A giro tocca a tutti,
In principio fu Andujar, che si riprese il posto lasciato vacante con suo ritorno in Argentina. Quello di portiere? E con esso anche quello di capro espiatorio. Non che mancassero elementi validi per l’investitura, ma la condanna resta pur sempre decisione arbitraria di chi scarica su di un singolo responsabilità ascrivibili al collettivo ed in parte, pur in piccolissima parte, anche a sé stesso.
Tant’è che Andujar sbaglia una, due, tre volte, poi si riscatta. Para e ripara. Diventa provvidenziale, il portiere tanto atteso, il portiere dei sogni. Il nome di Frison scompare dai dialoghi tra tifosi, dalle domande dei giornalisti. Adesso che Andujar dà garanzie, adesso che sembra anche più simpatico, il giovane portiere arrivato dal Vicenza in estate non sembra più neanche tanto più forte. Finché non gioca in Coppa, finché Andujar non sbaglia un’altra volta. E tutto ricomincia daccapo.
In mezzo, come non ricordare la “parabola” di Alvarez. Altro figliol prodigo tornato “ricco” dalla Spagna. Un disastro sin dalle prime partite. Svarioni, espulsioni, di tutto e di più passando da male in peggio col passare delle partite. E’ all’indice di chiunque d’occupi del Catania. Sarà il primo, non l’unico giocatore che Maran metterà fuori in ragione dello scarso rendimento. Si passa al 3-5-2 con Rolin. Tutti contenti, finché Alvarez non torna, all’improvviso, quando tutto andava bene, e con lui in campo il Catania riesce a far meglio. Tanto da non uscire più, giocando fino all’infortunio di Pescara, senza sosta e senza più una critica una, ricevuta.
Capitò anche a Barrientos. Passare dall’esser il più amato a divenire il più odiato. Bastò poco, ma nei momenti più sbagliati. Lo sfogo di Cagliari, il tweet dopo il successo contro il Chievo, la prestazione oscena di Palermo, il rigore sbagliato contro il Parma. Tutto in sequenza. Fino a ieri, al goal d’esterno sinistro messo dentro la porta del Pescara, che se corroborato da una prestazione più cattiva, di squadra, gli sarebbe valso un buon Natale con gli auguri di chi, fino al giorno prima, neanche si sarebbe sognato di farglieli. Giudicato in via definitiva, il processo potrebbe esser revisionato.
I più ferrati con la memoria ricorderanno come nel corso dell’anno si udirono dei giudizi definitivi anche sul conto di Bergessio. I goal non arrivavano, e quando arrivavano venivano puntualmente annullati, ingiustamente. Immaginarlo a Firenze non dava poi così fastidio, già a Gennaio perché no? Proviamo Doukara, e Doukara non va. Proviamo Morimoto, e Morimoto non va. “Non è poi così male questo Bergessio”: uno, due, di reti ne mette dentro sei, in quattro partite. Tutti lo amano, e l’infrazione al dito è un colpo al cuore.
Adesso tocca di nuovo ad Andujar, ed a fargli compagnia c’è anche Almiron. Il centrocampista argentino disse, ad inizio anno, “Se c’è un giocatore dal quale mi aspetto di più rispetto allo scorso anno, è Almiron”. Tutto questo non sta avvenendo, non si sta vedendo, non sempre. Le due reti contro il Chievo sembrava avessero sistemato tutto ed invece non hanno sistemato un bel niente. Sotto tono più di quanto non sia sotto pressione. Commette quell’inutile fallo al limite, al 94°, e patatrac, viene giù il mondo.
Vengono giù critiche e giudizi. Processi sommari, mai così violenti. É inaccettabile che si possa sbagliare. Pur senza voler sbagliare. Capita a tutti, ma a ragione di tanti sembra non possa capitare ad un giocatore. Non senza vederci dentro chissà quale inciucio o macchinazione. Purtroppo capita, di sbagliare, come può accade a chi sta in campo, quando gioca, accade a chi sta fuori, quando giudica.
Siamo tutti un po’ vittime, e tutti un po’ colpevoli.
Facciamo tutti parte dello stesso gioco.
A giro tocca a tutti.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]