La panchina di Dario Marcolin traballa, eccome. Dopo la sconfitta contro la Virtus Entella l’allenatore del Catania è a rischio esonero. Il club, rinnovata la fiducia nell’immediato dopo gara, si è riservata di prendere la decisione definitiva solo una volta parlato con l’allenatore. Pulvirenti, assente allo stadio di Chiavari, ha fin da subito voluto un confronto privato con Marcolin. Il tecnico, incaricato sotto consiglio del presidente stesso, gode ancora della fiducia della società ma potrebbe pagare con l’esonero i risultati della squadra, finora inadeguati rispetto alle statistiche che garantiscono la salvezza. A sfavore dell’allenatore, il terzo provato dal Catania, giocano anche le critiche e lo scetticismo dei tifosi attorno alla sua gestione.
Già nel confronto sostenuto ai piedi del settore ospiti con alcuni giocatori, i tifosi rossazzurri presenti a Chiavari si erano confrontati con la squadra circa il possibile ritorno di Giuseppe Sannino. L’allenatore, che aveva preso in carico il Catania a partire dalla quarta giornata sostituendo Pellegrino, conferma di essere rimasto nel cuore della tifoseria. I retroscena che ne hanno motivato le dimissioni però, sono valsi un addio piuttosto burrascoso con la dirigenza. Lo confermano le parole con cui Calaiò ha risposto ai tifosi in proposito d’un clamoroso ritorno di Sannino: «La società non vuole». Pulvirenti, tempo addietro, aveva utilizzato la parola “quaquaraqua” in un’intervista in cui l’argomento era Sannino. I rapporti, tra i due, erano congelati da una questione di orgoglio, pare, incrollabile almeno fino a sabato scorso.
Il terzultimo posto in classifica, la necessità di riaccendere l’agonismo nelle menti dei giocatori ed il poco tempo disponibile per riuscire nell’impresa potrebbero, adesso, modificare l’atteggiamento della società. In un momento ancora più delicato di quello vissuto dopo le dimissioni di Sannino, cambiare tecnico sarebbe per il club l’ultima mossa utile da spendere per provare a salvare la categoria. Sbagliare scelta o temporeggiare nel dubbio, sarebbe la fine d’ogni speranza. Perciò, visto il poco tempo rimasto ed i pochi allenatori “graditi e disponibili” ad accettare un possibile incarico, nelle valutazioni del Catania torna il nome di Sannino. Reintegrato, seppur ultimo nome della lista, è tra tutti gli altri quello che meglio conosce la squadra, la piazza e le particolari vicissitudini che il club sta attraversando in un periodo di forte incertezza sul futuro.
Pur sponsorizzato dai tifosi, e dai consigli di Delli Carri, Sannino non è più però sotto contratto col Catania. Non basterebbe perciò, al club, alzare la cornetta e richiamarlo a Torre del Grifo. Determinante, sarebbe quindi la reazione del tecnico alla proposta di ritornare ad allenare il Catania. Stuzzicato sull’argomento, il diretto interessato non parla. Resta però indicativo il rimpianto, manifestato in tempi non sospetti, che l’allenatore ha confessato di mantenere nel «non essere riuscito a fare di più a Catania» (magari per colpa di qualche infortunio di troppo), oltre che l’attaccamento sempre ribadito verso la squadra e la tifoseria. Ricordare il caso Maran (che però era rimasto sotto contratto), richiamato la stagione scorsa dopo che Pulvirenti disse di lui «il solo rimpianto è non averlo esonerato prima», dà l’idea di come almeno l’orgoglio sia un ostacolo superabile.
Con la squadra in ritiro, la società riflette. Entro lunedì, Marcolin avrà certezza del suo futuro almeno fino a domenica prossima. Anche in caso di conferma, la sfida contro l’Avellino, in casa, risulterà determinante. L’allenatore avrà sette giorni di tempo per preparare una squadra il cui unico obiettivo sarà quello di vincere. Alla società invece, il tempo potrà servire per vagliare le alternative da tenere pronte in caso di risultato ancora una volta deludente. Il futuro del Catania è incerto, il tempo stringe, la classifica piange.