La partita – Sottotono la Roma di Garcia. Le parole di resa, diffuse alla vigilia dall’allenatore, pare abbiano avuto effetto rilassante nel gruppo partito alla volta di Catania. In campo senza Gervinho né Benatia, la Roma sbanda dove sapeva d’esser più debole: in difesa, considerando i tanti assenti e le contromisure forzate (vedi Romagnoli). Il Catania, dando l’impressione di giocar più per l’onore che per la salvezza, trova la chiave morale giusta, che scoraggia la Roma, resa irriconoscibile, e produce gioco utile specie nei pressi di De Sanctis. Ai gol di Izco, il primo al culmine di un’azione corale che strappa applausi, fa seguito la rete di Totti (fuorigioco di Florenzi) e la grande occasione di Gervinho allo scadere. Rischiato il pari, ed un diverso svolgersi della gara, nel secondo tempo il Catania legittima oltre il margine dei demeriti avversari la vittoria che vale i tre punti. Prezioso il gol di Bergessio, splendida la rete di Barrientos che chiude i giochi sebbene, Leto ed ancora Bergessio (due volte) non colgano tre buone occasioni per rendere il risultato non meno clamoroso di quanto non lo fosse già.
La svolta – La gara ha vissuto di più momenti chiave. Il primo è caduto in corrispondenza della doppietta di Izco a stretto giro, nel primo tempo. Con la Roma sul 2-1, provvidenziale l’intervento di Frison, al 45°, che ha tolto di spalla, dalla porta, il pallone del possibile pareggio. Chissà che secondo tempo sarebbe stato ripartendo dal 2-2, considerata la crisi emotiva spesso patita dal Catania, quando rimontato. Quindi, la rete di Bergessio, quella della ‘relativa sicurezza’ ed infine quella di Barrientos, che pone la parola fine sulla gara.
Le scelte – Premiata la spregiudicatezza di Pellegrino. Contro la corazzata romanista nessun timore: si gioca con quattro giocatori offensivi e centrocampo a due, senza Lodi né Plasil, deludenti a Verona. Al loro posto rientrano Castro e capitan Izco. Il modulo, 4-2-3-1, ricalca quello con cui i rossazzurri eran scesi in campo, senza sfigurare, tenendo testa alla Fiorentina alla prima di campionato. Assetto poi lasciato nel dimenticatoio in funzione della precarietà di Monzon e Leto. Un maggior numero di giocatori offensivi, ad impensierire la rabberciata e svagata difesa della Roma è stata la mossa vincente, già in fase di progettazione della gara.
Il migliore in campo – Non si può che dire Izco. L’argentino si riprende posto da titolare e fascia da capitano. In risposta all’esclusione che l’aveva reso spettatore delle ultime gare, sfodera una gara da otto in pagella, corredata dalla sua prima doppietta in rossazzurro, di sempre. Aver ritrovato il proprio traino morale, non potrà che far bene alla truppa ed al morale dell’ambiente.
Classifica – Al termine dei 90° il risultato lascia increduli più che altro i rossazzurri che, oltre ad infornare un quantitativo di gol record nella porta della miglior difesa del torneo, si scoprono a tre lunghezze dal Bologna nella settimana di vigilia allo scontro diretto. Determinante, per alimentare speranze salvezza (fino a prima del fischio finale) inarrivabili anche solo col pensiero, il risultato di Fiorentina-Sassuolo, in programma giorno 6 Maggio. In attesa che il tempo dia le risposte, che aumenti le speranze oppure i rimpianti, i rossazzurri non sono più ultimi ed hanno regalato ai loro tifosi (presenti e non) il primo vero trionfo, la prima vera soddisfazione di un anno che sarebbe stato, altrimenti, interamente da dimenticare.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]
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