“Meritiamo l’ultimo posto in classifica. Abbiamo giocato male, fino ad ora siamo stati noi solo a tratti. E ci si è messa anche un po’ di cattiva sorte”. Le parole di Mariano Izco, uno che non si tira mai indietro quando c’è da metterci la faccia, riassumono alla perfezione la stagione del Catania.
Già, perché se è vero che la cattiva sorte non va dimenticata, è altrettanto vero che non può essere utilizzata come alibi unico per spiegare le difficoltà palesate nel corso della stagione. Quella contro il Sassuolo sarebbe potuta essere la partita della svolta: vincere avrebbe permesso ai rossazzurri di portarsi ad un solo punto dalla zona salvezza e contestualmente di far fuori dai giochi i neroverdi, perdere – invece – è costato il declassamento all’ultimo posto, la ‘rinascita’ di una rivale come il Sassuolo e, soprattutto, l’allontanamento dalla zona franca.
La situazione è chiara: la classifica ed il calendario offrono ancora al Catania la possibilità di centrare la salvezza, ma è quanto visto in campo a destare preoccupazione, ancor più della graduatoria. Rimontare 4 punti a rivali non certo brillanti, infatti, è tutt’altro che impossibile. Lo diventerà, però, se la squadra etnea continuerà ad offrire spezzoni di gara simili a quelli, solo per citarne gli ultimi esempi, offerti nel primo tempo al ‘Massimino’ contro il Cagliari o nella disastrosa ripresa del ‘Mapei Stadium’ contro il Sassuolo.
Di questo passo, ogni sogno si infrangerà duramente contro la realtà. Essere ancora aggrappati al treno salvezza nonostante la stagione più che deludente del Catania è un regalo che la categoria intera sta facendo al club rossazzurro. In altre stagioni, infatti, con 20 punti in cascina dopo 28 giornate, ambire alla salvezza sarebbe stato impossibile. Quest’anno, invece, la salvezza – per lo meno analizzando unicamente la classifica – è un obiettivo più che raggiungibile.
Come detto, però, più che la classifica che – purtroppo o per fortuna – lascia ancora aperti i giochi, è il Catania stesso a generare un giustificato pessimismo in un ambiente sempre più spaccato. In pochi hanno raccolto l’appello – portato avanti dalla società ma anche da svariati tifosi – di attendere la fine della stagione per individuare colpe e colpevoli ed eventualmente contestarli. Farlo adesso, serve a poco. Maran e i suoi ragazzi, però, dovranno fare i conti anche con questo. Con un clima di tensione che serpeggia sugli spalti e sui social network e che – indirettamente – ricade anche sullo spogliatoio.
Nascondere gli errori commessi – sul mercato e non solo – è ormai impossibile perché a mostrarli alla luce del sole sono i fatti, ancor prima delle parole. Resta il fatto che, nonostante tali errori, la salvezza sia ancora un obiettivo possibile. Nonostante la sciagurata sessione di mercato invernale e la ‘riparazione a metà’ di gennaio. Nonostante il doppio e mai compreso cambio alla guida tecnica. Nonostante i tanti infortuni, nonostante la sfortuna. “Meritiamo l’ultimo posto”, ha detto Izco, senza nascondersi. Un’ammissione encomiabile, quella del Capitano e dalla quale è doveroso ripartire.
I processi, però, è meglio sospenderli e rimandarli al termine della stagione quando, a prescindere dall’esito del campionato, sarà giusto e doveroso tirare le somme e capire cosa non ha funzionato. Perché gli errori commessi non si possono cancellare, ma centrare la salvezza significherebbe riuscire nell’impresa di renderli insufficienti per rompere un giocattolo che da anni diverte un’intera città. E che può ancora continuare a farlo.
[Renato Maisani –