BERGAMO – A sorpresa ma non troppo Montella lancia in campo la coppia d’attacco Lopez-Barrientos. Confermati i tre centrali. Potenza vince il ballottaggio sulla fascia destra. Marchese a sinistra. Nell’Atalanta Ferri sostituisce Peluso, in forse alla vigilia.
Cinque minuti di studio, poi solo elefante.
Partono corte le squadre, entrambe attente sulle fasce dove di solito nascono le azioni più pericolose. Interessante il duello tra Marchese e Schelotto. I due si puntano spesso a vicenda ma né l’uno, né l’altro trovano lo spunto giusto nei primi minuti. Occhi puntati su Barrientos.
Durano cinque minuti i nerazzurri, senza mai però prendere in mano il pallino del gioco. Pitu arretra spesso per prendere palla e sono tantissimi i palloni che tocca in appoggio avanti e dietro. Maxi però viene sempre raddoppiato. Il Catania pian pianino però prende coraggio e metri. Testimonianza di questo al minuto 12 è l’intervento di Spolli da dietro su Denis. Dopo averlo inseguito fino a centrocampo, commette un fallo, non cattivo ma Giannoccaro gli commina l’ammonizione. Sarà un episodio determinante.
Il primo tiro è un destro di Almiron dalla distanza che costringe Consigli all’angolo. Legrottaglie sul corner prima sfiora di testa, poi colpisce debolmente e Consigli può bloccare in presa sicura. È il Catania a offendere, continuamente. Almiron è ispirato in regia e su scambio con Barrientos viene confezionato un buon cross basso sul quale è Lodi ad avere la palla per battere Consigli. Inspiegabilmente però il regista calcia alto.
Il gol è però nell’aria e se non bastano gli attaccanti, il frutto della pressione lo raccoglie Legrottaglie. Con un gran colpo di testa si fionda proprio lui su un cross di Marchese e mette dentro con una zuccata vincente al 19’.
Giannoccaro, protagonista
Proprio a centrocampo il Catania ha costruito la superiorità e proprio lì si gioca la fase successiva della partita. A parte qualche piccolo rischio (è Spolli a salvare in scivolata su una incursione di Carmona), qualche corner e qualche cross per i nerazzurri ma manca una vera e propria reazione. L’Atalanta, imballata a centrocampo, non graffia. Lodi e Delvecchio chiudono bene gli spazi in mediana. Padoin prova qualche incursione: l’Atalanta è tutta qui.
Ma non ne approfitta il Catania che con Delvecchio sfiora il raddoppio. Stop di petto e rovesciata strepitosa finiscono di poco a lato tra i sospiri dello stadio. Il Catania controlla molto bene e soprattutto senza rischiare. Lascia il possesso all’Atalanta. Potenza bravo a spingere e ripartire. Nel giro di due minuti il protagonista della gara diventa il fischietto di Gianoccaro, due gialli al Catania: Marchese e Delvecchio. Controllano bene e seguono sempre l’uomo. Ma sembrano severi i provvedimenti del direttore di gara. Il primo vero tiro dell’Atalanta arriva al 35’ con Denis che imbeccato da Carmona prova la girata. Facile per Andujar la parata.
È al 43’ che si compie il prodigioso intervento di Giannoccaro. Spolli commette al limite dell’area l’errore di sfiorare Denis, il quale resta per terra come colpito a morte. E che cosa fa l’arbitro? Secondo giallo e Spolli fuori. La partita cambia e non per merito dell’Atalanta. Il primo tempo finisce con il Catania in vantaggio di un gol ma con l’uomo in meno.
Lieve sofferenza
Pronti via e nella ripresa Colantuono tira fuori Carmona, un centrocampista per mettere dentro Tiribocchi, un attaccante. Poi Bellini, per Bonaventura: tutti i giocatori ammoniti da Giannoccaro: il che la dice lunga sulla furbizia ed i carbone bagnato dell’Atalanta, che teme una compensazione all’erroraccio di Giannoccaro.
Catania destinato a soffrire. Quindici minuti di sofferenza ma mai un vero pericolo. La linea a 4 regge bene e non ci sono particolari occasioni. Sono Bonaventura dalla sinistra e Schelotto dalla destra a mettere molti palloni. Barrientos e Lopez provano a ripartire ma in inferiorità numerica è difficile incunearsi tra le maglie avversarie. Non bastano neanche le assistenze a turno di Almiron e Lodi a sostenere l’attacco rossazzurro. Uno stanchissimo e utilie Lopez lascia il campo a Bergessio.
Un Tir e niente più
L’Atalanta continua a spingere ma non mette mai in affanno il Catania. Ci vuole un calcio piazzato, un corner, per vedere il pareggio. Schelotto batte in mezzo, mentre un filotto di 4 nerazzurri si dispongono in trenino. Sarà la confusione generata o l’uomo in più ma il risultato è che Tiribocchi si ritrova solo soletto e con una mezza girata batte Andujar.
Qui l’Atalanta potrebbe sfruttare il contraccolpo psicologico e mettere il Catania alle corde, ma non sembra in grado di farlo e il Catania rimane ordinato a protezione di Andujar. Dal minuto 80 l’Atalanta chiude i rossazzurri nella propria metà campo. Servono i denti e tutte le forze per resistere, quelle che arrivano anche dal neo entrato Sciacca (per Barrientos). Ma il Catania su azione non rischia quasi mai, frutto della linea Maginot eretta da Legrottaglie & Co.
Sono su calcio d’angolo a nascere i veri pericoli. Al 85’ per poco Masiello non la spedisce in rete. Il Catania è stanco e alle corde. Il neo entrato Marilungo al 89’ la spizza di testa e impegna il portiere rossazzurro in una parata di pugno. Montella le prova tutte per perdere tempo e al 90’ manda dentro Capuano per Lodi. Nel recupero Cigarini impegna ancora ad una bella parata Andujar ma la partita si chiude dopo 3 minuti di recupero. Il Catania fa quel che può per contenere il ritorno in superiorità numerica dell’Atalanta. Nulla da rimproverare ai ragazzi di Montella che oggi meritavano la vittoria, negata solo da una disattenzione su corner e soprattutto da un Giannoccaro mai all’altezza.
[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]
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