Pro – Quattro attaccanti in campo, coraggio. Parte da qui l’analisi tutta positiva dell’ottima prestazione del Catania dove sono emerse interessanti indicazioni da una squadra che cresce sotto l’aspetto tattico (c’è un’idea chiara) quello della personalità e del carattere. Il Catania c’è, a confermare quanto di buono espresso nelle giornate procedenti, una squadra che non si disunisce dinanzi ad ostacoli qualunque essi siano dallo svantaggio all’arbitraggio, dal catenaccio alla traversa.
I rossazzurri giocano bene facendosi apprezzare per qualità tecniche e tattiche ma soprattutto per coraggio, onore al merito di Giampaolo che riesce, con grande intelligenza, a correggere a gara in corso interpreti e sistema di gioco per scardinare le barricate bolognesi. Ricchiuti, Mascara, Antenucci e Maxi Lopez a chiudere una partita che si desiderava vincere. Ci si è creduto fino alla fine e questo è un grandissimo segnale che va apprezzato e portato avanti.
Il Catania meritava ampiamente i tre punti contro una squadra che mai ha tirato in porta, in giornate storte come questa ci si può anche accontentare del punto in virtù dei segnali dati in campo dagli uomini di Giampaolo i quali hanno espresso rabbia, ordine e convinzione, elementi che danno tanta fiducia.
Si può guardare alla trasferta di Lecce con un briciolo di ottimismo in più consapevoli di avere una squadra che lotta per trarre il massimo dalle proprie possibilità vendendo cara la pelle. Si guarda a Lecce perché non è tempo di rimpiangere quanto poteva essere e non è stato, fiduciosi pertanto di avere i mezzi per poter fare bene ovunque per di più in uno scontro diretto.
Contro – Quarantesimo minuto, rete del Bologna. Proviamo a rivedere la partita da questo minuto fino al termine della stessa. Per fare ciò avvaliamoci del supporto audio alzando al massimo il volume delle nostre casse, sentite qualcosa? Ovviamente no. Silenzio, nel periodo cruciale della partita, nel momento in cui la squadra ha bisogno di sostegno, di un ulteriore spinta rispetto a quella straordinariamente messa in campo, silenzio, qualche sussulto, e i minuti scorrono in un clima inquietante.
C’è Mascara che sprona il pubblico prima di battere un corner sapendo di poter contare sul fattore campo da sempre fondamentale nelle gare interne del Catania. Per fattore campo non si intende il giocare sul terreno preferito ma poter usufruire dell’incitamento di otto/diecimila persone che ti sostengono facendoti sentire forte, protetto, sicuro.
Un clima che sembrava non essersi perso nella serata di mercoledì scorso contro il Cesena, ma evidentemente spinto più dal risultato che dal sentimento.
Ecco appunto, sessantacinquesimo minuto, autorete, pareggio del Catania, qualcosa si muove e si sente, come se l’input dovesse arrivare dal campo e non al contrario.
Dura solo qualche minuto, poi nuovamente tutto torna a tacere nella fase in cui la squadra rossazzurra prova l’assedio finale per portare a casa i tre, meritatissimi, punti.
Alla fine l’arbitro sarà pure un “farabutto”, il Bologna avrà pure rubato il punto, ma noi in tutto questo che c’abbiamo messo? Dovremmo, anzi forse dobbiamo, sentirci sulla coscienza due punti persi da una squadra che in campo ha dato il massimo. Tifosi o semplici spettatori? Chiediamocelo.
C’è da riflettere per capire chi siamo, cosa vogliamo dare e cosa pretendere perché poi a lamentarci siamo tutti bravi, questo è certo.
Su – Marco Giampaolo Parte volendo dare continuità alla formazione che ha battuto il Cesena, unica variante Marchese, gesto di fiducia. Vede che il Bologna può essere aggredito ed inserisce Ricchiuti al posto di uno stanco Ledesma. Rischia tutto inserendo Antenucci per Gomez, cambiando ancora una volta assetto tattico e dimostrando la continua convinzione di voler portare a casa l’intero bottino. Coraggio ed oculatezza.
Giu – Marco Biagianti Non appare al meglio della condizione come il collega di reparto Ledesma, tanta corsa e volontà, l’impegno insomma non manca ma sono diversi gli appoggi semplici sbagliati concedendo palla agli avversari, specie nella prima frazione. Non è il Biagianti che ci si aspetta ma a volte può anche capitare.
[Seby Maina – Fonte: www.mondocatania.com]