Negli ultimi minuti di Livorno, le telecamere Sky stringono all’interno dell’area di rigore del Catania. In linea, pronti ad avventarsi sul prevedibile traversone che pioverà da palla inattiva, pare di vedere schierata la Primavera rossazzurra: Parisi, Odjer e Garufi. Sono solo tre dei cinque U21 che hanno concluso la sfida all’Armando Picchi. Bisogna aggiungere Escalante e Jankovic. Quota che sale a sei volendo considerare tra i giovanissimi il pur giovane Chrapek, 22 anni, che colta l’occasione contro il Bologna (assist per Cani e due reti mancate) segna la sua prima rete in B al ritorno da titolare.
Dell’undici rossazzurro arrivato al 90°, sette giocatori sono nati negli anni 90. Il più anziano in campo, Calaiò, classe 1982. Schieramento ben diverso da quello ‘ideale’ immaginato ‘schiacciasassi”. In piena e chiara emergenza tecnica di squadra, i giovani rossazzurri reggono bene la partita mostrando personalità e qualità riguardevoli per la loro età. A mancare, nei momenti decisivi per il risultato, è invece l’apporto dei ‘senatori’. Frison prima e Spolli poi, commettono gli errori più evidenti.
Il portiere, non riesce ancora a trovare la continuità all’interno della partita e di partita in partita. Va osservato che la papera valsa il 2-2 e la scossa morale che porta, dopo 2’, al 3-2, è preceduta da due interventi strepitosi. Per Spolli dovrebbe parlare il dottore. Trascorsi 70’ stringendo i denti per il solito dolore al piede, lo sbaglio non deve mai ma può sempre capitare. L’assenza di alternative in panchina è pure sua colpa? E quelle che, da capitano, si carica sulle spalle, vanno divise col resto dei ‘senatori’ e portate a capo chino sotto il settore ospiti.
Ai ragazzi è invece bene e giusto restino solo gli applausi. Bravo Parisi, recentemente convocato nella selezione B-Italia. Entra a gara in corso e gioca da terzo centrale, ruolo a cui non è abituato. Notevole Odjer, titolare. Riceve sempre il primo passaggio e detta i tempi dell’azione. Ispira e dà fiducia. Generoso Escalante, adattato ad esterno nei cinque di centrocampo. Volenterosi Jankovic e Garufi, che pur da lungo tempo lontani dal campo sostituiscono Martinho e Rosina dando tutto quel che Sannino poteva aspettarsi da loro, ed anche di più.
Il Catania ha bisogno di tanti altri giovani così. Ma per crescere e rendere al meglio, giovani così avrebbero bisogno di un altro Catania, più competitivo, più sereno, più vicino alla squadra che anche i tifosi sognano. E viene da pensare e sorridere, un po’, amaramente. Al termine della scorsa, fallimentare stagione, erano stati proprio i tifosi a chiedere provocatoriamente: “La Primavera in campo”. Eccola, a Livorno il Catania ha terminato la gara con più ‘Primavera’ che nella sfida d’addio alla serie A, contro l’Atalanta. Ampio merito a chi ha realizzato il desiderio dei tifosi.