Mai battuti
Ad ogni sfida col Milan ritorna il sogno irrealizzato del presidente Pulvirenti: battere i rossoneri. Impresa mai riuscita al Catania, in campionato. Più volte sfiorato, il successo è poi sempre scivolato al massimo in un pareggio. Vedi il 2-2 in rimonta, a San Siro, con la squadra di Simeone sopra di due gol. Una gioia sola, anzi due per una: l’1-2 con cui nel 2007/08 – ma in Coppa Italia – Mascara e Spinesi espugnarono San Siro. Contro c’era il Milan delle riserve, che comunque riuscì a segnare il goal della speranza – per il ritorno al Massimino – con Paloschi. Il pareggio seguente qualificò i rossazzurri. Soddisfazione che non bastò per ritenere realizzato il desiderio. Di tutte le ‘big’ – dato da aggiungere alla fine – il Milan è poi l’unica a non aver mai perso contro il Catania. Non solo, è la squadra ad aver fatto più punti al Massimino: quattro vittorie e tre pareggi – per 1-1 – tra il 2006 ed il 2008. Insomma, contro il Catania – anche nei periodi no – è sempre stato il Milan a realizzare i propri desideri. Occhio.
L’amalgama
Tredici formazioni differenti nelle tredici partite giocata. Ognuna differente dalla precedente e dalle precedenti. Alcune volte per scelte tattiche – vedi allenatore – altre per difetto di preparazione – vedi i tanti nuovi reduci da inattività – altre per inadeguatezza ai ritmi del campionato italiano – vedi alcuni degli stranieri arrivati in estate – altre per indisponibilità – vedi infortuni e squalifica – insomma il Catania ha potuto lavorare davvero poco col gruppo al completo. Sin dagli allenamenti, formazione ridotta. Chi in palestra, chi in clinica, chi in piscina, chi a bordo campo e chi infine al posto giusto: in campo. Conseguenza, l’impossibilità di costruire, in qualsiasi reparto, una linea titolare stabile, che amalgamasse i nuovi e s’amalgamasse con gli altri reparti. In un’annata in cui s’è cambiato tanto, e tanti giocatori importanti con volti nuovi e più giovani, la creazione di un gruppo forte, stabile ed affiato era ed è la prerogativa che ancora manca perché la stagione – alla fine- non risulti fallimentare.
Ex
La settimana che porta alla gara contro il Milan sarà la prima in cui De Canio avrà a sua disposizione per intero – o quasi – l’organico allestito dalla società. Scelta più ampia. Lo diventano anche le responsabilità. Vietato quanto successo a Torino: accorgersi dopo 30′ di aver sbagliato gara, formazione, atteggiamento. In campo chi si allena meglio. Se però animato da motivazioni aggiuntive, ancor meglio . E’ il caso dei due ex (disponibili su tre, Boatent): Maxi Lopez e Legrottaglie. L’argentino ha indossato la maglia del Milan due stagioni fa. La grande occasione, la squadra del cuore, la lunga attesa infine la profonda delusione. Galliani non esercitò il diritto di riscatto. A Lopez resta il ricordo del gol – l’unico in maglia rossonera – contro l’Udinese. A Legrottaglie invece, l’unico ricordo rimasto è il forte mal di testa causatogli da Kozak – attaccante delle Lazio – alla sua prima ed unica apparizione nella difesa rossonera, quell’anno comunque campione d’Italia. Entrambi hanno già segnato al Milan in maglia rossazzurra. Lopez nel 2009/10 . Legrottaglie giusto la scorsa stagione, la rete del vantaggio sia a San Siro che al Massimino.
[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]