CATANIA – Tutti presenti, anche stavolta c’è pure una rappresentanza dei dipendenti del Calcio Catania, parla il Presidente del Catania, Antonino Pulvirenti.
“Tutto parte da un’esigenza. Seguire i giovani dopo i 19 anni anni, ultimo anno disponibile per impiegarli nella Primavera. A questo punto della loro carriera c’è la necessità di collaborare con squadra professionistiche per non disperdere questo patrimonio. Abbiamo già una collaborazione col Milazzo, e se ci sono altre opportunità cerchiamo di sfruttarle, anche con altre squadre. Serve fare esperienza. Esempio Suarino, che adesso andrà alla Nocerina, o anche Maccarone, D’Amico. Sono delle situazioni da non sottovalutare.
“Si verifica questa possibilità con la Salernitata. Sorvoliamo sulle modalità, il direttore decide di fare questo passo. Il direttore lo fa per quelle considerazioni di carattere tecnico, io però avverto un altro tipo di discorso, intravvedendo nella Salernitana una squadra di blasone, possibile concorrente del Catania nel tempo, e poi i rapporti con la tifoseria non sono i migliori. Il direttore non sapeva di queste acredini, abbiamo giocato una sola volta con la Salernitana, quindi non poteva ricordare. Chiamatela gelosia, il direttore c’è rimasto male per certe mie dichiarazione e si è dimesso. Siamo andati oltre quello che volevamo.
Quello che voi non sapete è che nei giorni scorsi ci siamo incontrati ripetutamente. Il direttore si è dimesso ma ha continuato a lavorare per il Catania. L’attività del Catania non si è mai interrotta. Abbiamo parlato, ci siamo chiariti, ho fermamente respinto le dimissioni perché non v’erano i presupposti perché questo potesse accadere. C’è un rapporto personale di dieci anni ed uno professionale importantissimo. Il Catania è un gioiello, un esempio ed un progetto unico nel calcio, che non si può abbandonare in ragione di un’incomprensione insignificante. Credo di averlo convinto a continuare nel suo lavoro.
“Con buona pace di tutti il Catania continuerà a lavorare con questa dirigenza.
Un rapporto decennale non può essere e non è stato sempre rosa e fiori, anche se di quel che successo finora nessuno ha saputo, perché è stato giusto così, sono questioni che restano tra di noi. Il nostro rapporto è stato sempre ottimo e tale resterà.
Il patron, il presidente sono solo titoli. In questo Catania, Lo Monaco è stato l’autore ed il protagonista, ma anche chi l’ha messo in condizione di esprimersi al meglio. ‘intelligenza è capirsi chi sa fare una cosa, chi un’altra e dividersi i compiti. Pietro è il Messi della situazione ma è il gruppo a realizzare il risultato finale.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]