Catania: l’attesa sta per finire, ci attende una sorpresa?

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CATANIA – Trepidante attesa, trepidante voglia di ricominciare a prendere il proprio posto e rimanere sospesi per novanta lunghissimi e interminabili minuti. Novanta minuti veri, giocati. E dal proprio posto, qualunque esso sia, la gradinata della curva, il seggiolino della tribuna, il divano di casa propria o il club con gli amici. Novanta minuti veri, patiti, sofferti ma attesi. Tanto.

Quella che Domenica prossima al Massimino si inaugurerà, è una stagione nuova dal punto di vista delle emozioni. Sentimenti che si sono stiracchiati due settimane in più rispetto agli altri anni a causa dello “sciopero” di fine Agosto. Emozioni e attese, quindi, il tifoso si ciba di questo. E questa prolungata attesa ha fatto crescere a dismisura la curiosità di conoscere la pelle di questo nuovo Catania. Cerchiamo di vedere insieme come queste emozioni ed attese si intrecciano nell’immaginario collettivo, tracciando un bilancio di quello che possono essere i sentimenti. Sentimenti che oggi pervadono l’ambiente del tifo rossazzurro alla luce degli eventi estivi che hanno preceduto l’avvio di questa sesta stagione consecutiva nella massima serie.

Dicevamo, trepidazione, appunto. Trepidanti sono i tifosi che non vedono l’ora di apprezzare sotto i propri occhi le promesse di un Catania dedito al gioco e non alla sopravvivenza. Criticato negli anni passati per la sua incapacità di mostrare un’identità ed un profilo più consono agli interpreti a disposizione in rosa, il trepidante tifoso si aspetta una squadra attenta al possesso palla e, perché no, alla qualità. D’altronde anche la scelta societaria di affidare la rosa ad un tecnico dal dna di ex attaccante ha un suo perché, coerente con quanto atteso dai tifosi e dalla piazza.

Dalla trepidazione all’ambizione il passo è corto. Ed è l’ambizione a regalare positive sensazioni all’animo dei tifosi per l’inizio di questo campionato. Dal presidente all’addi’, persino nella testa dei giocatori e’ ronzato in testa che il campionato ha bisogno di un Catania competitivo e al livello di squadre più corazzate come il Cagliari, il Genoa ed i cugini rosanero. L’ambizione di fare il salto verso su, dalla casta dei poveri alla casta dei borghesi, è reale, e quanto mai possibile. Lo si respira nell’ambiente, lo si respira soprattutto per la serietà del progetto imprenditoriale e tecnico. Tutte sensazioni e dettagli che al tifoso attento non sfuggono. “Rome wasn’t built in a day” recita una famosa canzone, rubiamo il copyright e suggeriamo le parole che potrebbe proferire il numero 1 della societa’ rossazzurra. “Calcio Catania wasn’t built in a day”. Tassello dopo tassello questa società sta venendo su e se ne accorgono in tanti. Tifosi, sognare non è un delitto.

E se dall’ambizione si passa alla soddisfazione, nessuno scandalo. Le chiacchiere estive sotto l’ombrellone sono il pane quotidiano di chi senza calcio non sa vivere. Rimugina, pensa, e si consola nell’attesa di sirene di mercato. A Catania si è spesso parlato di mercato anche durante l’anno e quest’estate alcune risposte sono state date, ma non tutte.

Sperare di trattenere a Catania tutti i migliori sarebbe stata un’utopia ma, dall’altro lato, vedere partire tanti avrebbe ammazzato anche il morale dei più filo-societari. Gomez, rimasto e felice di rimanere. Lopez e Andujar, rimasti e, seppur con il morale al massimo, armati di buona volonta’ per compiere il salto verso una “grande”, sfumato in questa finestra di mercato. Biagianti è rimasto e capitano. Unica partenza quella di Silvestre, inevitabile. Soddisfatti.

Attendersi lo spendi e spandi non era plausibile, ma rinfoltire la rosa di esperienza e di volti nuovi era richiesto da tutte le parti. Di esperienza ne è arrivata un pizzico, un piccico per reparto. Presi Legrottaglie in difesa, Almiron a centrocampo e Suazo in attacco. Tre nomi, tre scommesse di rilancio. Non sempre in passato questi esperimenti sono andati bene, così come non si vince un campionato in Agosto. È però anche lecito credere in questi tre giocatori, il cui valore e’ stato apprezzato anche dagli allenatori e dai manager delle tre strisciate. Nuovi nomi e scommesse “alla LoMonaco” sono servite sul piatto d’argento, dai volti non noti di Paglialunga a quelli un pò più conosciuti di Lanzafame e Catellani. A loro il colpito di rendersi importanti. Soddisfatti. O quasi. Rinforzare il reparto difensivo di un esterno basso e di un altro centrale avrebbe completato un mercato inteligente anche agli occhi degli scettici.

Trepidanti, ambiziosi e soddisfatti, sensazioni di partenza non di arrivo di un tifo che si presenta ai nastri di partenza non del tutto convinto. Lo si deduce dal numero degli abbonamenti, poco più di 8000, ancora in calo rispetto all’anno precedente e nonostante il calo dei prezzi. Il sostegno ci sara’ a prescindere, la convinzione verra’ con i fatti. Via al valzer del tifo e delle emozioni, quelle vere. L’attesa è finita.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]