Catania, l’analisi tattica: grande intensità con nuovi interpreti

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logo-cataniaFIRENZE – A distanza di una notte e qualche ora, raccogliamo le impressioni a caldo di Federico Caliri, che ha seguito per MondoCatania la partita al Franchi. Si spazia dalla prestazione convincente del Catania alle performance dei nuovi esordienti: Leto e Tachtsidis promossi, Monzon da incoraggiare. Non manca un’analisi tattica in vista dell’esordio al Massimino tra cinque giorni contro l’Inter e un augurio di mercato.

Una valutazione complessiva del match del Franchi. Cosa c’è di positivo?
Il primo Catania targato 2013-2014 si è presentato, al cospetto di un avversario davvero tosto, con la voglia e la mentalità di chi vuole mostrare i denti fin da subito. Quello che mi ha colpito maggiormente è stata l’intensità di una squadra che ha, sì, cambiato modulo e interpreti ma ha mantenuto il carattere combattivo e la capacità di far gioco. Al di là del risultato, sul piano della prestazione, questo Catania supera a pieni voti il primo esame stagionale. 

Quali spunti di miglioramento ha invece offerto la partita?
Questo Catania è una squadra nuova, con un assetto e un modulo di gioco profondamente variati. Giocare con due centrocampisti invece che tre, porta a ripensare da zero gli equilibri di una formazione che deve esaltare le caratteristiche funamboliche dell’attacco argentino e allo stesso tempo deve ricostruire distanza tra i reparti ed equilibri in mediana. Mister Maran dovrà lavorare soprattutto sulla fase di costruzione del gioco.

Su cosa in particolare?
Partendo dal presupposto che Tachtsidis non è in dubbio, dal punto di vista tattico giocare con un regista tra i due di centrocampo ti espone a due rischi: in primo luogo la scelta dell’uomo da affiancargli è cruciale; sarebbe il massimo poter contare su un centrocampista con i piedi buoni ma votato all’interdizione; non avendolo, partita per partita ci sarà da capire se affidarsi ad uno di contenimento o a un uomo abile in fase di costruzione del gioco. Ieri ad esempio l’uomo più adatto sarebbe stato Almiron, preferibile a Izco, che seppur volenteroso, si è trovato imbrigliato nella gabbia del centrocampo viola. Il secondo rischio sta nello sbilanciamento della squadra in fase di ripartenza: palloni persi in fase di riavvio dell’azione mettono l’avversario nelle condizioni di creare pericoli in superiorità numerica, sfruttando i tuoi errori. Ieri si è visto, eccome.

Tra i “vecchi”, promossi e rimandati?
Sebbene giudicare i singoli alla prima uscita sia prematuro, la forma di Bellusci e di Barrientos mi ha impressionato. Il centrale ha arginato Pepito Rossi con tutti i suoi mezzi ed è stato di gran lunga l’uomo fisicamente più in palla. Vedere per credere l’azione di ripartenza che lo porta con estrema lucidità a fornire a Bergessio un assist al bacio, spolverando un invidiabile filtrante di esterno destro. Via Lodi, il Pitu diventa l’anima dell’undici di Maran. E alla prima uscita il suo lavoro a tutto campo è uno spot di incoraggiamento per il prosieguo della stagione. In ombra ho visto Bergessio, troppo impreciso e forse ancora appesantito dalla preparazione. Pericoloso in una sola occasione non ha svolto il solito lavoro da “toro” che permette alla squadra di salire e guadagnare metri. Castro si è spento alla distanza: dopo un ottimo inizio, la sua prova si è via via apprestato su una scarsa sufficienza: mi aspetto molto di più da lui che un tacco smarcante e qualche dribbling evanescente.

E i nuovi?
Partiamo subito da Monzon: gestire un cliente difficile come Cuadrado era impresa assai dura ma il terzino argentino ci ha messo anche del suo: ha optato per mandare sempre sull’esterno il colombiano e ha pagato dazio. Probabilmente alla seconda cavalcata avrebbe fatto meglio a chiedere l’aiuto in raddoppio a Tachsidis e coprire più l’esterno. Purtroppo la sostituzione all’intervallo è segno della prova negativa. Bisogna dar tempo e fiducia al ragazzo. Il greco Tachtsidis ha fatto una buona gara, completa più per la fase di interdizione che di costruzione. Ha patito a mio avviso la mancanza di un compagno di centrocampo che potesse fraseggiare con lui nell’impostazione della manovra. E si è anche inserito spesso, andando addirittura al tiro ben due volte. È al centro di un progetto tattico ben avviato, oggi francamente non gli si può chiedere di più. Leto è stato straripante nel primo tempo, un vero funambolo. Può giocare ovunque, anche come prima punta e consiste una variabile tattica che il Catania con Gomez non ha mai avuto. È un ragazzo che non gioca da due anni quindi mi aspetto di assistere a cali di forma come quello visto nel secondo tempo. Se, con il passare del tempo, il fisico e la forma lo sosterranno, questo argentino diventerà  un campione.

Adesso l’Inter. L’anno scorso è andata male ma quest’anno è tutt’altra musica. Quali accorgimenti in vista della sfida ai Mazzarri boys?
L’Inter come prima al Massimino è quasi un contrappasso. Fu proprio con l’Inter che l’anno scorso il Catania abbandonò le velleità di Europa. Domenica potrà riscattarsi. Niente da suggerire a Maran se non la speranza di recuperare e avere Almiron a disposizione. Con l’Inter serve una gran prestazione perché, come i Viola, anche loro sono sulle ali dell’entusiasmo.

Catania completo o ultimo desiderio di mercato?
Se il mercato regalasse un altro tassello di varietà a centrocampo, il 4-2-3-1 potrebbe acquisire davvero una forma consolidata. Servirebbe un centrocampista di interdizione puro, qualcuno che corre a tutto campo e recupera palloni per offrirli in ripartenza. Si parla di Guarente. Onestamente meglio lui, secondo me, di un Biagianti che da anni è mentalmente lontano dagli assetti tattici ed emotivi dell’undici etneo.

[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]