Eppure Pellegrino – allenatore vero e patentato – con la panchina, aveva chiuso da tempo. Una scelta, di vita, questa volta tutta sua. In pochi anni – quelli seguenti all’esonero dei Gaucci – reso cosciente dei pro e dei contro della carriera di allenatore: poca pazienza e scarsa capacità di programmazione da parte dei club, continui spostamenti da una panchina all’altra, compromessi o rischio dimenticatoio dietro ogni esonero (che fine ha fatto Baldini?), e se non sei nel giusto giro..
Dopo esser passato da Paternò al Sud-Tirol, come non pensare “Meglio la vita da dipendente!”? Anche a costo – conseguente – di “andare a morire” per le scelte compiute dal club sulla propria persona, a prescindere dalle proprie convinzioni. Ma il club c’azzecca, cosa succede poi? L’adrenalina dello spogliatoio, le emozioni, la professionalità, i concetti ed i risultati di queste sei giornate: Dodici punti, come promessi, arrivati nel recupero dell’ultima inutile partita, inutile non per le scelte.
Diciamola tutta. I fine campionato non sono il periodo più affidabile per misurare le capacità di un allenatore – come di un giocatore – ma riescono in certi casi – come questo – ad insinuare comunque un dubbio sensato ed un fiducia inusuale. Eppure, progettare un’intera stagione – tra aspettative e pretese da top-team – è compito ben più arduo in cui Pellegrino, finora, non è mai riuscito. Le ragioni del club, fondate sul vissuto come coordinatore delle giovanili, sono però più forti dei dubbi.
Anche perché, è forse proprio la figura di Pellegrino – uomo della società, con spiccato senso di appartenenza – quella che dà le maggiori garanzie dal punto di vista umano e le credenziali tecniche più chiare (in pregi e difetti) per avviare un ciclo tecnico duraturo, che abbia al centro del progetto la valorizzazione del settore giovanile – che Pellegrino ha costruito, da coordinatore, nel corso della stagione – parametri entrambi carenti anche nelle stagioni più entusiasmanti delle ultime otto vissute in A.
La sfida è servita, la scelta di vita è fatta: Pellegrino allenatore del Catania anche in serie B. La società ha proposto, il tecnico ha accettato, con vivida emozione percepibile nel suo sguardo umido. Dati incoraggianti e perplessità sono tutte sul tavolo, pregi e difetti, possibilità e rischi. Il Catania riparte da Pellegrino, che fa rima con Cosentino. Ricominciano i progetti e le parole dopo mesi di silenzi, quando era ormai troppo tardi per salvarsi, è anche troppo presto per essere più esaltati che realisti.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]
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