AGIRA (EN) – Ascoltato ai microfoni della stampa, l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, nel contesto della presentazione della maglie storiche del calcio Catania, affronta temi di mercato e non solo: “La nostra presenza è un atto dovuto. La memoria storica del Catania deve rimanere viva, servire da sprone per il futuro. Ci è piaciuto che la manifestazione si tenesse qui, in un Outlet che ha dato da lavorare a tanta gente, come noi col centro sportivo. I giocatori del passato sono passati perché tutte le scarpe diventano scarponi, è l’età, ma restano immortali, nei ricordi, nei pensieri della gente, e noi facciamo tutto per la gente, per l’operaio che si svena per poter andar alla partita, seguire il Catania, i giocatori, che spesso questo lo dimenticano troppo in fretta. Ci auguriamo che questa manifestazione tracci una linea che sia un’aggiunta alla storia della nostra società.
“Lopez deve pensare al Catania, basta con le tarantelle. Penso che sia il momento meno adatto per parlare di mercato, è la più grande stronzata che ci possa essere, si parli di calcio giocato. Abbiamo un mese da giocare, quattro partite importante. Maxi Lopez è l’attaccante migliore che abbiamo, è chiaro che serve e servirà alla causa.
“Il Catania è della gente. Quando le squadre vengono qui devono sapere di giocare contro una città intera. Oggi il legame è ancora più forte. Ci aspettano altri traguardi e conquiste al di là di quelle che sono le conquiste del campo. Mantenere la serie A significherà poter costruire un nuovo stadio.
“Bergamo è la trasferta peggiore che ci potesse capitare. E’ la squadra che ha fatto meglio in rapporto alle potenzialità. Non l’affrontiamo nel momento giusto perché veniamo da scivoloni imprevisti. Mi aspetto una risposta forte.
“Del passato rimangono alla mente solo le gesta dei singoli, del Catania del passato non passa niente come collettivo. Al calcio del passato invidio i guadagni controllati, lo spreco non eccessivo, l’arrangiarsi, il far di necessità virtù. Oggi c’è uno spreco incredibile rispetto all’economia ed alle esigenze attuali. Guadagnando tanto questi ragazzi perdono la dimensione delle cose. L’unico mondo che non avverte la crisi è il calcio.
“La ragione degli scivoloni? Non abbiamo palle. Siamo sempre in prossimità per far il salto di qualità ma falliamo. I giocatori possono prendersela solo con sé stessi. Hanno tutto per far bene. Se si affrontano partite come quelle contro Cagliari e Chievo giù di mordente non si è capito il senso delle cose. A quest’ora saremmo quarti in classifica. Dicono di esser maschi? Lo dimostrino.
[Giuseppe Puglisi – Fonte: www.mondocatania.com]