NICOSIA – Non era una gara dal cui esito potesse dipendere l’esaltazione o la depressione del gruppo ma era pur sempre un test importante, riscontro della bontà di due settimane quasi di lavoro doppio e che, proprio perché doppio, ha richiesto il doppio del sacrificio, il doppio della dedizione, il doppio della convinzione che tutto quel sudare, anche oltre il limite, fosse funzionale al superamento di quei limiti finora solo agognati, mai tagliati in campionato: dove e quando le vittorie in trasferta servono e serviranno.
Mister Montella, ben sapendo di non poter ancora contare né sulla brillantezza né sulla resistenza dei muscoli, aveva chiesto ai suoi ragazzi di tirar fuori spirito di sacrificio e compattezza. Qualità che al Catania non sono mai mancate, qualità che il Catania ha tuttavia stentato a sciorinare lontano da casa, qualità che adesso, quello stesso Catania, lo stesso da quasi due anni, si accorge esser bastevoli per strappare tre punti virtuali ad un avversario blasonato, che disputerà i preliminari di Europa League anche se va precisato: dimostrarsi tra i più meritevoli della propria nazione non significa assurger d’ufficio alla caratura europea.
Poco importa lo spessore dell’Omonia Nicosia, poco importa di quello delle tante altre squadre che negli anni han fatto banchetto col Catania formato trasferta, poco importa tutto questo, conta solo la vittoria, aver vinto, aver ricordato come si vince in trasferta e da questo consolidare una ricetta che si aveva avuta la sensazione, già in coda allo scorso anno, fosse stata trovata non tanto dall’allenatore quanto dal gruppo.
E’ un Catania nel segno della continuità e, se le premonizioni balenano in realtà già al primo appuntamento, forse le “sensazioni positive” anticipate (ma senza troppo approfondirle) da Ciro Capuano sono fondate su qualcosa di più che una semplice vibrazione emotiva.
“Aspettatevi un gran campionato da Ledesma”, Bastano pochi minuti, all’argentino, per aprire la sua stagione in egual maniera del congedo dalla scorsa: sua l’ultima segnatura del 2010/11, a San Siro, contro l’Inter, sua la prima del 2011/12, all’Omonia Nicosia.
Bene, bravi tutti, anche lo stratega Izco, che in conferenza stampa gioca al ribasso (“cercheremo di evitare la goleada”, nda) ed in campo, coi tacchetti sull’erba verde, mordenza la fascia con un ardore degno dell’eroe di Maratona. E chissà poi che questa rete, decisiva in positivo, cancelli nella testa di Blazej i tanti episodi che l’hanno visto protagonista negativo, e riesca pertanto ad affrancarlo dall’etichetta che gli hanno e probabilmente si è anche un po’ lui stesso affibbiato, quella che davanti ad occhi estranei lo fa grande, ma di fronte a quelli “amici” lo rende brutto anatroccolo.
Fatto il pieno di entusiasmo, non è ancora tempo di raccolta, né delle conclusioni. Bravo Catania, ma non basta.. non basta accontentarsi, non adesso.Ed ora dipenderà tutto da Pulvirenti, “tutto” nel senso più ampio del termine, “tutto” davvero.
P.s. Ma intanto grazie, perché almeno per qualche momento l’attenzione di tutti è tornata sul calcio..
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]