CATANIA – Un risultato che certo lascerà il segno, tanto nel bene in casa Catania quanto nel male in casa Palermo. C’è già aria di esonero per Serse Cosmi, reo più che d’aver preso quattro reti dal Catania, di aver lasciato fuori da giochi i due pezzi pregiati dell’attacco rosanero: Pastore e Miccoli. La mossa, se dapprima lascia estrefatti, pensando a chissà quale alchimia, con lo scorrere dei minuti si rivela vero autogol.
Nessuna sopresa invece nell’undici titolare del Catania. Simeone schiera Ricchiuti e Schelotto, preferendo un 4-3-1-2 senza Gomez. Avvolte dalla suggestiva scenografia realizzata dai tifosi etnei, la Tribuna B colorata di rosso ed azzurro, stessa trama in Nord, ma col la scritta 1946 nella parte inferiore, entrano in campo le squadre, per la prima volta da quattro anni, accolte anche dai cori dei supporters rosanero, giunti in 300 unità circa.
Sin dai primi minuti la partita appare nervosa e bloccata. Esagerato il giallo a Silvestre, comminato con troppa fretta al primo fallo, ed al primo minuto, anche in relazione ai successivi provvedimenti adottati da Bergonzi: per parecchi minuti unico unico protagonista della gara. Che prende quota con la conclusione di Hernandez, fuori di molto, e la mancata conclusione da posizione favorevole di Ricchiuti, quando il cronometro segna il 10′. Fuochi di paglia: Il Palermo non riesce a sfondare l’attenta difesa di Simeone, il Catania pasticcia troppo in fase d’impostazione, peccando di insufficiente coordinamento tra centrocampisti e punte.
Eppure la chiave dell’incontro ha già girato nella toppa che schiuderà, ma solo nel secondo tempo, la porta avversaria al Catania. Balzaretti, in netta difficoltà a contenere le sgroppate di Schelotto, s’infortuna alla caviglia al 5′, lasciando in 10 i rosanero per circa 4′, onde poi rassicurare la panchina e rientrare in campo. Tuttavia, il nazionale, non pare mai recuperare la giusta condizione, claudicando su e giù per il campo senza che però ciò inducesse Cosmi all’immediata sostituzione (Darmian, riscaldatosi, era già pronto).
Un pregevole spunto di Lopez, al 17′, che salta tre avversari e mette al centro per l’accorrente Bergessio, in ritardo per quel che sarebbe stato un semplice tap-in, chiude il conto delle emozioni a corredo della prima frazione di gara. Per il Palermo, due tiri dalla distanza di Bacinovic, controllati da Andujar spegnersi oltre il fondo.
Né l’una né l’altra squadra sembrano, al rientro negli spogliatoi, in grado di sovvertire la situazione di pareggio ma, com’è scritto nella storia di queste sfide, spesso l’episodio favorevole è tanto impensabile quanto decisivo. Così, appena tornati in campo, passano tre minuti ed un retropassaggio di petto, operato da Balzaretti verso Sirigu, mette Lodi nelle condizioni di interferire, ma solo nelle intenzioni, con la traiettoria del pallone che, pur non cambiando, sorprende Sirigu, ingannato dall’inserimento del centrocampista, e termina in fondo al sacco.
E’ una batosta alla quale Cosmi risponde inserendo Pastore, ma la squadra rosanero non reagisce se non con un tiro dalla distanza, al 51′, di Hernandez, che poco impensierisce Andujar, spettatore in campo per tutta la gara. E’ il Catania, adesso, a giovare dell’inerzia favorevole presa dalla gara. Al 55′ ci prova Lopez, dalla distanza, palla fuori. Prologo al goal che arriva su di un’invenzio a centrocampo di Ricchiuti che, di rovesciata, al buio, legge l’inserimento di Bergessio che lancia in corsa verso la porta. Vinto il duello spalla contro spalla con Munoz, l’argentino aspetta l’uscita di Sirigu e lo sorprende con un tocco sotto ma potente, è 2-0 al 60′.
Palermo ormai spaesato, anche se qualche individualità prova a reagire, come al 63′, quando Balzaretti scocca un preciso diagonale salvato in angolo dagli etnei. Poco altro, e comunque nulla nello specchio della porta da segnalare per i rosanero; mentre Simeone si riconferma “mago dei cambi: Al 64′ inserisce Ledesma, regalando la standing ovation a Bergessio, e l’argentino impiega appena 3′ a correggere in goal una conclusione ravvicinata di Lopez, ben servito da Schelotto. Il Catania non si ferma, fuori Lodi, dentro Pesce al 70′, stavolta di minuti ne passano 6′ ma la sostanza non cambia: lanciato a tu per tu con Sirigu, il centrocampista lo beffa in uscita con un lob irresistibile, siglando l rete del definitivo 4-0, prima marcatura in A.
Apoteosi nei minuti finali. Dopo l’ovazione al cambio Gomez/ Ricchiuti, che fa sentire piena la presenza degli oltre 18.000 rossazzurri allo stadio, anche il coro “salta con noi Fabrizio Miccoli” rende l’idea dell’entusiasmo palpabile ed incontenibile del Massimino. Annichiliti i tifosi palermitani presenti. Un derby è bello anche per questo, due tifoserie, due facce d’una medaglia: oggi brilla quella con su scritto: “Catania”.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]