Catania, il punto: se puoi vincere, devi Vincere

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A volte le parole non bastano per esprimere al meglio un concetto che già di suo è puramente negativo. A supplire in tal senso arrivano, puntuali come sempre, i numeri, piuttosto eloquenti, tangibili, incommensurabili. Il Catania non vince e le parole, le critiche e le arrabbiature (eufemismo) si sprecano, ma son proprio i numeri a racchiudere l’essenza del momento negativo della squadra rossazzurra: soltanto 2 vittorie in ben 14 gare di campionato.

Numeri piuttosto eloquenti che testimoniano una problematica di fondo che si protrae ormai da troppo tempo. A questi numeri, intrisi di negatività, se ne aggiungono altri, ancor più eloquenti: soltanto una vittoria in trasferta nelle ultime 19 gare di Campionato (dopo Lazio-Catania 0-1 della Stagione 2009/2010) ed appena 6 vittorie esterne in 5 Anni di Serie A.

Numeri impietosi, che testimoniano una mentalità da provinciale, da squadra che deve e dovrà lottare sempre e comunque per non retrocedere. Come si può sognare l’Europa League se poi anno dopo anno ci ritroviamo invischiati nella lotta per non retrocedere? Come si possono sognare posizioni in classifica piuttosto importanti se poi ci ritroviamo a perdere puntualmente ogni partita esterna? Soltanto una squadra provinciale, una squadra che mira al compitino del mantenere la Serie A, riesce a vincere solo ed esclusivamente nel proprio Stadio. Si fanno spesso proclami, appelli, cercando di far tornare il tifoso allo Stadio: ma non ci rendiamo conto che gran parte della tifoseria, anche quella che segue il Catania sin dagli albori, è delusa da questo andazzo? Per carità, la Serie A è un bene prezioso, è l’elite del calcio italiano ed ogni squadra che vi partecipa non vuole retrocedere: ma è altresì chiaro che il tifoso, giustamente oserei dire, sogna qualcosa in più, vuole una squadra che vince e convince.

Il Catania si sostiene sempre e comunque, in qualsiasi categoria, ma a volte l’entusiasmo ti porta a far sempre meglio, ad ambire a posizioni ed a traguardi che sembravano occlusi. Una palese testimonianza ci è data proprio dal Catania, quando lo scorso anno riuscì a salvarsi sontuosamente battendo squadre come Inter e Juventus. Il tifoso chiedeva continuità, auspicava a quel famoso “alzare l’asticella” tanto enfatizzato dal Presidente Pulvirenti. La dirigenza ha risposto presente sul mercato, intervenendo e colmando alcune lacune. Ma non sono i rinforzi a far cambiare mentalità, una parola che certamente non si acquista nel corso del calciomercato. Urge un cambio di rotta, un filotto di vittorie o comunque di risultati positivi che possano riportare in città quell’entusiasmo che non si respira ormai da Settembre.

Nemmeno il cambio d’allenatore sembra aver portato i risultati sperati: 3 sconfitte su quattro, alcune molto sfortunate. La cattiveria non manca, così come non manca il lavoro quotidiano: Simeone sta lavorando sulla testa dei giocatori, ma il calcio italiano è diverso da quello Argentino. Moduli troppo mobili, a volte basati sull’improvvisazione e sulla voglia matta di buttare la palla in rete. A Bologna, a mio modesto avviso, si sarebbe potuto vincere con un po’ di cattiveria ed ordine in più.

Ci addentriamo ad un altro vero e proprio scontro diretto, assolutamente da vincere. Non serve il pareggio, in testa dev’esserci solo ed esclusivamente la vittoria. Non importa come, non importa quando, bisogna solo ed esclusivamente vincere. Soltanto 11 leoni in campo, soltanto gente che più che mettersi in mostra crede al progetto Catania. Catania non è un portone per addentrarsi nel calcio che conta, ma un progetto serio ed i suoi tifosi meritano prima di tutto rispetto.

[Roberto Finocchiaro – Fonte: www.mondocatania.com]