CATANIA – Troppo molli o troppo rudi. Mancando serenità, manca l’equilibrio: è ciò che tiene il Catania in penultima posizione. É ciò che fa la differenza in trasferta. É ciò che impedisce alle altre contendenti alla salvezza di fuggire via ed inguaiare i rossazzurri ancor più di quanto non si vedano da sé in classifica.
‘Cuore caldo e testa fredda’, la formula rubata a Conte è quella giusta. Tra il dire dell’allenatore ed il fare del giocatore c’è però di mezzo l’imprevisto: lo spettro retrocessione, l’assenza del tridente titolare, l’obbligo di puntare tanto su giocatori fragili se non inadeguati, l’incapacità di vincere in trasferta.
Sono le difficoltà oggettive del Catania. Provare a risolverle o conviverci? Mancano dodici giornate alla fine e, per salvarsi, basterebbe una vittoria in più delle altre quattro partecipanti al mini campionato di coda. In difficoltà anche quelle, alle prese con i medesimi problemi, i medesimi dubbi, le medesime scelte.
Se lo scudetto lo vince la migliore, la salvezza la conquistano le ‘meno peggio’. Squadre che, consapevoli dei propri punti deboli, sanno di poter ricevere duri colpi, non si arrendono alla paura ma imparano ad incassarli così da non soffrire oltre al dolore del momento, anche gli strascichi futuri.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]