CATANIA – Nicola Salerno, avendo vissuto la scorsa stagione in serie B (Grosseto), conosce bene quali opportunità possano celarsi nel campionato cadetto; a tutti i livelli. Non è un caso se, dal momento della nomina a nuovo ds rossazzurro, i nomi di giovani talentuosi ritenuti maturi per il salto nella massima categoria è aumentato cospicuamente. Potrebbe non essere un caso, invece, che dei tanti nomi, parecchi portino direttamente od indirettamente ad uno solo, quello di un allenatore, Rolando Maran del Grosseto.
Sono attualmente organici al Varese di Maran due degli obiettivi di Salerno balzati sulle pagine dei giornali: l’attaccante De Luca ed il terzino sinistro Grillo. E’ stato tenuto a battesimo in serie B proprio da Maran un altro giovanissimo che, a breve, dovrebbe aver la sicurezza di indossare la maglia rossazzurra il prossimo anno, ovverosia il centrocampista Salifu. Maran vide il giovane ghanese crescere nelle giovanili del Vicenza e ne fu complice dell’esplosione che, dopo sole 8 gare giocate in maglia biancorossa, lo portò alla Fiorentina (che nel Gennaio 2011 pagò 2,5 mln per la comproprietà).
L’ostacolo concettuale che impone cautela nell’associare il Catania all’allenatore nativo di Rovereto (TN), attualmente impegnato contro la Sampdoria nella fase finale dei play-off per l’ascesa in A, è la fede nel 4-4-2, propugnato con convinzione e buoni risultati sia a Varese, questa stagione, che a Vicenza (con altre ambizioni di classifica), come a Trieste e Bari. Evidenze stridenti con le dichiarazioni del già citato Salerno che, delineando i tratti programmatici del futuro tecnico su null’altro s’era sbilanciato che non proprio il modulo: “dovrà essere un fautore del 4-4-3”. Quello che Maran, senza troppi giri di parole, non è.
Se il mercato porta a Maran, gli indizi e quasi tutte le sensazioni portano a Marino che, venuta meno (a quanto sembra) la disponibilità di Rossi ad allenare in Italia, resta il più accreditato nell’ipotesi in cui il Catania volesse orientarsi non più su di un giovane emergente quanto invece su di un allenatore esperto, magari con voglia di rilanciarsi dopo qualche parentesi negativa. Se nessun dubbio può esservi circa la simpatia nutrita da Marino per il 4-3-3, l’inghippo per raggiungere chi, anzi, il 4-3-3 ha portato a Catania facendone un marchio di fabbrica, sta nell’attendere gli sviluppi della trattativa col Genoa, cui il tecnico Marsalese è legato dal contratto sottoscritto la scorsa stagione.
Il nuovo corso Lo Monaco sa bene che il vento non possa trattenersi e, con ogni probabilità, non dovrebbe anteporre eventuali ragioni concorrenziali alla possibilità di scomputare uno dei 103 ingaggi che gravano sulle sconquassate casse del Genoa. Bisognerà attendere che, nella scala delle priorità genoane, arrivi il tempo di tagliare le voci a bilancio. Marino e Lo Monaco, a distanza di sei anni, saranno presto costretti nuovamente l’uno di fronte all’altro e con davanti nuovamente un contratto, non più da firmare ma da stracciare. Ironia del destino.
Ed intanto il Catania che fa? Attende, ma si guarda anche intorno. Quest’oggi a Varese, per osservare De Luca e Grillo e convincersi (o provarci) che il 4-4-2 spumeggiante di Maran non valga comunque il pirotecnico 4-3-3 di Marino. Domani chissà, che un Rossi od un Serena od un Ferrara non cambino idea. Nel calcio tutto è possibile: è questo che permette ai giornali di vendere, è questo che rende lecito scrivere tutto ed il contrario di tutto, è questo che rende divertente più che attendibile il calciomercato, è questo che fa vendere i giornali.
[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]
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