quando Sciacca dà forfait, al 38′ di Catania – Cesena, ha la sua grande occasione, che inizia tra i fischi del pubblico (che non si capacita della scelta del tecnico) ma che dopo un rigore conquistato e due goal sfiorati, termina con gli applausi, la riappacificazione e le sue prime dichiarazioni alla stampa: “Capisco i fischi, la gente. Non posso dire che mi abbiano fatto piacere ma sapevo bene che i tifosi si aspettavano il Delvecchio combattente che finora non è potuto scendere in campo per colpa degli infortuni”.

La delusione è.. Davide Lanzafame (attaccante): Un’annata da dimenticare per il catanese d’origine ritornato nella patria dei genitori con le medesime speranze di chi, in cerca di fortuna e riscatto, dal Sud spesso si sposta al Nord. Bocciato dalla Juventus, bocciato dal Brescia e persino dal Palermo, in rossazzurro viene lanciato subito come titolare, nella gara d’esordio contro il Siena, per accomodarsi poi sempre più spesso in panchina, in tribuna, quindi nuovamente in campo ma in una posizione non sua, quella di esterno destro nel 3-5-2, che a Milano, contro il Milan, causa lo sfacelo. Paga l’esperimento di Montella certo, quello di voler adattare i giocatori al modulo dopo aver trovato fortuna col processo inverso, ma anche il disordine tattico che in gergo si chiama “estro” ma che lo rende mald-estro e poco confacente al progetto tattico votato all’equilibrio.

Il goal più bello è di.. Pablo Barrientos (attaccante): Una rete che segna la prima vittoria esterna della gestione Montella oltre che la riabilitazione piena di un giocatore atteso tre anni con intaccabile fiducia da dirigenza e tifosi. Al Via del mare entra in campo nel secondo tempo, al posto di Izco (infortunatosi), ed a far propria la gara ci mette poco: doppio passo a prestigiare Piatti, e dai 30 metri tiro d’esterno sinistro che s’infila sul palo lungo difeso, fino a quel momento, da un impeccabile Benassi.

Il colpo di mercato è.. Sergio Almiron (centrocampista): La prestazione “molle”, contro il Siena (prima di campionato), inganna tutti tranne Montella che, pur preferendolo in panchina nelle successive due uscite, lo rilancia contro la Juventus e lo conferma a Novara, dove il suo “peso” inizia a giovare e non più a gravare sul centrocampo. La consacrazione arriva nelle sfida contro l’Inter, con lo strepitoso goal dell’1-1, quindi la rete contro il Chievo e la prestazione monstre contro il Palermo, seguita da quella offerta a Parma, dove segna la sua terza rete stagionale e scavalca, per questa categoria, la candidatura non meno forte di Nicola Legrottaglie.

Il colpo mancato è.. Maxi Lopez (attaccante): Undici reti in mezza stagione, per le altre undici serve una stagione e mezzo. Rendimento in calo, proporzionale all’intenzione di andar via. Voci su di lui già all’inizio della stagione che vede in panchina Giampaolo, col quale l’intesa non nasce mai e sfocia nella prolungata astenia dalla zona goal. Quando, questa estate, la Fiorentina è ad un passo dal renderlo erede di Gilardino e lui dal ritrovare il tecnico del suo fortunato esordio in Italia (Mihajlovic), il Genoa fa saltare tutto. Delusione cocente, ed una maglia rossazzurra che pesa più di quanto non dovrebbe. “E’ il nostro attaccante principe.. ma deve muovere il sedere” già, “E’ il nostro attaccante principe.. ma deve dimostrarlo in campo” vero “E’ il nostro attaccante principe..” e via discorrendo finché qualche settimana fa non è arrivato l’accordo col Milan ad incentivare il “biondo” argentino a mostrar tutte le proprie qualità, in campo, anche se con la maglia del Catania. Ma il goal non arriva, l’ombra di Tevez incombe, e la frenesia porta cattivi consigli e azioni, come il siparietto che inscena con Lodi volendo calciare un rigore per il quale non è lui il battitore designato (e che Lodi, dopo il battibecco, sbaglierà). Aveva ed ha bisogno di cambiar aria, nonostante questo significhi privarsi di uno tra gli attaccanti più forti mai visti a Catania.

La gara più emozionante è.. Catania – Juventus 2-2: Un altro campionato, ma lo stesso anno, ed anche la stessa squadra, o quasi. La gara contro la Juventus può definirsi la precorritrice del nuovo Catania, nuovo in atteggiamento, mentalità, consapevolezza dei propri mezzi: il Catania a cui Montella aggiungerà organizzazione tattica, motivazioni, equilibrio ed un pizzico di genialità. Sotto per mano di Del Piero, una doppietta fortunosa, il Catania compie quella che, nel campionato in corso, sarebbe stata definita la “ri-Montella”, la prima. E come a Novara, e come a Lecce, come a Parma, è nei minuti finali che gli etnei compiono l’impresa. Bergessio serve a Gomez il pallone del 2-1, mentre al 94′ Lodi, al secondo tentativo, immobilizza e fa secco Buffon su calcio di punizione per il definitivo 2-2.

La gara più entusiasmante è.. Catania – Palermo 4-0, l’unica in grado di scalzare solo d’ufficio, perché trattasi di derby il Catania – Roma 2-1 al 95′, ultima gara della stagione al Massimino, col Catania sotto di un goal al primo tempo, capace di pareggiare con l’inchino di Bergessio e quindi, al 95′, passare in vantaggio con Gomez, mandando la Roma di Montella fuori dall’Europa e le agenzie di scommesse “out of business”, la vittoria del Catania era quotata 11.00.

La gara più deludente è.. Milan – Catania 4-0: Il punto più basso, con Montella alla guida, ma anche la fonte di ispirazione primaria per la presa di coscienza di quanto si rivelerà determinante alla maturazione tattica del Catania, che nell’interpretazione del 3-5-2 si accorge di non poter prescindere da Mariano Izco, e della non adattabilità di alcun altro elemento della rosa in quel ruolo, con le medesime mansioni assegnate all’argentino. Quattro reti, tutte costruite sulla fascia destra. Una sfida senza storia interpretata dal Catania con eccessiva spavalderia, come rimproverato anche dai giornali.

Il giocatore del 2011 è… Gonzalo Bergessio: Un corteggiamento durato anni, convogliato a nozze lo scorso Gennaio, in predicato di divorzio in estate per poi trovar il suo fine più lieto col ritorno a Catania. Non è solo un attaccante in grado di segnare, e nessuno segna quanto lui nel 2011 (8 reti), ma anche di far segnare, e proprio per questo meglio di Lopez si sposa con il progetto tattico di Montella, rendendo ancor più di quanto non gli fosse riuscito durante la gestione Simeone, impiegato da esterno nel 4-3-3. Col tecnico argentino salva aritmeticamente il Catania, siglando l’1-2 di Brescia che riporta al Catania anche la gioia della vittoria esterna. Con Montella, la sostituzione al Ferraris avrebbe potuto abbattere un toro, non lui, che anzi, riesce a soffiare il posto a Lopez, rendersi decisivo contro Juventus, Napoli e Lazio, per poi ritornare, e senza storie, in panchina quando il collega e compagno di stanza ha bisogno di minuti per mettersi in mostra e riprender valore di mercato. Quando lui va in goal, il Catania non perde mai.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]