Catania, quanti giocatori in rampa di “rilancio”

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CATANIA – Il mercato regala poche emozioni, pochi nomi, e nonostante i botti dell’ultima settimana, sembra comunque che la societa’ voglia puntare ancora una volta su alcuni giocatori che probabilmente non hanno espresso il loro massimo nell’ultima annata, che l’abbiano disputata a Catania o meno. Rilanciarsi e smentire i critici sembrano le parole d’ordine.

Che l’estate 2011, sul fronte del mercato in entrata, potesse riservare particolari sorprese proprio non lo si immaginava. Possiamo andare anche indietro di un anno citando le parole dell’addi e del presidente quando definivano con orgoglio la rosa 2010-2011 come il Catania di sempre. Se queste sono le rinnovate premesse e l’anno scorso e’ andata come e’ andata, il “nuovo” Catania e’ una squadra forte, oggi certamente più che nel passato, recentissimo, in cui probabilmente gli interpreti non hanno mantenuto un rendimento sufficientemente vicino alle aspettative della societa’. Che ci si creda o meno, questa e’ la direzione tracciata dal club: il potenziale e’ inespresso in alcuni giocatori e tocchera’ al nuovo tecnico tirarlo fuori. Lo si chiese a Simeone, lo si torna a chiedere a Montella.

In questa fase di precampionato, i giocatori intervistati sembrano tutti entusiasti del lavoro svolto. Non solo, sembrano sentirsi tutti importanti, sicuri di potersi giocare la maglia da titolare e migliorare le prestazioni offerte l’anno scorso. I punti a Maggio sono stati 46, quest’anno si dichiara raggiungibile l’obiettivo dei 50. Considerando che il mercato ha attualmente tenuto quasi inalterata la rosa, per raggiungere questo obiettivo, servirà qualcosa in più. Ma altrettanto lecito è chiedersi cosa ci si possa aspettare in più da giocatori già in rosa e soprattutto da chi in particolare?

Guardando solo a chi e’ rimasto, decidiamo di salvare le prestazioni di pochi, augurandoci che le ripetano: Gomez, il cui estro sara’ piu’ che mai necessario, Spolli, su cui si ergera’ la diga difensiva, Lodi, che per il poco tempo a disposizione ha fatto miracoli prendendosi a volte fin troppe responsabilita’, e Ricchiuti, la cui fantasia e’ sempre fonte di pericolo per le difese avversari. Avremmo salvato anche Carboni, Silvestre , ma non ci sono piu’. Dimenticare e andare avanti. Per quel che riguarda Bergessio invece, non si possono che salvare i suoi 6 mesi a Catania, ma rispetto alle “figure” rimediate in Francia, in appena due giornate di campionato (da aggiungere a quelle, non meno entusiasmanti dell’anno passato), si potrebbe anche parlare di rilancio e riscatto.

Proseguendo in questa analisi decidiamo di dedicare l’attenzione solo a chi pensiamo veramente possa e debba rilanciarsi, nell’ottica della maglia da titolare. Analizzare tutta la rosa, sarebbe un eccesso di zelo. E di critica.

Rilanciarsi e’ la parola d’ordine. Lo pensera’ soprattutto Andujar, che reduce dai primi impegni con la Seleccion (da poco in mano al tecnico che lo volle titolare nell’Estudiantes che vinse la Libertadores) ha ammesso pubblicamente di non aver ancora dimostrato il proprio valore proponendosi, con spirito a suo stesso dire rinnovato, di non tardare ulteriormente avendo ritrovato tutte quelle condizioni necessarie alla piena realizzazione. Troppe le uscite incerte dello scorso anno, troppi i gol evitabili, presi proprio a due passi dall’area piccola. Molti hanno ammirato l’importanza del felino argentino che due anni fa non faceva rimpiangere la partenza dell’ottimo Bizzarri. Rivederlo a quei livelli e’ possibile, dipende solo dalla sua sicurezza.

Linea a 4 dietro. Alvarez e Capuano possono far meglio soprattutto se ci sara’ un buon equilibrio con il centrocampo. In fase difensiva Alvarez, in primis, ha spesso peccato di leggerezza: espulsioni, rigori procurati e diagonali chiuse in ritardo si pagano in serie A. Ed anche l’inizio di questa stagione non conforta. Non immune da appunti anche Capuano, le cui sviste l’anno scorso, nella prima fase della stagione, son costate punti. Entrambi, con Mihajlovic, si erano fatti apprezzare per la loro capacita’ di spingere, sovrapporsi e andare al cross. La ritroveranno?

Probabilmente le aspettative maggiori sono nella zona nevralgica del gioco. Ledesma e’ all’ultima chiamata. Dopo i battibecchi e le incomprensioni con il pubblico, e’ tenuto a confermare che l’infortunio al ginocchio e’ storia passata. Velocita’, inserimenti senza la palla e impostazione del gioco sono nelle sue corde. In bocca al lupo, ma prima c’è da firmare il rinnovo. Biagianti dovra’ invece allontanare i guai fisici che lo hanno tenuto fuori per tre quarti della scorsa stagione. In assenza di Carboni, lui diventa insostituibile. In forma si era meritato l’azzurro della nazionale e le attenzioni di un mercato estivo. Il neo capitano e’ uno dei piu’ attesi alla riprova.

E poi la fase offensiva. Se da un lato si attende di rivedere il miglior Llama scorrazzare sulla fascia, mettere pericolosi cross in mezzo e tracciare traiettorie velenose con il suo mancino, i soliti noti sono Barrientos e Maxi Lopez, ammesso e non concesso che il mercato non li porti via. Il Pitu e’ al bivio della carriera: restare oggetto misterioso o diventare un utile elemento alla causa rossazzurra. Sono le due uniche vie d’uscita a questa situazione a dir poco paradossale. Tutti giurano di aver visto grandi doti in lui; che le mostri, una volta per tutte. La “Gallina”, meno incisivo l’anno scorso dei sei mesi dorati in cui tutto quello che toccava si trasformava in oro, dovra’ solo fare meglio, dimenticandosi le giocate testarde dell’anno scorso. Iniziare bene sara’ fondamentale. Con il gioco maggiormente predisposto ad offendere di Montella, potra’ diventare il nuovo aeroplanino. Tutti se lo augurano. Come tutti si augurano che dopo un lungo periodo di inattività (dal maggio 2010) e critiche poco lusinghiere, David Suazo chiuda da “vero” Suazo la sua carriera, e lo faccia a Catania dimostrando, come ha detto esser sua intenzione, di non esser un giocatore finito ma anzi, intenzionato a toglier qualche scomodo sassolino dai suoi scarpini. Stesso discorso per Nicola Legrottaglie, fermo dal Gennaio 2011, al quale il Catania ha rimesso in corpo la voglia di giocare al calcio. Pugnace fin dalle dichiarazioni Sergio Almiron, intenzionato a dimostrare “cosa possa fare in campo il vero Almiron” ed a dimostrarlo con la maglia del Catania. Perché “per dimostrare a coloro i quali non hanno creduto in me che hanno fatto male a non darmi una seconda occasione”. Gente che non lascia, ma rilancia..

Infine i giovani. Il Catania ne ha fatto incetta nel corso di questo calciomercato, rimpinguando una già folta colonia.. Bellusci (’89), arrivato con troppa pubblicità al suo seguito, può finalmente presentarsi ai nastri di partenza della nuova stagione senza guai fisici a giustificarne lo scarso rendimento, e soprattutto ad un’età potenzialmente matura, dopo i difficili trascorsi degli anni scorsi, per emergere definitivamente. Quando Silvestre esordì nel Catania non era più giovane di quel che oggi potrebbe divenirne l’erede. Sciacca (’89), anche per lui si tratta della stagione potenzialmente del rilancio dopo le scorse, passate più in infermerie che in campo. Se la società non avesse creduto in questi due giovani talenti, li avrebbe probabilmente spediti a maturare in B, così non è stato. Catellani (’88), deve confermare quanto di buono mostrato in serie B. Di riscatto dopo stagioni deludenti si parla invece per Keko (’91), escluso dalla rosa dell’Atletico Madrid, e Lanzafame (’87) che con la retrocessione del Brescia ha toccato il fondo nonostante le premesse per una carriera da vertice. Per terminare con Paglialunga (’88) che dopo l’infortunio al ginocchio e la ripresa, a sprazzi col Central, affronta anch’esso la sua prima stagione da pienamente ristabilito ma non più in Argentina, nel calcio europeo.. che è cosa ben diversa.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]